Nel corso degli ultimi decenni una rinnovata attenzione è stata dedicata allo studio dei flussi internazionali di capitale, che, alla luce degli sviluppi globali dell’economia mondiale e dei mutamenti cui sono andate incontro l’impresa multinazionale e la relativa teoria economica, si è arricchito di una maggiore profondità di indagine, indispensabile per cogliere le diverse forme assunte nel tempo e nello spazio dal fenomeno degli investimenti esteri. Attraverso la lente delle categorie elaborate dalla teoria economica la ricerca storica è tornata ad analizzare il flusso dei capitali in movimento dalle grandi piazze finanziarie europee nel corso del “lungo XIX secolo”, che ha visto lo sviluppo della moderna economia capitalistica irradiarsi gradualmente dall’Inghilterra al cuore dell’Europa continentale, alle sue periferie, alle aree di influenza extraeuropee, fino a raggiungere al principio del nuovo secolo un grado di integrazione a livello mondiale interpretato dagli storici come una «prima globalizzazione». Nel secondo terzo dell’Ottocento, in particolare, nelle «capitali del capitale», essenzialmente Londra e Parigi, al processo di concentrazione del capitale che sostiene la rivoluzione ferroviaria si accompagna l’intensificazione della sua esportazione, non solo lungo i canali tradizionali dell’intermediazione commerciale e dei prestiti ai governi, ma anche sotto forma di investimenti diretti in attività industriali quali lo sfruttamento di risorse primarie (miniere, raffinerie…) e l’intervento nell’infrastrutturazione e nell’organizzazione del territorio, in cui gli stessi governi nazionali gradualmente impegnano le risorse proprie e quelle attinte al mercato finanziario. Di questi investimenti diretti si sono enucleate le forme caratteristiche: gruppi di investimento, holdings, «free standing companies» raggruppate variamente intorno ai nodi delle reti di relazioni. Nel settore dei servizi al ritorno alle ferrovie si è affiancato lo studio comparato del processo globale di elettrificazione e di quei servizi urbani «a rete», quali illuminazione a gas e distribuzione di acqua potabile, la cui modernizzazione è stata uno dei campi d’azione del «big business». L’idea della «networked city», quale oggetto di studio specifico, ha preso forma. Nell’ambito della fase di grande intensificazione dell’esportazione di capitali cui si assiste nei primi anni Sessanta, all’uscita dalla crisi del ’57 e con l’avvento del libero scambio, l’Italia, unificata per opera di un governo «modernizzatore», appare un terreno particolarmente fertile. Debito pubblico, costruzioni ferroviarie, fondazione di istituti di credito fondiario e mobiliare diventano il terreno d’azione privilegiato di banchieri privati e nuovi organismi bancari (Crédit Mobilier, 1852; Crédit Industriel et Commercial, 1859; Société Générale, 1864) che ruotano intorno alla piazza di Parigi. Le capitali dei regni preunitari, i principali centri delle ex Legazioni Pontificie, e le città portuali e «ferroviarie», inoltre, divengono oggetto di progetti di «amélioration», ispirati al modello parigino. In questo contesto le province meridionali, il cui stato di arretratezza è ritenuto frutto esclusivo del malgoverno borbonico, sembrano offrire fruttuose possibilità di investimento, grazie al preciso impegno del governo italiano e al suo stretto legame con la finanza francese: la costruzione della rete ferroviaria, ancora quasi del tutto inesistente, è il terreno su cui si sviluppa un impegno su più fronti. Napoli, in particolare, centro politico, economico e finanziario delle province meridionali, la più grande città d’Italia, terza in Europa per popolazione dopo Parigi e Londra, nodo principale del sistema ferroviario meridionale in progetto, sbocco terminale della longitudinale tirrenica e insieme porta sul Tirreno del traffico europeo da e per l’Oriente, è al centro di progetti di investimento ad ampio spettro: ferrovie, porto, espansione del tessuto urbano ad oriente e ad occidente, servizi a rete: illuminazione, approvvigionamento d’acqua, trasporti. Nell’ambito del contesto delineato, la storia della Compagnie Napolitaine d’Éclairage et de Chauffage par le gaz, la società per azioni costituitasi nel 1862 per l’estensione a tutto il territorio urbano del servizio di illuminazione a gas, sembra essere un buon canale di approfondimento su questo spaccato di storia, nonché sugli sviluppi successivi della presenza del capitale straniero a Napoli, fino agli anni Venti del nuovo secolo. Il controllo della gestione, pur avendo la società sede legale a Napoli, è localizzato presso la sede amministrativa di Parigi, centro degli interessi finanziari della maggioranza del capitale alla sua fondazione. Principale azionista è la Parent Schaken et C.ie di Parigi, un’impresa nata dall’associazione di due imprenditori belgi affermatisi sul mercato delle costruzioni ferroviarie in Francia tra gli anni Quaranta e Cinquanta. Nei primi anni Sessanta questa società è al culmine del suo processo di espansione: acquista infatti la struttura di una holding ed allarga la sua attività al settore minerario e a quello dell’illuminazione a gas, secondo un modello di investimento integrato che è stato messo in evidenza dalla storiografia sull’industria del gas, le cui più recenti acquisizioni, stimolate dal convegno internazionale di Ginevra-Arras, sono state pubblicate nel 2005. Particolarmente interessante la figura di Basile Parent, uno dei “noveaux venus entreprenantes” cui “la période de transition et d’emulation devait offrir des possibilités exceptionnelles” (Landes), il cui passaggio ad attività di carattere espressamente finanziario è reso maggiormente evidente dalla sua presenza nel consiglio di amministrazione del CIC e poi nel CdA e nell’azionariato della Société générale, le due società per azioni bancarie che nascono in Francia tra fine anni Cinquanta e primi anni Sessanta. L’esistenza di legami di questo tipo tra industria e finanza è del resto caratteristica di questo periodo: lo sviluppo delle nuove formazioni bancarie appare strettamente connesso con le necessità operative delle imprese che immobilizzano il capitale in investimenti a lungo termine. La ricostruzione della vicenda imprenditoriale della casa madre sembra importante per comprendere e dare spessore allo stato dell’azienda quale appare dalla prima immagine che ci forniscono le fonti interne nel 1867. Le fonti dirette, ricordo, sono costituite essenzialmente dalla documentazione originale conservata presso la sede di Napoli della Napoletana Gas e consistono in:  volumi manoscritti dei processi verbali delle riunioni del Consiglio di amministrazione, che la società, ancora oggi operante a Napoli, conserva a partire dal quinto esercizio (luglio 1867-giugno 1868). Le riunioni sono tenute a Parigi con cadenza quindicinale fino alla fondazione della Italo-Suisse, nel 1902. Da questo momento in avanti le sedute divengono mensili e talvolta anche più rade e non si coglie più l’elaborazione delle strategie finanziarie, che evidentemente vengono elaborate in altra sede. Le sedute si aprono con l’approvazione del verbale della seduta precedente, quindi proseguono con una scaletta segnata dalla rubricazione a margine e pressappoco invariata: Finanze: si esamina la situazione finanziaria (cassa, crediti, debiti, saldo; previsioni di spesa e eventuali insufficienze); Approvvigionamento: si esamina la situazione dei magazzini di carbone e di materiali delle tre officine, lo stato dei carichi in viaggio e si delibera in merito ai contratti relativi; Stato Periodico: si esaminano i rapporti di fabbricazione e lo stato dei conti d’exploitation delle officine inviati da Napoli, si prende conoscenza delle entrate e del livello dei benefici raggiunto di seduta in seduta, confrontando i valori con quelli dello stesso periodo dell’esercizio precedente, si prendono deliberazioni in merito; Contratti: si esaminano proposte di contratti di fornitura, si stabiliscono le condizioni, se ne autorizza la stipulazione; Lavori: si esaminano le proposte e si autorizza l’esecuzione di nuovi lavori. A ciò si aggiungono voci di rubrica diverse, a seconda delle questioni in essere. Nel periodo degli affari elettrici rubriche specifiche sono dedicate ai singoli affari, presto radunate in una sezione specifica del verbale. Nei periodi di revisione dei contratti con i municipi specifiche rubriche seguono le trattative. Così pure avviene nel caso dei contenziosi aperti. Specifiche rubriche sono dedicate ai problemi relativi alle tariffe, ai problemi di fabbricazione o di distribuzione, allo studio di nuove proposte di affari da intraprendere, alla preparazione del bilancio e dell’Assemblea Générale, alla ripartizione della quota di benefici attribuita al CdA, al rinnovo degli uffici in apertura di esercizio, alla nomina di amministratori quando necessario. Dall’esame dello stato finanziario, derivano, quando necessario, delibere relative al modo in cui far fronte alle insufficienze previste per la copertura del servizio finanziario (pagamento coupons di azioni ed obbligazioni) o al consolidamento del debito fluttuante e ad eventuali aumenti di capitale. Tutte le delibere vengono trasmesse al direttore della Compagnia a Napoli per l’esecuzione e restano in vigore fino a nuova delibera. Dai verbali emergono inoltre informazioni sulla struttura organizzativa degli uffici, sul personale, sulle retribuzioni. Ogni anno a fine dicembre una rubrica Personale informa sulle promozioni, sugli eventuali aumenti di retribuzione, sulla concessione di pensioni e di sussidi a vedove ed orfani, per poter calcolare la spesa prevista per il personale durante l’anno successivo. Specifiche rubriche riguardano eventuali consulenze retribuite e premi corrisposti agli amministratori o al direttore.  bilanci annuali accompagnati dai conti di chiusura di esercizio, inclusi nei suddetti volumi per i primi anni e contenuti in specifiche pubblicazioni a stampa (dal 1873), accompagnati dal rapporto del CdA agli azionisti  volumi dei conti di gestione delle officine di produzione, Napoli, Salerno e Castellammare, con chiusura mensile e a fine esercizio.  Statuto originario e successive modifiche e Atto costitutivo del 1862. Purtroppo il primo volume dei processi verbali delle riunioni del Consiglio di amministrazione, relativo agli anni 1862-67, è andato perduto e perciò, per ricostruire gli intrecci di relazioni in cui si situa la costituzione dell’azienda e il suo successivo sviluppo, essenziale è stato il ricorso alla bibliografia. Oltre agli studi specifici sull’industria dei servizi, cui si è accennato, e sugli investimenti esteri in Italia, un’attenzione particolare è stata dedicata agli studi sul mercato finanziario francese, da Landes, Gille e Bouvier a Hubert Bonin e Nicolas Stoskopf, in particolare ai loro recenti lavori sulle due banche in cui Basile Parent è attivo negli anni Sessanta, e alla letteratura prosopografica che, data la natura dei mercati finanziari ottocenteschi, ha conosciuto una nuova fioritura nell’ambito degli studi sulle reti di relazioni. Non ci sono allo stato attuale studi specifici sulla Parent Schaken et C.ie o sui suoi fondatori, ma ricostruire il loro percorso imprenditoriale è, se pur parzialmente, possibile attraverso il ricorso alla bibliografia, inclusi testi coevi alla loro attività, letteratura grigia, riviste specializzate, raccolte di leggi e di sentenze, nonché ai documenti d’archivio che è stato possibile reperire; interessanti in particolare gli spunti emersi dai contatti epistolari con il professor Nicolas Stoskopf, autore tra l’altro del volume dedicato ai banchieri della raccolta di studi su Les Patrons du Second Empire, il quale si è mostrato disponibile ed interessato agli aspetti italiani degli investimenti del CIC, di cui Basile Parent sembra essere uno dei protagonisti. I suoi interessi in Italia sono infatti decisamente ambiziosi. Nel settore ferroviario: fa parte del sindacato che si aggiudica il primo contratto per la rete delle ferrovie meridionali tra 1860 e 1861; costruisce per Bastogi e per le Romane (uno degli affari italiani del CIC); finanzia (in qualità di socio accomandante) l’impresa che costruisce le Calabro-Sicule, uno dei cui fondatori, l’ingegnere Philippe Vitali, deve il suo ingresso nel settore delle costruzioni ferroviarie ai suoi legami di parentela con Basile Parent. Nel settore dei «travaux publics» e della finanza, oltre alla concessione del servizio di illuminazione a gas di Napoli (1861-62), che nell’ambito di questi investimenti rappresenta dunque un piccolo tassello, anche a livello di capitale investito, Basile Parent è il fondatore della Società Generale Immobiliare di Lavori di Utilità Pubblica ed Agricola - Torino (1861-62), futura Sogene, il cui archivio è ora disponibile presso l’ACS e che mi ripropongo di andare a consultare per comprendere meglio gli intrecci tra la nascita di questa società e i suoi interessi napoletani, antecedenti evidentemente al suo intervento nel Risanamento della città. Basile Parent è inoltre presente nel CdA della Banca di Credito Italiano (Torino, 1861- 63), legata direttamente al CIC, che acquisisce le azioni della Società Immobiliare nel 1864. Questa banca ha una sede a Napoli e tra i suoi fondatori è presente il marchese Michele Avitabile, primo direttore del Banco di Napoli dopo l’unità (di nomina Garibaldina), del quale sarebbe interessante conoscere gli interessi e i legami. Tra gli interrogativi cui spero di trovare risposta, infatti, uno dei più interessanti sembra essere: quali sono i nodi locali di questa rete di interessi? Ci sono legami tra questa e il Comitato Napoletano della Compagnia del gas? Altrettanto interessante è poi, fin dalla fondazione della società, la presenza del capitale svizzero, nell’ambito degli stretti legami, evidenziati dalla storiografia, tra la piazza di Ginevra e quella di Parigi, centro finanziario di network relazionali di lungo periodo che collegano uomini d’affari e imprenditori attivi nell’area di Ginevra, Lione e Torino. La consistenza del capitale svizzero aumenta poi negli anni fino alla nota vicenda della costituzione della Società Meridionale di Elettricità (1899) e della Société Financière Italo-Suisse (1902). Portare alla luce il suo progressivo sviluppo nella vita dell’azienda e la rete di relazioni lungo la quale si è dipanata sembra essere possibile attraverso fonti manoscritte e a stampa conservate presso la Bibliothèque de Genève, secondo le indicazioni del professor Serge Paquier (università di Saint Etienne - Francia) con cui mi sono messa in contatto. I suoi studi sull’elettricità in Svizzera e sulla holding gasiera ginevrina (nata nel 1861) hanno messo infatti l’accento sui legami tra Ginevra e Napoli nell’industria del gas attraverso la figura di Daniel Colladon, l’ingegnere svizzero che progettò gli impianti dell’azienda napoletana e legato personalmente ad Auguste Dassier, il banchiere dell’haute banque parigina di origine svizzera che fu tra i fondatori, accanto alla Parent Schaken et C.ie, della compagnia napoletana. Il ricorso a fonti esterne all’azienda, accanto alla bibliografia, è in ogni caso indispensabile, non solo per la ricostruzione delle circostanze che hanno portato alla fondazione della società e dei suoi primi anni di vita, per cui mancano le fonti interne, ma anche per una contestualizzazione costante nella ricostruzione della storia della Compagnia e del suo rapporto con la città. A questo scopo si prestano gli atti del Consiglio Comunale, la stampa locale, la letteratura grigia, il fondo industrie, banche e società del MAIC presso l’Archivio Centrale dello Stato a Roma, fonti di cui si è iniziato l’esame. Importante sarà poi la futura consultazione dei documenti conservati presso l’Archivio Municipale di Napoli e presso l’Archivio Enel. Nel corso di due periodi di soggiorno all’estero si sono inoltre rilevate le fonti utili ad illuminare l’inserimento sui mercati internazionali dell’azienda: ROUBAIX - CAMT - Fondo dell’Associazione francese portatori di obbligazioni: o Fondo Gaz de Naples, dove si sono reperiti i rapporti del CdA agli azionisti riuniti in Assemblea Générale per gli anni mancanti, dal 1862 al 1867. Particolarmente interessanti i rapporti relativi ad alcuni anni chiave per la costruzione del gruppo, che non sono stati inseriti nei volumi rilegati che la società conserva nella sede napoletana. o Fondo Industrie du Gaz, la holding gasiera ginevrina che progressivamente aumenta la quota di partecipazione nella Napoletana Gas. - Fondi delle compagnie ferroviarie in cui ha operato la Parent Schaken et Cie : o Grand Central o Parigi-Strasburgo o Lione-Ginevra - Fondo Fives-Lille, l’industria meccanica nata dalla Parent, Schaken et Cie, che fornisce informazioni utili sulla struttura del gruppo di investimento originario e sulla sua evoluzione. BIBLIOTHÈQUE DE GENÈVE: - Carte Colladon PARIGI - CAEF – Fondo Ferrovie Italiane - MAIRIE DE PARIS – Fondo Tribunale di Commercio - BIBLIOTEQUE NATIONALE FRANÇOIS MITTERAND: letteratura grigia. Estremamente utile è stata inoltre la rilevazione dati condotta a Londra con la prof.ssa Schisani, presso l’Archivio Rothschild, sulla corrispondenza da e per l’omonima casa bancaria napoletana, che mi ha permesso di approfondire e penetrare dall’interno le logiche di azione della finanza internazionale e le tecniche e i modi man mano sviluppati per trasferire capitale attraverso le frontiere. Contemporaneamente all’estrazione e all’analisi dei dati provenienti dai bilanci e dai conti economici dell’azienda, è ora in fase di svolgimento l’analisi dei verbali delle sedute del Consiglio di Amministrazione. L’incrocio dei dati con gli atti del Consiglio Comunale di Napoli e con la bibliografia esistente sulla storia economica e politico-amministrativa della città si rivela in questo particolarmente interessante per le dinamiche relative all’esistenza di un monopolio riconosciuto alla società sul servizio di illuminazione pubblica e privata, che ha condotto il gruppo di investitori, con le opportune modificazioni che questo ha subito nel corso degli anni, al controllo del settore energetico in tutto il Mezzogiorno continentale. Particolare attenzione viene data, in fase di analisi, alle fonti e alle dinamiche di finanziamento che hanno permesso all’azienda di mantenere risultati positivi e dunque un’immagine di alta reputazione sui mercati esteri del capitale, superando le diverse crisi che interessano l’arco cronologico individuato. Oltre alle fonti interne si è inoltre completata la rilevazione dei documenti esistenti presso l’Archivio Enel. Dall’estrazione dei dati di bilancio nonché dei dati relativi alla gestione economica dell’azienda sembra emergere con una certa evidenza una prima periodizzazione nella vita dell’azienda: 1° Periodo: Fondazione, costruzione e primi passi, 1862/63 - 1871/72. La società affronta la crisi economica del 1866, i problemi derivanti dall’introduzione del corso forzoso in Italia e il riassetto degli equilibri interni al gruppo di investimento da cui ha avuto origine, in seguito alla morte di Basile Parent (1866), da cui si origina la liquidazione della Parent, Schaken et Cie. 2° Periodo: Andamento lento, 1872/73 - 1882/83 (l’esercizio 1872/73 è quello da cui parte la fonte a stampa e segue la crisi della guerra franco-prussiana e della Comune di Parigi, che coinvolge la sede parigina) 3° Periodo: Nuove convenzioni e grande espansione, 1883/84 - 1890/91 (nel 1883, ci sono i primi contatti per modificare la convenzione con il comune di Napoli, che vanno in porto nel 1885, e danno luogo al raddoppio del capitale sociale da 3 a 6 milioni per affrontare i nuovi impegni assunti) 4° Periodo: dal primo ingresso nel settore dell’elettricità, dal 1890/91, fino al 1902, anno della fondazione della società finanziaria Italo-Suisse, che struttura il gruppo di società collegate alla Napoletana, da una parte, e alla Franco-Suisse, dall’altro, regolando gli equilibri interni ai gruppi azionari, attraverso un intreccio di partecipazioni. Il capitale sociale della Napoletana intanto, per affrontare gli impegni nel settore elettrico, con due ravvicinate emissioni azionarie ha raggiunto la cifra di 11,5 milioni , che resterà stabile fino al termine del periodo oggetto di questo studio. 5° Periodo: dal 1903, quando la società ritorna ad occuparsi del settore gas, mantenendo le partecipazioni negli affari elettrici tramite la Italo-Suisse, fino al 1919-20, quando in seguito alle perdite subite negli anni del conflitto mondiale, la Italo-Suisse rastrella sul mercato le azioni Napoletana Gas per scambiarle con azioni della SME, che ne acquisisce il controllo. Il CdA si dimette interamente. L’analisi dei dati viene condotta tenendo come traccia di riferimento la letteratura specifica sull’industria del gas, per individuare eventuali peculiarità di comportamento e di strategia rispetto all’andamento del settore, un confronto che, data la natura del capitale, non può prescindere da un’ottica transnazionale. La tendenza generale dell’andamento del settore conferma, ad esempio, la cesura dei primi anni Ottanta, seguita a «le début de la panique des milieux gazier provoquée en 1878 par la première apparition de l'électricité à l’exposition universelle de Paris». Un timore cui l’industria del gas fa fronte con l’innovazione tecnologica (miglioramento della qualità della fiamma e dei bruciatori), con nuove strategie commerciali (promozione dell’uso calorifico del gas; facilitazioni contrattuali per favorire l’espansione del consumo privato), con un movimento di abbassamento delle tariffe che conduce alla rinegoziazione delle concessioni.

Reti di capitali e reti di servizi a Napoli: la Compagnie Napolitaine d’Éclairage et de Chauffage par le gaz (1862-1920) (tutoraggio tesi di dottorato) / Schisani, MARIA CARMELA. - (2013).

Reti di capitali e reti di servizi a Napoli: la Compagnie Napolitaine d’Éclairage et de Chauffage par le gaz (1862-1920) (tutoraggio tesi di dottorato)

SCHISANI, MARIA CARMELA
2013

Abstract

Nel corso degli ultimi decenni una rinnovata attenzione è stata dedicata allo studio dei flussi internazionali di capitale, che, alla luce degli sviluppi globali dell’economia mondiale e dei mutamenti cui sono andate incontro l’impresa multinazionale e la relativa teoria economica, si è arricchito di una maggiore profondità di indagine, indispensabile per cogliere le diverse forme assunte nel tempo e nello spazio dal fenomeno degli investimenti esteri. Attraverso la lente delle categorie elaborate dalla teoria economica la ricerca storica è tornata ad analizzare il flusso dei capitali in movimento dalle grandi piazze finanziarie europee nel corso del “lungo XIX secolo”, che ha visto lo sviluppo della moderna economia capitalistica irradiarsi gradualmente dall’Inghilterra al cuore dell’Europa continentale, alle sue periferie, alle aree di influenza extraeuropee, fino a raggiungere al principio del nuovo secolo un grado di integrazione a livello mondiale interpretato dagli storici come una «prima globalizzazione». Nel secondo terzo dell’Ottocento, in particolare, nelle «capitali del capitale», essenzialmente Londra e Parigi, al processo di concentrazione del capitale che sostiene la rivoluzione ferroviaria si accompagna l’intensificazione della sua esportazione, non solo lungo i canali tradizionali dell’intermediazione commerciale e dei prestiti ai governi, ma anche sotto forma di investimenti diretti in attività industriali quali lo sfruttamento di risorse primarie (miniere, raffinerie…) e l’intervento nell’infrastrutturazione e nell’organizzazione del territorio, in cui gli stessi governi nazionali gradualmente impegnano le risorse proprie e quelle attinte al mercato finanziario. Di questi investimenti diretti si sono enucleate le forme caratteristiche: gruppi di investimento, holdings, «free standing companies» raggruppate variamente intorno ai nodi delle reti di relazioni. Nel settore dei servizi al ritorno alle ferrovie si è affiancato lo studio comparato del processo globale di elettrificazione e di quei servizi urbani «a rete», quali illuminazione a gas e distribuzione di acqua potabile, la cui modernizzazione è stata uno dei campi d’azione del «big business». L’idea della «networked city», quale oggetto di studio specifico, ha preso forma. Nell’ambito della fase di grande intensificazione dell’esportazione di capitali cui si assiste nei primi anni Sessanta, all’uscita dalla crisi del ’57 e con l’avvento del libero scambio, l’Italia, unificata per opera di un governo «modernizzatore», appare un terreno particolarmente fertile. Debito pubblico, costruzioni ferroviarie, fondazione di istituti di credito fondiario e mobiliare diventano il terreno d’azione privilegiato di banchieri privati e nuovi organismi bancari (Crédit Mobilier, 1852; Crédit Industriel et Commercial, 1859; Société Générale, 1864) che ruotano intorno alla piazza di Parigi. Le capitali dei regni preunitari, i principali centri delle ex Legazioni Pontificie, e le città portuali e «ferroviarie», inoltre, divengono oggetto di progetti di «amélioration», ispirati al modello parigino. In questo contesto le province meridionali, il cui stato di arretratezza è ritenuto frutto esclusivo del malgoverno borbonico, sembrano offrire fruttuose possibilità di investimento, grazie al preciso impegno del governo italiano e al suo stretto legame con la finanza francese: la costruzione della rete ferroviaria, ancora quasi del tutto inesistente, è il terreno su cui si sviluppa un impegno su più fronti. Napoli, in particolare, centro politico, economico e finanziario delle province meridionali, la più grande città d’Italia, terza in Europa per popolazione dopo Parigi e Londra, nodo principale del sistema ferroviario meridionale in progetto, sbocco terminale della longitudinale tirrenica e insieme porta sul Tirreno del traffico europeo da e per l’Oriente, è al centro di progetti di investimento ad ampio spettro: ferrovie, porto, espansione del tessuto urbano ad oriente e ad occidente, servizi a rete: illuminazione, approvvigionamento d’acqua, trasporti. Nell’ambito del contesto delineato, la storia della Compagnie Napolitaine d’Éclairage et de Chauffage par le gaz, la società per azioni costituitasi nel 1862 per l’estensione a tutto il territorio urbano del servizio di illuminazione a gas, sembra essere un buon canale di approfondimento su questo spaccato di storia, nonché sugli sviluppi successivi della presenza del capitale straniero a Napoli, fino agli anni Venti del nuovo secolo. Il controllo della gestione, pur avendo la società sede legale a Napoli, è localizzato presso la sede amministrativa di Parigi, centro degli interessi finanziari della maggioranza del capitale alla sua fondazione. Principale azionista è la Parent Schaken et C.ie di Parigi, un’impresa nata dall’associazione di due imprenditori belgi affermatisi sul mercato delle costruzioni ferroviarie in Francia tra gli anni Quaranta e Cinquanta. Nei primi anni Sessanta questa società è al culmine del suo processo di espansione: acquista infatti la struttura di una holding ed allarga la sua attività al settore minerario e a quello dell’illuminazione a gas, secondo un modello di investimento integrato che è stato messo in evidenza dalla storiografia sull’industria del gas, le cui più recenti acquisizioni, stimolate dal convegno internazionale di Ginevra-Arras, sono state pubblicate nel 2005. Particolarmente interessante la figura di Basile Parent, uno dei “noveaux venus entreprenantes” cui “la période de transition et d’emulation devait offrir des possibilités exceptionnelles” (Landes), il cui passaggio ad attività di carattere espressamente finanziario è reso maggiormente evidente dalla sua presenza nel consiglio di amministrazione del CIC e poi nel CdA e nell’azionariato della Société générale, le due società per azioni bancarie che nascono in Francia tra fine anni Cinquanta e primi anni Sessanta. L’esistenza di legami di questo tipo tra industria e finanza è del resto caratteristica di questo periodo: lo sviluppo delle nuove formazioni bancarie appare strettamente connesso con le necessità operative delle imprese che immobilizzano il capitale in investimenti a lungo termine. La ricostruzione della vicenda imprenditoriale della casa madre sembra importante per comprendere e dare spessore allo stato dell’azienda quale appare dalla prima immagine che ci forniscono le fonti interne nel 1867. Le fonti dirette, ricordo, sono costituite essenzialmente dalla documentazione originale conservata presso la sede di Napoli della Napoletana Gas e consistono in:  volumi manoscritti dei processi verbali delle riunioni del Consiglio di amministrazione, che la società, ancora oggi operante a Napoli, conserva a partire dal quinto esercizio (luglio 1867-giugno 1868). Le riunioni sono tenute a Parigi con cadenza quindicinale fino alla fondazione della Italo-Suisse, nel 1902. Da questo momento in avanti le sedute divengono mensili e talvolta anche più rade e non si coglie più l’elaborazione delle strategie finanziarie, che evidentemente vengono elaborate in altra sede. Le sedute si aprono con l’approvazione del verbale della seduta precedente, quindi proseguono con una scaletta segnata dalla rubricazione a margine e pressappoco invariata: Finanze: si esamina la situazione finanziaria (cassa, crediti, debiti, saldo; previsioni di spesa e eventuali insufficienze); Approvvigionamento: si esamina la situazione dei magazzini di carbone e di materiali delle tre officine, lo stato dei carichi in viaggio e si delibera in merito ai contratti relativi; Stato Periodico: si esaminano i rapporti di fabbricazione e lo stato dei conti d’exploitation delle officine inviati da Napoli, si prende conoscenza delle entrate e del livello dei benefici raggiunto di seduta in seduta, confrontando i valori con quelli dello stesso periodo dell’esercizio precedente, si prendono deliberazioni in merito; Contratti: si esaminano proposte di contratti di fornitura, si stabiliscono le condizioni, se ne autorizza la stipulazione; Lavori: si esaminano le proposte e si autorizza l’esecuzione di nuovi lavori. A ciò si aggiungono voci di rubrica diverse, a seconda delle questioni in essere. Nel periodo degli affari elettrici rubriche specifiche sono dedicate ai singoli affari, presto radunate in una sezione specifica del verbale. Nei periodi di revisione dei contratti con i municipi specifiche rubriche seguono le trattative. Così pure avviene nel caso dei contenziosi aperti. Specifiche rubriche sono dedicate ai problemi relativi alle tariffe, ai problemi di fabbricazione o di distribuzione, allo studio di nuove proposte di affari da intraprendere, alla preparazione del bilancio e dell’Assemblea Générale, alla ripartizione della quota di benefici attribuita al CdA, al rinnovo degli uffici in apertura di esercizio, alla nomina di amministratori quando necessario. Dall’esame dello stato finanziario, derivano, quando necessario, delibere relative al modo in cui far fronte alle insufficienze previste per la copertura del servizio finanziario (pagamento coupons di azioni ed obbligazioni) o al consolidamento del debito fluttuante e ad eventuali aumenti di capitale. Tutte le delibere vengono trasmesse al direttore della Compagnia a Napoli per l’esecuzione e restano in vigore fino a nuova delibera. Dai verbali emergono inoltre informazioni sulla struttura organizzativa degli uffici, sul personale, sulle retribuzioni. Ogni anno a fine dicembre una rubrica Personale informa sulle promozioni, sugli eventuali aumenti di retribuzione, sulla concessione di pensioni e di sussidi a vedove ed orfani, per poter calcolare la spesa prevista per il personale durante l’anno successivo. Specifiche rubriche riguardano eventuali consulenze retribuite e premi corrisposti agli amministratori o al direttore.  bilanci annuali accompagnati dai conti di chiusura di esercizio, inclusi nei suddetti volumi per i primi anni e contenuti in specifiche pubblicazioni a stampa (dal 1873), accompagnati dal rapporto del CdA agli azionisti  volumi dei conti di gestione delle officine di produzione, Napoli, Salerno e Castellammare, con chiusura mensile e a fine esercizio.  Statuto originario e successive modifiche e Atto costitutivo del 1862. Purtroppo il primo volume dei processi verbali delle riunioni del Consiglio di amministrazione, relativo agli anni 1862-67, è andato perduto e perciò, per ricostruire gli intrecci di relazioni in cui si situa la costituzione dell’azienda e il suo successivo sviluppo, essenziale è stato il ricorso alla bibliografia. Oltre agli studi specifici sull’industria dei servizi, cui si è accennato, e sugli investimenti esteri in Italia, un’attenzione particolare è stata dedicata agli studi sul mercato finanziario francese, da Landes, Gille e Bouvier a Hubert Bonin e Nicolas Stoskopf, in particolare ai loro recenti lavori sulle due banche in cui Basile Parent è attivo negli anni Sessanta, e alla letteratura prosopografica che, data la natura dei mercati finanziari ottocenteschi, ha conosciuto una nuova fioritura nell’ambito degli studi sulle reti di relazioni. Non ci sono allo stato attuale studi specifici sulla Parent Schaken et C.ie o sui suoi fondatori, ma ricostruire il loro percorso imprenditoriale è, se pur parzialmente, possibile attraverso il ricorso alla bibliografia, inclusi testi coevi alla loro attività, letteratura grigia, riviste specializzate, raccolte di leggi e di sentenze, nonché ai documenti d’archivio che è stato possibile reperire; interessanti in particolare gli spunti emersi dai contatti epistolari con il professor Nicolas Stoskopf, autore tra l’altro del volume dedicato ai banchieri della raccolta di studi su Les Patrons du Second Empire, il quale si è mostrato disponibile ed interessato agli aspetti italiani degli investimenti del CIC, di cui Basile Parent sembra essere uno dei protagonisti. I suoi interessi in Italia sono infatti decisamente ambiziosi. Nel settore ferroviario: fa parte del sindacato che si aggiudica il primo contratto per la rete delle ferrovie meridionali tra 1860 e 1861; costruisce per Bastogi e per le Romane (uno degli affari italiani del CIC); finanzia (in qualità di socio accomandante) l’impresa che costruisce le Calabro-Sicule, uno dei cui fondatori, l’ingegnere Philippe Vitali, deve il suo ingresso nel settore delle costruzioni ferroviarie ai suoi legami di parentela con Basile Parent. Nel settore dei «travaux publics» e della finanza, oltre alla concessione del servizio di illuminazione a gas di Napoli (1861-62), che nell’ambito di questi investimenti rappresenta dunque un piccolo tassello, anche a livello di capitale investito, Basile Parent è il fondatore della Società Generale Immobiliare di Lavori di Utilità Pubblica ed Agricola - Torino (1861-62), futura Sogene, il cui archivio è ora disponibile presso l’ACS e che mi ripropongo di andare a consultare per comprendere meglio gli intrecci tra la nascita di questa società e i suoi interessi napoletani, antecedenti evidentemente al suo intervento nel Risanamento della città. Basile Parent è inoltre presente nel CdA della Banca di Credito Italiano (Torino, 1861- 63), legata direttamente al CIC, che acquisisce le azioni della Società Immobiliare nel 1864. Questa banca ha una sede a Napoli e tra i suoi fondatori è presente il marchese Michele Avitabile, primo direttore del Banco di Napoli dopo l’unità (di nomina Garibaldina), del quale sarebbe interessante conoscere gli interessi e i legami. Tra gli interrogativi cui spero di trovare risposta, infatti, uno dei più interessanti sembra essere: quali sono i nodi locali di questa rete di interessi? Ci sono legami tra questa e il Comitato Napoletano della Compagnia del gas? Altrettanto interessante è poi, fin dalla fondazione della società, la presenza del capitale svizzero, nell’ambito degli stretti legami, evidenziati dalla storiografia, tra la piazza di Ginevra e quella di Parigi, centro finanziario di network relazionali di lungo periodo che collegano uomini d’affari e imprenditori attivi nell’area di Ginevra, Lione e Torino. La consistenza del capitale svizzero aumenta poi negli anni fino alla nota vicenda della costituzione della Società Meridionale di Elettricità (1899) e della Société Financière Italo-Suisse (1902). Portare alla luce il suo progressivo sviluppo nella vita dell’azienda e la rete di relazioni lungo la quale si è dipanata sembra essere possibile attraverso fonti manoscritte e a stampa conservate presso la Bibliothèque de Genève, secondo le indicazioni del professor Serge Paquier (università di Saint Etienne - Francia) con cui mi sono messa in contatto. I suoi studi sull’elettricità in Svizzera e sulla holding gasiera ginevrina (nata nel 1861) hanno messo infatti l’accento sui legami tra Ginevra e Napoli nell’industria del gas attraverso la figura di Daniel Colladon, l’ingegnere svizzero che progettò gli impianti dell’azienda napoletana e legato personalmente ad Auguste Dassier, il banchiere dell’haute banque parigina di origine svizzera che fu tra i fondatori, accanto alla Parent Schaken et C.ie, della compagnia napoletana. Il ricorso a fonti esterne all’azienda, accanto alla bibliografia, è in ogni caso indispensabile, non solo per la ricostruzione delle circostanze che hanno portato alla fondazione della società e dei suoi primi anni di vita, per cui mancano le fonti interne, ma anche per una contestualizzazione costante nella ricostruzione della storia della Compagnia e del suo rapporto con la città. A questo scopo si prestano gli atti del Consiglio Comunale, la stampa locale, la letteratura grigia, il fondo industrie, banche e società del MAIC presso l’Archivio Centrale dello Stato a Roma, fonti di cui si è iniziato l’esame. Importante sarà poi la futura consultazione dei documenti conservati presso l’Archivio Municipale di Napoli e presso l’Archivio Enel. Nel corso di due periodi di soggiorno all’estero si sono inoltre rilevate le fonti utili ad illuminare l’inserimento sui mercati internazionali dell’azienda: ROUBAIX - CAMT - Fondo dell’Associazione francese portatori di obbligazioni: o Fondo Gaz de Naples, dove si sono reperiti i rapporti del CdA agli azionisti riuniti in Assemblea Générale per gli anni mancanti, dal 1862 al 1867. Particolarmente interessanti i rapporti relativi ad alcuni anni chiave per la costruzione del gruppo, che non sono stati inseriti nei volumi rilegati che la società conserva nella sede napoletana. o Fondo Industrie du Gaz, la holding gasiera ginevrina che progressivamente aumenta la quota di partecipazione nella Napoletana Gas. - Fondi delle compagnie ferroviarie in cui ha operato la Parent Schaken et Cie : o Grand Central o Parigi-Strasburgo o Lione-Ginevra - Fondo Fives-Lille, l’industria meccanica nata dalla Parent, Schaken et Cie, che fornisce informazioni utili sulla struttura del gruppo di investimento originario e sulla sua evoluzione. BIBLIOTHÈQUE DE GENÈVE: - Carte Colladon PARIGI - CAEF – Fondo Ferrovie Italiane - MAIRIE DE PARIS – Fondo Tribunale di Commercio - BIBLIOTEQUE NATIONALE FRANÇOIS MITTERAND: letteratura grigia. Estremamente utile è stata inoltre la rilevazione dati condotta a Londra con la prof.ssa Schisani, presso l’Archivio Rothschild, sulla corrispondenza da e per l’omonima casa bancaria napoletana, che mi ha permesso di approfondire e penetrare dall’interno le logiche di azione della finanza internazionale e le tecniche e i modi man mano sviluppati per trasferire capitale attraverso le frontiere. Contemporaneamente all’estrazione e all’analisi dei dati provenienti dai bilanci e dai conti economici dell’azienda, è ora in fase di svolgimento l’analisi dei verbali delle sedute del Consiglio di Amministrazione. L’incrocio dei dati con gli atti del Consiglio Comunale di Napoli e con la bibliografia esistente sulla storia economica e politico-amministrativa della città si rivela in questo particolarmente interessante per le dinamiche relative all’esistenza di un monopolio riconosciuto alla società sul servizio di illuminazione pubblica e privata, che ha condotto il gruppo di investitori, con le opportune modificazioni che questo ha subito nel corso degli anni, al controllo del settore energetico in tutto il Mezzogiorno continentale. Particolare attenzione viene data, in fase di analisi, alle fonti e alle dinamiche di finanziamento che hanno permesso all’azienda di mantenere risultati positivi e dunque un’immagine di alta reputazione sui mercati esteri del capitale, superando le diverse crisi che interessano l’arco cronologico individuato. Oltre alle fonti interne si è inoltre completata la rilevazione dei documenti esistenti presso l’Archivio Enel. Dall’estrazione dei dati di bilancio nonché dei dati relativi alla gestione economica dell’azienda sembra emergere con una certa evidenza una prima periodizzazione nella vita dell’azienda: 1° Periodo: Fondazione, costruzione e primi passi, 1862/63 - 1871/72. La società affronta la crisi economica del 1866, i problemi derivanti dall’introduzione del corso forzoso in Italia e il riassetto degli equilibri interni al gruppo di investimento da cui ha avuto origine, in seguito alla morte di Basile Parent (1866), da cui si origina la liquidazione della Parent, Schaken et Cie. 2° Periodo: Andamento lento, 1872/73 - 1882/83 (l’esercizio 1872/73 è quello da cui parte la fonte a stampa e segue la crisi della guerra franco-prussiana e della Comune di Parigi, che coinvolge la sede parigina) 3° Periodo: Nuove convenzioni e grande espansione, 1883/84 - 1890/91 (nel 1883, ci sono i primi contatti per modificare la convenzione con il comune di Napoli, che vanno in porto nel 1885, e danno luogo al raddoppio del capitale sociale da 3 a 6 milioni per affrontare i nuovi impegni assunti) 4° Periodo: dal primo ingresso nel settore dell’elettricità, dal 1890/91, fino al 1902, anno della fondazione della società finanziaria Italo-Suisse, che struttura il gruppo di società collegate alla Napoletana, da una parte, e alla Franco-Suisse, dall’altro, regolando gli equilibri interni ai gruppi azionari, attraverso un intreccio di partecipazioni. Il capitale sociale della Napoletana intanto, per affrontare gli impegni nel settore elettrico, con due ravvicinate emissioni azionarie ha raggiunto la cifra di 11,5 milioni , che resterà stabile fino al termine del periodo oggetto di questo studio. 5° Periodo: dal 1903, quando la società ritorna ad occuparsi del settore gas, mantenendo le partecipazioni negli affari elettrici tramite la Italo-Suisse, fino al 1919-20, quando in seguito alle perdite subite negli anni del conflitto mondiale, la Italo-Suisse rastrella sul mercato le azioni Napoletana Gas per scambiarle con azioni della SME, che ne acquisisce il controllo. Il CdA si dimette interamente. L’analisi dei dati viene condotta tenendo come traccia di riferimento la letteratura specifica sull’industria del gas, per individuare eventuali peculiarità di comportamento e di strategia rispetto all’andamento del settore, un confronto che, data la natura del capitale, non può prescindere da un’ottica transnazionale. La tendenza generale dell’andamento del settore conferma, ad esempio, la cesura dei primi anni Ottanta, seguita a «le début de la panique des milieux gazier provoquée en 1878 par la première apparition de l'électricité à l’exposition universelle de Paris». Un timore cui l’industria del gas fa fronte con l’innovazione tecnologica (miglioramento della qualità della fiamma e dei bruciatori), con nuove strategie commerciali (promozione dell’uso calorifico del gas; facilitazioni contrattuali per favorire l’espansione del consumo privato), con un movimento di abbassamento delle tariffe che conduce alla rinegoziazione delle concessioni.
2013
Reti di capitali e reti di servizi a Napoli: la Compagnie Napolitaine d’Éclairage et de Chauffage par le gaz (1862-1920) (tutoraggio tesi di dottorato) / Schisani, MARIA CARMELA. - (2013).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/401524
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