Il contributo chiude il volume “Patrimonio culturale e paesaggio: un approccio di filiera per la progettualità territoriale”, a cura di Mautone – Ronza, promosso dal Dipartimento Patrimonio Culturale (DPC) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Riprendendo suggestioni ed orientamenti della New Cultural Geography, il concetto di Distretto Culturale è analizzato sia dal punto di vista teorico che applicativo; in linea con l’impostazione interdisciplinare del volume, si vuole evidenziare in che modo la sinergia tra scienze geografiche, scienze della pianificazione e scienze economiche per il marketing territoriale assicuri al patrimonio identitario ed al paesaggio la valenza di risorse non delocalizzabili per la competitività duratura delle società post-industriali. Fattori di attrattività per lo sviluppo endogeno e sostenibile, i beni culturali costituiscono “il vantaggio competitivo”; il patrimonio non è una funzione produttiva o di servizio delocalizzabile ma è fruibile solo in loco e da esso dipendono attività fortemente interrelate, connesse al turismo culturale, ai localismi produttivi, all’innovazione dell’impresa. Il Distretto Culturale costituisce, pertanto, l’espressione più matura di una progettualità articolata sul paesaggio e sull’identità; è un’area nella quale il patrimonio costituisce una risorsa prioritaria di sviluppo, il focus indiscusso delle azioni di intervento rivolte alla conoscenza, conservazione, valorizzazione, fruizione e gestione dei beni culturali e ambientali. La centralità che assumono i beni culturali e il paesaggio potrebbe far pensare che questa tipologia di distrettualizzazione favorisca la persistenza di assetti territoriali costituiti e stratificati; al contrario il modello di distretto culturale spinge il sistema territoriale al cambiamento, al dinamismo morfo-funzionale, ad una profonda trasformazione dell’organizzazione economica e sociale. Il principio fondamentale alla base del distretto è che il paesaggio non deve essere semplicemente conservato; va, invece, innovato nelle funzioni e nelle modalità d’uso. La produttività del paesaggio nel rispetto delle capacità di carico e degli equilibri ambientali costituisce l’asse portante del distretto culturale in quanto, solo assegnando a ciascuna tessera del mosaico paesistico un ruolo attivo nell’economia locale, è possibile preservarne le valenze ed arricchirne i valori. Il distretto culturale risponde all’attuale esigenza di individuare scale intermedie che possano sostenere la differenziazione delle politiche e delle strategie territoriali. Facendo propri principi e metodi adottati per distrettualizzazioni basate sulle attività industriali, sulle funzioni turistiche, sull’attrattività dei sistemi urbani, è possibile individuare nelle forme del patrimonio culturale e del paesaggio parametri di ripartizione per la definizione di Bacini culturali. Le risorse individuate nella piattaforma territoriale devono essere, tuttavia, incanalate e raccordate in una specifica tipologia di filiera, ovvero la filiera culturale. L’obiettivo del distretto culturale è quello di inserire il patrimonio nei più diversificati settori della produzione e dei servizi affinché le originalità delle risorse endogene possano proporsi quale trait d’union tra forze locali impegnate in ambiti eterogenei. Il distretto culturale si configura come un triangolo di relazioni avente al centro una ben definita piattaforma territoriale e ai vertici centri di ricerca e di eccellenza, istituzioni ed enti locali, imprenditoria locale; solo adottando una prospettiva più ampia, questa forma distrettuale può uscire da logiche di passivo adeguamento alla domanda di beni e servizi per rispondere ad una strategia propositiva ed innovativa, in linea con le possibilità connesse dall’applicazione dell’ICT al settore del patrimonio culturale e ambientale e del paesaggio.

Il distretto culturale per la progettualità territoriale: paesaggio, gestione, innovazione / Ronza, Maria. - STAMPA. - (2009), pp. 201-208.

Il distretto culturale per la progettualità territoriale: paesaggio, gestione, innovazione.

RONZA, MARIA
2009

Abstract

Il contributo chiude il volume “Patrimonio culturale e paesaggio: un approccio di filiera per la progettualità territoriale”, a cura di Mautone – Ronza, promosso dal Dipartimento Patrimonio Culturale (DPC) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Riprendendo suggestioni ed orientamenti della New Cultural Geography, il concetto di Distretto Culturale è analizzato sia dal punto di vista teorico che applicativo; in linea con l’impostazione interdisciplinare del volume, si vuole evidenziare in che modo la sinergia tra scienze geografiche, scienze della pianificazione e scienze economiche per il marketing territoriale assicuri al patrimonio identitario ed al paesaggio la valenza di risorse non delocalizzabili per la competitività duratura delle società post-industriali. Fattori di attrattività per lo sviluppo endogeno e sostenibile, i beni culturali costituiscono “il vantaggio competitivo”; il patrimonio non è una funzione produttiva o di servizio delocalizzabile ma è fruibile solo in loco e da esso dipendono attività fortemente interrelate, connesse al turismo culturale, ai localismi produttivi, all’innovazione dell’impresa. Il Distretto Culturale costituisce, pertanto, l’espressione più matura di una progettualità articolata sul paesaggio e sull’identità; è un’area nella quale il patrimonio costituisce una risorsa prioritaria di sviluppo, il focus indiscusso delle azioni di intervento rivolte alla conoscenza, conservazione, valorizzazione, fruizione e gestione dei beni culturali e ambientali. La centralità che assumono i beni culturali e il paesaggio potrebbe far pensare che questa tipologia di distrettualizzazione favorisca la persistenza di assetti territoriali costituiti e stratificati; al contrario il modello di distretto culturale spinge il sistema territoriale al cambiamento, al dinamismo morfo-funzionale, ad una profonda trasformazione dell’organizzazione economica e sociale. Il principio fondamentale alla base del distretto è che il paesaggio non deve essere semplicemente conservato; va, invece, innovato nelle funzioni e nelle modalità d’uso. La produttività del paesaggio nel rispetto delle capacità di carico e degli equilibri ambientali costituisce l’asse portante del distretto culturale in quanto, solo assegnando a ciascuna tessera del mosaico paesistico un ruolo attivo nell’economia locale, è possibile preservarne le valenze ed arricchirne i valori. Il distretto culturale risponde all’attuale esigenza di individuare scale intermedie che possano sostenere la differenziazione delle politiche e delle strategie territoriali. Facendo propri principi e metodi adottati per distrettualizzazioni basate sulle attività industriali, sulle funzioni turistiche, sull’attrattività dei sistemi urbani, è possibile individuare nelle forme del patrimonio culturale e del paesaggio parametri di ripartizione per la definizione di Bacini culturali. Le risorse individuate nella piattaforma territoriale devono essere, tuttavia, incanalate e raccordate in una specifica tipologia di filiera, ovvero la filiera culturale. L’obiettivo del distretto culturale è quello di inserire il patrimonio nei più diversificati settori della produzione e dei servizi affinché le originalità delle risorse endogene possano proporsi quale trait d’union tra forze locali impegnate in ambiti eterogenei. Il distretto culturale si configura come un triangolo di relazioni avente al centro una ben definita piattaforma territoriale e ai vertici centri di ricerca e di eccellenza, istituzioni ed enti locali, imprenditoria locale; solo adottando una prospettiva più ampia, questa forma distrettuale può uscire da logiche di passivo adeguamento alla domanda di beni e servizi per rispondere ad una strategia propositiva ed innovativa, in linea con le possibilità connesse dall’applicazione dell’ICT al settore del patrimonio culturale e ambientale e del paesaggio.
2009
9788849218138
Il distretto culturale per la progettualità territoriale: paesaggio, gestione, innovazione / Ronza, Maria. - STAMPA. - (2009), pp. 201-208.
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