La cromatografia liquida ad alta prestazione (HPLC: High Pressure Liquid Chromatography) permette di separare e quantificare i pigmenti clorofilliani e quelli accessori (carotenoidi) e, quindi, di valutare l’intero spettro pigmentario, con l’eccezione dei pigmenti idrosolubili (ficobiliproteine). Lo spettro pigmentario costituisce un valido strumento nello studio dell’ecologia del fitoplancton e può essere impiegato per ottenere indicazioni di diverso tipo. Alcuni carotenoidi sono considerati indicatori chemotassonomici dei principali gruppi algali, altri danno indicazioni sulla fotofisiologia e su eventuali stress fisiologici e i prodotti di degradazione delle clorofille possono essere utilizzati come indicatori di senescenza e di grazing. La separazione dei pigmenti è possibile grazie alla loro differenza di polarità che determina l’affinità tra una fase mobile (solventi d’eluizione) ed una stazionaria (colonna). In pratica, essa è determinata dalla loro differente velocità di attraversamento della colonna (composta da un supporto costituito da silicio e molecole di C18 o C8) che rappresenta la fase stazionaria, mentre la miscela di solventi e di pigmenti, che attraversa la colonna, costituisce la fase mobile. La polarità della fase mobile varia nel tempo, così i pigmenti adsorbiti sulla fase stazionaria sono eluiti e dunque separati sequenzialmente dalla fase mobile secondo il loro gradiente di polarità. In genere, si utilizza un gradiente di eluzione che permette di diminuire il tempo di ritenzione dei composti meno polari e, conseguentemente, di aumentare la sensibilità del metodo. Una volta separati i pigmenti sono rilevati e quantificati secondo le metodologie spettrofotometriche e/o fluorimetriche. Il risultato dell’analisi è un cromatogramma (spettrofotometrico e/o fluorimetrico), in cui la posizione dei picchi sull’asse dei tempi consente di identificare i diversi pigmenti presenti nel campione, mentre dalle aree dei picchi è possibile effettuarne la quantificazione.

Determinazione quali-quantitativa dei pigmenti fitoplanctonici mediante HPLC / Brunet, C.; Mangoni, Olga. - STAMPA. - 56:(2010), pp. 379-387.

Determinazione quali-quantitativa dei pigmenti fitoplanctonici mediante HPLC

MANGONI, OLGA
2010

Abstract

La cromatografia liquida ad alta prestazione (HPLC: High Pressure Liquid Chromatography) permette di separare e quantificare i pigmenti clorofilliani e quelli accessori (carotenoidi) e, quindi, di valutare l’intero spettro pigmentario, con l’eccezione dei pigmenti idrosolubili (ficobiliproteine). Lo spettro pigmentario costituisce un valido strumento nello studio dell’ecologia del fitoplancton e può essere impiegato per ottenere indicazioni di diverso tipo. Alcuni carotenoidi sono considerati indicatori chemotassonomici dei principali gruppi algali, altri danno indicazioni sulla fotofisiologia e su eventuali stress fisiologici e i prodotti di degradazione delle clorofille possono essere utilizzati come indicatori di senescenza e di grazing. La separazione dei pigmenti è possibile grazie alla loro differenza di polarità che determina l’affinità tra una fase mobile (solventi d’eluizione) ed una stazionaria (colonna). In pratica, essa è determinata dalla loro differente velocità di attraversamento della colonna (composta da un supporto costituito da silicio e molecole di C18 o C8) che rappresenta la fase stazionaria, mentre la miscela di solventi e di pigmenti, che attraversa la colonna, costituisce la fase mobile. La polarità della fase mobile varia nel tempo, così i pigmenti adsorbiti sulla fase stazionaria sono eluiti e dunque separati sequenzialmente dalla fase mobile secondo il loro gradiente di polarità. In genere, si utilizza un gradiente di eluzione che permette di diminuire il tempo di ritenzione dei composti meno polari e, conseguentemente, di aumentare la sensibilità del metodo. Una volta separati i pigmenti sono rilevati e quantificati secondo le metodologie spettrofotometriche e/o fluorimetriche. Il risultato dell’analisi è un cromatogramma (spettrofotometrico e/o fluorimetrico), in cui la posizione dei picchi sull’asse dei tempi consente di identificare i diversi pigmenti presenti nel campione, mentre dalle aree dei picchi è possibile effettuarne la quantificazione.
2010
9788844804275
Determinazione quali-quantitativa dei pigmenti fitoplanctonici mediante HPLC / Brunet, C.; Mangoni, Olga. - STAMPA. - 56:(2010), pp. 379-387.
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