Il lavoro di ricerca svolto dal candiato è stato finalizzato soprattutto alla produzione di un commento continuuo ai componimenti De angelis et sanctis, che sono contenuti nella Symphonia armoniae caelestium revelationum, opera poetico-liturgica di una singolare figura di mistica, profetessa e compositrice vissuta nella valle del Reno nel XII secolo, Hildegard von Bingen (1098-1179): si tratta, nella fattispecie, dei dodici carmi liturgici dedicati alle schiere angeliche, ai profeti e ai patriarchi, agli apostoli, a S. Giovanni Evangelista, ai martiri e ai confessori; tali liriche, nel loro insieme, costituiscono – secondo la suddivisione della Symphonia operata dai più accreditati editori dell’opera – un’intera sezione di tale ciclo poetico-liturgico. Il commento prodotto presenta i risultati di un’approfondita analisi ipotestuale e critico-esegetica svolta sul testo dei suddetti carmi, testo già criticamente costituito in seguito ad una quarantina d’anni di attenzioni filologiche da parte degli studiosi: fondamentali, in particolare, le edizioni di Pudentiana Barth, M. Immaculata Ritscher e Joseph Schmidt-Görg (1969); di Barbara Newman (1988, 1998 e, infine, 2007 per la collana Corpus Christianorum Continuatio Mediaevalis di Brepols); di Walter Berschin e Heinrich Schipperges (1995). Tale analisi, in particolare, è stata finalizzata al conseguimento di tre risultati sostanziali: 1) In primo luogo, un paziente e minuzioso scandaglio del testo dei carmi presi in esame – operazione in massima parte svolta attraverso l’ausilio di alcuni database in formato digitale provvisti di motore di ricerca testuale, quali il PHI 5.3 del Packard Humanities Institute, la Patrologia Latina Database, e la Cetedoc Library of Latin Texts di Brepols – ha condotto all’individuazione dei riferimenti lessicali, formali o sostanziali alle Sacre Scritture, al corpus della letteratura patristica e ad altre opere della latinità antecedente e contemporanea ad Hildegard ivi riscontrabili, con la finalità di portare alla luce la fitta rete ipotestuale a tale testo sottesa e di ricostruire, in tal modo, il sistema di influenze letterarie, dottrinali ed esegetiche che sostanziano la composizione della sezione analizzata della Symphonia e che ne determinano la forma e i contenuti. I risultati di tale analisi ipotestuale sono presentati – diversamente dalla scelta fatta, per esempio, da Barbara Newman, che a pie’ pagina del suo testo della Symphonia ripubblicato per i tipi di Brepols si limita ad indicare una serie indicativa e non esaustiva di riferimenti, sotto forma di apparatus fontium – nell’ambito di un commento esteso, in forma argomentata, che cerca di dar conto, alla luce del complesso rapporto della scrittura hildegardiana con le proprie fonti, del tipo di connessione instaurata di volta in volta tra il testo analizzato e i suoi ipotesti e di come e in che termini l’opera citata o ripresa abbia influenzato il pensiero e lo stile di Hildegard. 2) Partendo dalla ricostruzione di tale rete ipotestuale e attraverso un confronto intratestuale di tipo linguistico, stilistico e concettuale con la restante opera di Hildegard – in particolare con gli scritti della trilogia teologico-profetica costituita da Scivias, Liber vitae meritorum e Liber divinorum operum – è stato possibile procedere all’approfondita esegesi, la prima finora tentata, dei testi poetico-liturgici fatti oggetto dell’indagine. Tale esegesi è finalizzata soprattutto alla decodifica dell’oscuro e complesso ordito simbolico di cui i suddetti testi si sostanziano. I componimenti che costituiscono la Symphonia, infatti, rappresentano un densissimo distillato poetico dei più complessi e profondi concetti teologico-dottrinali espressi in forma più ampia e distesa nell’intera opera mistica della badessa renana; concetti che qui sono invece semplicemente evocati attraverso una serie di complesse immagini simboliche assai potenti e sostanzialmente originali, il cui significato è dato dalla reciproca connessione, attraverso legami di tipo intuitivo-allusivo, delle diverse possibili interpretazioni di ciascuno degli elementi allegorici che compongono tali immagini. Tali elementi allegorici, naturalmente, sono per la maggior parte derivanti dalle Scritture e interpretabili sulla base degli scritti patristici: da qui, dunque, la necessità del primo momento dell’analisi, quello della ricerca ipotestuale. 3) Conseguentemente a tale lavoro di decodifica, sebbene, come già accenato, il lavoro del candidato non sia stato finalizzato a un’indagine critico-testuale sui componimenti presi in esame, è stato tuttavia possibile avanzare delle nuove ipotesi per la soluzione di alcune questioni critico-testuali lasciate aperte dal pur impeccabile lavoro filologico svolto dagli editori della Symphonia. In alcuni casi particolarmente spinosi, infatti, il solo confronto tra le fonti manoscritte, indipendentemente da un’approfondita esegesi del testo, non aveva potuto fornire ai filologi risposte soddisfacenti: una più compiuta comprensione del significato generale dei contenuti e l’acquisita coscienza della rete di allusioni e dei riferimenti di cui essi sono innervati, ha invece potuto condurre ad una più soddisfacente ricostruzione del testo, fondata su chiare evidenze esegetiche, oltre che su dati puramente critico-testuali. È stato dunque possibile, su tali basi, presentare un testo criticamente riassestato e innovativamente punteggiato, di cui si è prodotta una nuova traduzione dal latino all’italiano, che fosse rispondente alle soluzioni proposte sul piano esegetico e filologico e potesse aprire una nuova prospettiva di diffusione e comprensione dei componimenti ildegardiani. La tesi si compone essenzialmente di due macro-sezioni. Nella prima, di carattere introduttivo e critico-bibliografico, risulta in primo luogo brevemente delineata la figura di Hildegard von Bingen, inserita nel contesto storico, letterario, dottrinale e filosofico del suo tempo, con gli opportuni riferimenti alla più recente letteratura scientifica sull’argomento; risulta, poi, successivamente presentata nello specifico la Symphonia armoniae caelestium revelationum, con una rassegna delle sue diverse edizioni e traduzioni, nonché degli studi critici su tale opera incentrati; sono presentati infine i fondamenti metodologici del lavoro di analisi e commento e alcune conclusioni da esso derivanti. La seconda sezione, che costituisce il corpo principale e la parte più estesa della tesi, è invece interamente dedicata al commento dei dodici carmi scelti quali oggetto della dissertazione: di ciascun componimento è presentato innanzi tutto il testo, tratto, con qualche ritocco nella punteggiatura, dalle più recenti edizioni della Symphonia e, in alcuni casi, criticamente rivisto; ad una proposta di traduzione italiana segue, appunto, l’ampio commento di cui s’è detto e che presenta, nel dettaglio, le varie questioni esegetiche, intertestuali e intratestuali, teologiche, dottrinali, letterarie, filologiche legate ai testi in analisi, fornendo un’ampia e capillare guida alla lettura e alla comprensione degli spesso oscuri componimenti di Hildegard.

Simbolismo, mistica e teologia nelle liriche "De angelis et sanctis" della "Symphonia armoniae caelestium revelationum" di Hildegard von Bingen / Germano, Giuseppe. - (2011).

Simbolismo, mistica e teologia nelle liriche "De angelis et sanctis" della "Symphonia armoniae caelestium revelationum" di Hildegard von Bingen

GERMANO, GIUSEPPE
2011

Abstract

Il lavoro di ricerca svolto dal candiato è stato finalizzato soprattutto alla produzione di un commento continuuo ai componimenti De angelis et sanctis, che sono contenuti nella Symphonia armoniae caelestium revelationum, opera poetico-liturgica di una singolare figura di mistica, profetessa e compositrice vissuta nella valle del Reno nel XII secolo, Hildegard von Bingen (1098-1179): si tratta, nella fattispecie, dei dodici carmi liturgici dedicati alle schiere angeliche, ai profeti e ai patriarchi, agli apostoli, a S. Giovanni Evangelista, ai martiri e ai confessori; tali liriche, nel loro insieme, costituiscono – secondo la suddivisione della Symphonia operata dai più accreditati editori dell’opera – un’intera sezione di tale ciclo poetico-liturgico. Il commento prodotto presenta i risultati di un’approfondita analisi ipotestuale e critico-esegetica svolta sul testo dei suddetti carmi, testo già criticamente costituito in seguito ad una quarantina d’anni di attenzioni filologiche da parte degli studiosi: fondamentali, in particolare, le edizioni di Pudentiana Barth, M. Immaculata Ritscher e Joseph Schmidt-Görg (1969); di Barbara Newman (1988, 1998 e, infine, 2007 per la collana Corpus Christianorum Continuatio Mediaevalis di Brepols); di Walter Berschin e Heinrich Schipperges (1995). Tale analisi, in particolare, è stata finalizzata al conseguimento di tre risultati sostanziali: 1) In primo luogo, un paziente e minuzioso scandaglio del testo dei carmi presi in esame – operazione in massima parte svolta attraverso l’ausilio di alcuni database in formato digitale provvisti di motore di ricerca testuale, quali il PHI 5.3 del Packard Humanities Institute, la Patrologia Latina Database, e la Cetedoc Library of Latin Texts di Brepols – ha condotto all’individuazione dei riferimenti lessicali, formali o sostanziali alle Sacre Scritture, al corpus della letteratura patristica e ad altre opere della latinità antecedente e contemporanea ad Hildegard ivi riscontrabili, con la finalità di portare alla luce la fitta rete ipotestuale a tale testo sottesa e di ricostruire, in tal modo, il sistema di influenze letterarie, dottrinali ed esegetiche che sostanziano la composizione della sezione analizzata della Symphonia e che ne determinano la forma e i contenuti. I risultati di tale analisi ipotestuale sono presentati – diversamente dalla scelta fatta, per esempio, da Barbara Newman, che a pie’ pagina del suo testo della Symphonia ripubblicato per i tipi di Brepols si limita ad indicare una serie indicativa e non esaustiva di riferimenti, sotto forma di apparatus fontium – nell’ambito di un commento esteso, in forma argomentata, che cerca di dar conto, alla luce del complesso rapporto della scrittura hildegardiana con le proprie fonti, del tipo di connessione instaurata di volta in volta tra il testo analizzato e i suoi ipotesti e di come e in che termini l’opera citata o ripresa abbia influenzato il pensiero e lo stile di Hildegard. 2) Partendo dalla ricostruzione di tale rete ipotestuale e attraverso un confronto intratestuale di tipo linguistico, stilistico e concettuale con la restante opera di Hildegard – in particolare con gli scritti della trilogia teologico-profetica costituita da Scivias, Liber vitae meritorum e Liber divinorum operum – è stato possibile procedere all’approfondita esegesi, la prima finora tentata, dei testi poetico-liturgici fatti oggetto dell’indagine. Tale esegesi è finalizzata soprattutto alla decodifica dell’oscuro e complesso ordito simbolico di cui i suddetti testi si sostanziano. I componimenti che costituiscono la Symphonia, infatti, rappresentano un densissimo distillato poetico dei più complessi e profondi concetti teologico-dottrinali espressi in forma più ampia e distesa nell’intera opera mistica della badessa renana; concetti che qui sono invece semplicemente evocati attraverso una serie di complesse immagini simboliche assai potenti e sostanzialmente originali, il cui significato è dato dalla reciproca connessione, attraverso legami di tipo intuitivo-allusivo, delle diverse possibili interpretazioni di ciascuno degli elementi allegorici che compongono tali immagini. Tali elementi allegorici, naturalmente, sono per la maggior parte derivanti dalle Scritture e interpretabili sulla base degli scritti patristici: da qui, dunque, la necessità del primo momento dell’analisi, quello della ricerca ipotestuale. 3) Conseguentemente a tale lavoro di decodifica, sebbene, come già accenato, il lavoro del candidato non sia stato finalizzato a un’indagine critico-testuale sui componimenti presi in esame, è stato tuttavia possibile avanzare delle nuove ipotesi per la soluzione di alcune questioni critico-testuali lasciate aperte dal pur impeccabile lavoro filologico svolto dagli editori della Symphonia. In alcuni casi particolarmente spinosi, infatti, il solo confronto tra le fonti manoscritte, indipendentemente da un’approfondita esegesi del testo, non aveva potuto fornire ai filologi risposte soddisfacenti: una più compiuta comprensione del significato generale dei contenuti e l’acquisita coscienza della rete di allusioni e dei riferimenti di cui essi sono innervati, ha invece potuto condurre ad una più soddisfacente ricostruzione del testo, fondata su chiare evidenze esegetiche, oltre che su dati puramente critico-testuali. È stato dunque possibile, su tali basi, presentare un testo criticamente riassestato e innovativamente punteggiato, di cui si è prodotta una nuova traduzione dal latino all’italiano, che fosse rispondente alle soluzioni proposte sul piano esegetico e filologico e potesse aprire una nuova prospettiva di diffusione e comprensione dei componimenti ildegardiani. La tesi si compone essenzialmente di due macro-sezioni. Nella prima, di carattere introduttivo e critico-bibliografico, risulta in primo luogo brevemente delineata la figura di Hildegard von Bingen, inserita nel contesto storico, letterario, dottrinale e filosofico del suo tempo, con gli opportuni riferimenti alla più recente letteratura scientifica sull’argomento; risulta, poi, successivamente presentata nello specifico la Symphonia armoniae caelestium revelationum, con una rassegna delle sue diverse edizioni e traduzioni, nonché degli studi critici su tale opera incentrati; sono presentati infine i fondamenti metodologici del lavoro di analisi e commento e alcune conclusioni da esso derivanti. La seconda sezione, che costituisce il corpo principale e la parte più estesa della tesi, è invece interamente dedicata al commento dei dodici carmi scelti quali oggetto della dissertazione: di ciascun componimento è presentato innanzi tutto il testo, tratto, con qualche ritocco nella punteggiatura, dalle più recenti edizioni della Symphonia e, in alcuni casi, criticamente rivisto; ad una proposta di traduzione italiana segue, appunto, l’ampio commento di cui s’è detto e che presenta, nel dettaglio, le varie questioni esegetiche, intertestuali e intratestuali, teologiche, dottrinali, letterarie, filologiche legate ai testi in analisi, fornendo un’ampia e capillare guida alla lettura e alla comprensione degli spesso oscuri componimenti di Hildegard.
2011
Simbolismo, mistica e teologia nelle liriche "De angelis et sanctis" della "Symphonia armoniae caelestium revelationum" di Hildegard von Bingen / Germano, Giuseppe. - (2011).
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