Nella società italiana la trasmissione transgenerazionale di esperienze di genere, mediante la narrazione e le parole, parte appunto dalla seconda metà dell'Ottocento; grazie ad una maggiore padronanza della scrittura che favorisce l'affermazione di una nuova figura professionale, quella di scrittrice e giornalista e, con essa, la fioritura di periodici che dibattono sui rapporti tra i sessi. Nella propaganda della rivoluzione emancipazionista, un ruolo centrale fu rivestito dal giornale tutto femminile ?La Donna?, fondato nel 1864 da Gualberta Alaide Beccari . Questa rivista ottenne un?ampia diffusione, soprattutto tra maestre e impiegate. Portavoce designata delle istanze di diverse intellettuali, insofferenti dei vincoli ancora imposti alle donne italiane sul lavoro e nella vita famigliare, dalle sue pagine si auspicava un cambiamento e una condizione uguale a quella delle europee . Tra le artefici di questa instancabile avventura giornalistica vi fu Anna Maria Mozzoni, una delle principali protagoniste dell'emancipazionismo italiano all'indomani dell?Unità d'Italia, attivista femminista, che collaborerà con la Beccari, ma anche alla ?Voce delle donne? e all??Avanti!?, organo del partito socialista italiano . Ella inserì ?La donna? nel dibattito politico del suo tempo, misurandosi con le questioni più spinose e in una prospettiva cosmopolita. Il saggio prende in esame il percorso di ricerca di Anna Maria Mozzoni e il suo impegno nella battaglia emancipazionista e nel movimento socialista per l'estensione del diritto di voto alle donne e la promozione dell'istruzione femminile: di particolare interesse sono alcune sue posizioni critiche all'interno del partito socialista e del movimento femminista (cfr. la denuncia dello sfruttamento in cui sono costrette a vivere le lavoratrici e la polemica nei primi del Novecento sulle leggi speciali di tutela del lavoro femminile). Pertanto, nel testo si cerca di evidenziarne la portata non solo rispetto alla società del suo tempo, ma anche rispetto ai giorni nostri, sottolineando altresì le ricadute teoriche e operazionali del suo pensiero sull'attuale pedagogia della differenza.
Anna Maria Mozzoni. Una vita per l'emancipazione delle donne nell'Italia post-unitaria / Marone, Francesca. - 132:(2011), pp. 97-117.
Anna Maria Mozzoni. Una vita per l'emancipazione delle donne nell'Italia post-unitaria
MARONE, FRANCESCA
2011
Abstract
Nella società italiana la trasmissione transgenerazionale di esperienze di genere, mediante la narrazione e le parole, parte appunto dalla seconda metà dell'Ottocento; grazie ad una maggiore padronanza della scrittura che favorisce l'affermazione di una nuova figura professionale, quella di scrittrice e giornalista e, con essa, la fioritura di periodici che dibattono sui rapporti tra i sessi. Nella propaganda della rivoluzione emancipazionista, un ruolo centrale fu rivestito dal giornale tutto femminile ?La Donna?, fondato nel 1864 da Gualberta Alaide Beccari . Questa rivista ottenne un?ampia diffusione, soprattutto tra maestre e impiegate. Portavoce designata delle istanze di diverse intellettuali, insofferenti dei vincoli ancora imposti alle donne italiane sul lavoro e nella vita famigliare, dalle sue pagine si auspicava un cambiamento e una condizione uguale a quella delle europee . Tra le artefici di questa instancabile avventura giornalistica vi fu Anna Maria Mozzoni, una delle principali protagoniste dell'emancipazionismo italiano all'indomani dell?Unità d'Italia, attivista femminista, che collaborerà con la Beccari, ma anche alla ?Voce delle donne? e all??Avanti!?, organo del partito socialista italiano . Ella inserì ?La donna? nel dibattito politico del suo tempo, misurandosi con le questioni più spinose e in una prospettiva cosmopolita. Il saggio prende in esame il percorso di ricerca di Anna Maria Mozzoni e il suo impegno nella battaglia emancipazionista e nel movimento socialista per l'estensione del diritto di voto alle donne e la promozione dell'istruzione femminile: di particolare interesse sono alcune sue posizioni critiche all'interno del partito socialista e del movimento femminista (cfr. la denuncia dello sfruttamento in cui sono costrette a vivere le lavoratrici e la polemica nei primi del Novecento sulle leggi speciali di tutela del lavoro femminile). Pertanto, nel testo si cerca di evidenziarne la portata non solo rispetto alla società del suo tempo, ma anche rispetto ai giorni nostri, sottolineando altresì le ricadute teoriche e operazionali del suo pensiero sull'attuale pedagogia della differenza.File | Dimensione | Formato | |
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