Obiettivo principale di questo capitolo è fornire un’immagine di sintesi sull’integrazione degli immigrati che vivono nel capoluogo campano e nei paesi vesuviani. A tal fine, dopo un escursus sulla letteratura italiana sul tema delle misure e degli indicatori di integrazione, viene proposto preliminarmente un quadro di sfondo attraverso il confronto della situazione nella provincia partenopea rispetto a quella rilevata nelle altre 31 unità territoriali coinvolte nell’indagine complessiva. L’analisi dell’integrazione culturale, sociale, politica ed economica degli stranieri presenti nella provincia partenopea viene condotta facendo ricorso a soluzioni tecnico-metodologiche differenti. Vengono infine esaminate le caratteristiche degli immigrati che maggiormente incidono sul livello di integrazione raggiunto, sia distintamente per le quattro dimensioni individuate sia con riferimento ad una loro sintesi. Proprio la ricerca di un indicatore/fattore di sintesi rappresenta un aspetto sul quale viene posta particolare attenzione. Evidente è lo svantaggio degli immigrati che vivono nel napoletano, particolarmente marcato con riferimento all’integrazione politico-economica. Ma anche all’interno del collettivo delle persone che vivono nelle due realtà della provincia partenopea si registrano differenze di non poco conto nel grado di integrazione raggiunto. Per tutte le dimensioni considerate, appare importante l’anzianità della presenza, a conferma del carattere processuale dell’integrazione che è il frutto di un percorso più o meno lungo e accidentato nel tempo. Va tenuto presente però che gli uomini, le persone meno giovani e meno istruite, nonché particolari gruppi nazionali, possono avere una minore propensione all’inserimento socio-culturale, così come variabili sono le possibilità offerte dai contesti locali di inserimento che si riflettono in special modo sui livelli di inserimento politico-economico. Peggiore risulta la situazione delle persone presenti nel polo dell’area metropolitana, dove minore è l’articolazione delle occasioni di lavoro e più complesso il mercato immobiliare, sia in locazione che in compravendita. Da non trascurare è infine il fatto che i diversi gruppi nazionali vadano ad assumere posizioni differenti sulle dimensioni socio-culturali e politico-economiche dell’integrazione. Al riguardo appare davvero esemplificativo e al contempo peculiare il caso dei Cinesi, fortemente indietro nel primo e nettamente avanti nel secondo ambito di inserimento. Si tratta di indicazioni che possono assumere una indubbia importanza nella definizione, articolazione e messa in campo di strategie e misure di intervento tese a fornire un effettivo supporto alla realizzazione di una effettiva società multietnica e multiculturale a bassa conflittualità.

Segnali di integrazione: alcune possibili letture / Cappelli, Carmela; Strozza, Salvatore. - STAMPA. - 907.40:(2010), pp. 211-240.

Segnali di integrazione: alcune possibili letture

CAPPELLI, CARMELA;STROZZA, SALVATORE
2010

Abstract

Obiettivo principale di questo capitolo è fornire un’immagine di sintesi sull’integrazione degli immigrati che vivono nel capoluogo campano e nei paesi vesuviani. A tal fine, dopo un escursus sulla letteratura italiana sul tema delle misure e degli indicatori di integrazione, viene proposto preliminarmente un quadro di sfondo attraverso il confronto della situazione nella provincia partenopea rispetto a quella rilevata nelle altre 31 unità territoriali coinvolte nell’indagine complessiva. L’analisi dell’integrazione culturale, sociale, politica ed economica degli stranieri presenti nella provincia partenopea viene condotta facendo ricorso a soluzioni tecnico-metodologiche differenti. Vengono infine esaminate le caratteristiche degli immigrati che maggiormente incidono sul livello di integrazione raggiunto, sia distintamente per le quattro dimensioni individuate sia con riferimento ad una loro sintesi. Proprio la ricerca di un indicatore/fattore di sintesi rappresenta un aspetto sul quale viene posta particolare attenzione. Evidente è lo svantaggio degli immigrati che vivono nel napoletano, particolarmente marcato con riferimento all’integrazione politico-economica. Ma anche all’interno del collettivo delle persone che vivono nelle due realtà della provincia partenopea si registrano differenze di non poco conto nel grado di integrazione raggiunto. Per tutte le dimensioni considerate, appare importante l’anzianità della presenza, a conferma del carattere processuale dell’integrazione che è il frutto di un percorso più o meno lungo e accidentato nel tempo. Va tenuto presente però che gli uomini, le persone meno giovani e meno istruite, nonché particolari gruppi nazionali, possono avere una minore propensione all’inserimento socio-culturale, così come variabili sono le possibilità offerte dai contesti locali di inserimento che si riflettono in special modo sui livelli di inserimento politico-economico. Peggiore risulta la situazione delle persone presenti nel polo dell’area metropolitana, dove minore è l’articolazione delle occasioni di lavoro e più complesso il mercato immobiliare, sia in locazione che in compravendita. Da non trascurare è infine il fatto che i diversi gruppi nazionali vadano ad assumere posizioni differenti sulle dimensioni socio-culturali e politico-economiche dell’integrazione. Al riguardo appare davvero esemplificativo e al contempo peculiare il caso dei Cinesi, fortemente indietro nel primo e nettamente avanti nel secondo ambito di inserimento. Si tratta di indicazioni che possono assumere una indubbia importanza nella definizione, articolazione e messa in campo di strategie e misure di intervento tese a fornire un effettivo supporto alla realizzazione di una effettiva società multietnica e multiculturale a bassa conflittualità.
2010
9788856832877
Segnali di integrazione: alcune possibili letture / Cappelli, Carmela; Strozza, Salvatore. - STAMPA. - 907.40:(2010), pp. 211-240.
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