Descrivere la città con i suoi elementi caratterizzanti, o, comunque, l’ambiente costruito ed antropizzato equivale a comprendere ogni rappresentazione grafica, dalle cartografie, alle planimetrie, alle vedute, seguendo un percorso intellettivo che parte dalla lettura dei segni grafici e giunge alla loro interpretazione critica; ciò è suffragato, senza dubbio, tanto dalla conoscenza del luogo che dall’esperienza concreta del vivere all’interno di esso e consente di collegare al segno un referente oggettivo ben preciso. Le rappresentazioni grafiche vengono, in questo modo, ricondotte a rappresentazioni visive in cui l’immagine che si genera a livello mentale si esplicita nella percorrenza percettiva sia dello spazio reale che dei suoi elementi ritenuti di volta in volta più significativi: vere e proprie figurazioni si producono, così, a livello psico-fisico, ed essendo generalmente diffuse nell’immaginario collettivo comune, diventano i modelli di riconoscimento privilegiati a cui ricondurre la più complessa e personale esperienza visiva. Nel processo di decodificazione dello spazio urbano, che porta a riconoscere come luogo un insieme più o meno definito di riferimenti, gioca un ruolo determinante anche l’identificazione degli elementi architettonici, siano essi preesistenze o nuove edificazioni, e la percezione delle loro dimensioni sia in rapporto al contesto sia nelle loro reciproche relazioni; il raffronto dimensionale comporta, infatti, oltre ad un insieme più o meno fitto di riflessioni, anche e soprattutto una serie di possibilità conoscitive che permettono di leggere i segni, interpretare i significati e comprendere le ragioni della morfologia e della misura.
Forma e misura: le dimensioni dell'abitare nella città storica / Pascariello, MARIA INES. - ELETTRONICO. - (2010), pp. 297-303.
Forma e misura: le dimensioni dell'abitare nella città storica
PASCARIELLO, MARIA INES
2010
Abstract
Descrivere la città con i suoi elementi caratterizzanti, o, comunque, l’ambiente costruito ed antropizzato equivale a comprendere ogni rappresentazione grafica, dalle cartografie, alle planimetrie, alle vedute, seguendo un percorso intellettivo che parte dalla lettura dei segni grafici e giunge alla loro interpretazione critica; ciò è suffragato, senza dubbio, tanto dalla conoscenza del luogo che dall’esperienza concreta del vivere all’interno di esso e consente di collegare al segno un referente oggettivo ben preciso. Le rappresentazioni grafiche vengono, in questo modo, ricondotte a rappresentazioni visive in cui l’immagine che si genera a livello mentale si esplicita nella percorrenza percettiva sia dello spazio reale che dei suoi elementi ritenuti di volta in volta più significativi: vere e proprie figurazioni si producono, così, a livello psico-fisico, ed essendo generalmente diffuse nell’immaginario collettivo comune, diventano i modelli di riconoscimento privilegiati a cui ricondurre la più complessa e personale esperienza visiva. Nel processo di decodificazione dello spazio urbano, che porta a riconoscere come luogo un insieme più o meno definito di riferimenti, gioca un ruolo determinante anche l’identificazione degli elementi architettonici, siano essi preesistenze o nuove edificazioni, e la percezione delle loro dimensioni sia in rapporto al contesto sia nelle loro reciproche relazioni; il raffronto dimensionale comporta, infatti, oltre ad un insieme più o meno fitto di riflessioni, anche e soprattutto una serie di possibilità conoscitive che permettono di leggere i segni, interpretare i significati e comprendere le ragioni della morfologia e della misura.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.