Valerio Petrarca, L’idea di Africa come crisi e possibilità, in Krise als Chance aus historischer und aktueller Perspektive (Crisi e possibilità. Prospettive storiche e attuali), herausgegeben von Christine Schwarzer, Elmar Schafroth und Domenico Conte, Athena Verlag, Oberhausen 2010, pp. 327-343. Abstract. Molti africanisti si chiedono oggi se l’Africa muore per assassinio o per suicidio. Uno dei libri più fortunati degli ultimi anni, pubblicato in Francia, ha per titolo «Négrologie» e per sottotitolo «Pourquoi l’Afrique meurt». Un famoso giornalista nero del «Washington Post» è andato in Africa vagheggiando dei suoi lontani antenati ed è tornato a casa sua contentissimo di essere americano e non africano. Da una parte si dice che l’Africa, per ambiente naturale, lingue, culture, religioni e forme del potere, è il continente che vanta maggiore varietà, e dall’altra la si dipinge a tinta unita. L’intervento analizza la percezione dell’Africa in Occidente, dalla fine degli anni Cinquanta a oggi. In questi stessi anni (che precedono e seguono i processi istituzionali della decolonizzazione), il territorio africano è stato osservato per lo più come luogo di crisi, ma l’interpretazione di tale crisi si è ribaltata: a una maggioranza di «afro-ottimisti», si è man mano sostituita una maggioranza di «afro-pessimisti». L’analisi delle «crisi» africane viene richiamata attraverso due prospettive di studio: una generale, basata sui testi di carattere storico, etnologico, teologico e letterario; e una particolare, basata sull’osservazione diretta di determinate società dell’Africa nera negli ultimi due decenni.
L'idea di Africa come crisi e possibilità / Petrarca, Valerio. - STAMPA. - (2010), pp. 327-343.
L'idea di Africa come crisi e possibilità
PETRARCA, VALERIO
2010
Abstract
Valerio Petrarca, L’idea di Africa come crisi e possibilità, in Krise als Chance aus historischer und aktueller Perspektive (Crisi e possibilità. Prospettive storiche e attuali), herausgegeben von Christine Schwarzer, Elmar Schafroth und Domenico Conte, Athena Verlag, Oberhausen 2010, pp. 327-343. Abstract. Molti africanisti si chiedono oggi se l’Africa muore per assassinio o per suicidio. Uno dei libri più fortunati degli ultimi anni, pubblicato in Francia, ha per titolo «Négrologie» e per sottotitolo «Pourquoi l’Afrique meurt». Un famoso giornalista nero del «Washington Post» è andato in Africa vagheggiando dei suoi lontani antenati ed è tornato a casa sua contentissimo di essere americano e non africano. Da una parte si dice che l’Africa, per ambiente naturale, lingue, culture, religioni e forme del potere, è il continente che vanta maggiore varietà, e dall’altra la si dipinge a tinta unita. L’intervento analizza la percezione dell’Africa in Occidente, dalla fine degli anni Cinquanta a oggi. In questi stessi anni (che precedono e seguono i processi istituzionali della decolonizzazione), il territorio africano è stato osservato per lo più come luogo di crisi, ma l’interpretazione di tale crisi si è ribaltata: a una maggioranza di «afro-ottimisti», si è man mano sostituita una maggioranza di «afro-pessimisti». L’analisi delle «crisi» africane viene richiamata attraverso due prospettive di studio: una generale, basata sui testi di carattere storico, etnologico, teologico e letterario; e una particolare, basata sull’osservazione diretta di determinate società dell’Africa nera negli ultimi due decenni.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
V.Petrarca2010.Abstract.pdf
accesso aperto
Tipologia:
Abstract
Licenza:
Dominio pubblico
Dimensione
50.62 kB
Formato
Adobe PDF
|
50.62 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
V.Petrarca2010.pdf
non disponibili
Tipologia:
Documento in Post-print
Licenza:
Accesso privato/ristretto
Dimensione
890.67 kB
Formato
Adobe PDF
|
890.67 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.