Comprendere l’altro, per de Finance, significa comprendere il senso dell’agire dell’uomo. Questa riflessione di de Finance è volta all’ affermazione del ruolo della persona, quale soggetto spirituale posto sempre in una relazione, in qualche modo, simmetrica e scambievole. Ciò implica l’affermazione assoluta dell’ indipendenza del valore del soggetto da qualsiasi riconoscimento esterno perché ciò che consente di coglierne il valore è la consapevolezza della partecipazione, sia da parte dell’io che del tu, ad una condizione esistenziale comune, derivante dall’essere. L’esperienza dell’altro come tu o dell’altro come aliud hanno, quindi, una valenza ontologica. Un’esperienza che include quella dell’io, degli alii e degli alia e ci rende consapevoli che l’essere è presupposto di qualsiasi relazione e si manifesta, tuttavia, solo nella relazione. L’alterità riferita al piano diacronico conserva la caratteristica dell’altro, inteso sia come alius che come aliud, di essere negazione e positività. Nondimeno la dialettica positivo - negativo, che descrive la modalità del darsi della relazione, rende più chiara la coscienza dell’io quando vede nell’alterità, alla quale tende, il mezzo per la consapevolezza della propria finitezza e, a un tempo, della propria aspirazione alla totalità. La tecnica, il linguaggio, la stratificazione culturale contestualizzata nelle istituzioni costituiscono un ulteriore aliud e tuttavia c’è un’ulteriorità che ci sovrasta e ci precede, questa è l’alterità fondamentale che non è una conquista logica di un percorso razionale quanto una necessità logica che sottende alla razionalità del tutto. Senza l’alterità fondamentale dell’Essere che è Dio, per de Finance, non potremmo dare ragione della stessa comunicazione quale superamento dell’alterità.
L'uno e l'altro. Una riflessione sul concetto di alterità in Joseph de Finance / DI DOMENICO, Maria. - STAMPA. - (2010), pp. 353-368.
L'uno e l'altro. Una riflessione sul concetto di alterità in Joseph de Finance
DI DOMENICO, MARIA
2010
Abstract
Comprendere l’altro, per de Finance, significa comprendere il senso dell’agire dell’uomo. Questa riflessione di de Finance è volta all’ affermazione del ruolo della persona, quale soggetto spirituale posto sempre in una relazione, in qualche modo, simmetrica e scambievole. Ciò implica l’affermazione assoluta dell’ indipendenza del valore del soggetto da qualsiasi riconoscimento esterno perché ciò che consente di coglierne il valore è la consapevolezza della partecipazione, sia da parte dell’io che del tu, ad una condizione esistenziale comune, derivante dall’essere. L’esperienza dell’altro come tu o dell’altro come aliud hanno, quindi, una valenza ontologica. Un’esperienza che include quella dell’io, degli alii e degli alia e ci rende consapevoli che l’essere è presupposto di qualsiasi relazione e si manifesta, tuttavia, solo nella relazione. L’alterità riferita al piano diacronico conserva la caratteristica dell’altro, inteso sia come alius che come aliud, di essere negazione e positività. Nondimeno la dialettica positivo - negativo, che descrive la modalità del darsi della relazione, rende più chiara la coscienza dell’io quando vede nell’alterità, alla quale tende, il mezzo per la consapevolezza della propria finitezza e, a un tempo, della propria aspirazione alla totalità. La tecnica, il linguaggio, la stratificazione culturale contestualizzata nelle istituzioni costituiscono un ulteriore aliud e tuttavia c’è un’ulteriorità che ci sovrasta e ci precede, questa è l’alterità fondamentale che non è una conquista logica di un percorso razionale quanto una necessità logica che sottende alla razionalità del tutto. Senza l’alterità fondamentale dell’Essere che è Dio, per de Finance, non potremmo dare ragione della stessa comunicazione quale superamento dell’alterità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.