Questo contributo vuole indagare alcuni momenti della proposta teorica di Simmel, tentando di cogliere i rapporti che essa intrattiene con talune direttrici di moderna epistemologia; interpretando i possibili nessi, le implicazioni, le intuizioni, che la connettono all’odierna sociologia, individuando spunti destinati, in differenti “forme”, a riverberarsi in vari ed essenziali momenti del pensiero contemporaneo. Da questo punto di vista, lo sviluppo del ragionamento sulla sua multiforme attività scientifica, sulla sua vera e propria “avventura intellettuale”, non può eludere le accese polemiche, l'accanito dibattito e le molteplici controversie che hanno accompagnato l'opera di questo singolare outsider accademico, condizionando, nel corso degli anni, anche la storia della sua ricezione critica. Com'è noto, la scientificità del suo approccio è stata sempre sottoposta a critiche, contemporanee e successive, il suo pensiero e la caratterizzazione della sua ricerca sono stati molte volte messi in discussione, rendendo un po’ incerti, appannati, opachi, i contorni della sua figura intellettuale. Gli attributi riduttivi e le etichette di comodo si sprecano, si va dall’ “impressionismo sociologico”, all’approssimazione filosofica. Eppure, nonostante l’apparente o effettivo “disordine”, di taluni momenti della sua produzione, le suggestioni simmeliane confluite in teorie sociologiche coeve o postume, divenute persino leit motiv nell'ambito della disciplina, sono di numero e qualità davvero sorprendenti. Nel saggio si affronta il tema della "scientificità" del pensiero di Simmel, prendendo le mosse da un aspetto presente in tutta la sua opera, un elemento centrale e fortemente caratterizzante della sua “teoria”: il legame forte, variamente riproposto, con il pensiero di Darwin, con una proposta concettuale la quale, dalla coeva genetica mendeliana, passando per le innumerevoli acquisizioni fornite dagli sviluppi della geologia, fino alla scoperta e alla decifrazione del DNA, ha ricevuto solo nuove e importanti conferme scientifiche. Il pensiero di Simmel, anche quando sembra distanziarsi dall’approccio evoluzionista, rivela quanto sia inseparabile da quell’impianto, mostra una connessione che è sullo sfondo, in maniera più o meno evidente, di tutto il suo itinerario scientifico. Seppur palesandosi in modo meno vistoso, di quanto non si riveli in Spencer, l’evoluzionismo di Simmel non è episodico, casuale, approssimativo. Il rimando continuo, rigoroso, incessante all'idea dell'evoluzione è, insomma, la cifra più evidente della sua prospettiva scientifica “concreta”. E’ anche questo che ne fa un maestro della sociologia: il voler conferire un carattere “positivo” al lavoro del pensiero, all’indagine sulle cose del mondo, alla scienza sociale appunto. Del resto, è questa “sensibilità” che impedisce alla sociologia di negarsi, in quanto sapere specifico, per dirla con Durkheim,regredendo alla speculazione metafisica. E' un rischio cui Simmel sfugge nettamente, poiché egli intende, al contrario, portare sul terreno della indagine sistematica, ovvero sul piano della “concretezza”, persino la filosofia e la stessa storia. La scientificità di Simmel consiste, dunque, in primo luogo, nel riferirsi ad una epistemologia in grado di analizzare empiricamente i fenomeni di “differenziazione” che determinano il processo evolutivo. Simmel, nella sua sociologia, supera sia l’approccio nomotetico, sia idiografico, la sua è, dunque, sia pur in embrione, una sociologia della complessità, proprio perché coglie la mutevolezza delle funzioni, delle forme e dei contenuti, delle strutture, rivelando le uniformità, e senza trascurare le profonde differenze. Benché intrisa di pessimismo, la gaia scienza che ci consegna é schiettamente illuminista, e si coniuga a una visione sostanzialmente positiva e liberale. Un intellettuale europeo, dell’ottocento, fornito di tali patenti culturali, va iscritto, d’ufficio, nell’albero genealogico della “complessità”.

"Sociologia formale" e teoria della complessità. Frontiere epistemologiche del pensiero di Georg Simmel / Caramiello, Luigi. - STAMPA. - Volume I:(2010), pp. 67-90.

"Sociologia formale" e teoria della complessità. Frontiere epistemologiche del pensiero di Georg Simmel

CARAMIELLO, LUIGI
2010

Abstract

Questo contributo vuole indagare alcuni momenti della proposta teorica di Simmel, tentando di cogliere i rapporti che essa intrattiene con talune direttrici di moderna epistemologia; interpretando i possibili nessi, le implicazioni, le intuizioni, che la connettono all’odierna sociologia, individuando spunti destinati, in differenti “forme”, a riverberarsi in vari ed essenziali momenti del pensiero contemporaneo. Da questo punto di vista, lo sviluppo del ragionamento sulla sua multiforme attività scientifica, sulla sua vera e propria “avventura intellettuale”, non può eludere le accese polemiche, l'accanito dibattito e le molteplici controversie che hanno accompagnato l'opera di questo singolare outsider accademico, condizionando, nel corso degli anni, anche la storia della sua ricezione critica. Com'è noto, la scientificità del suo approccio è stata sempre sottoposta a critiche, contemporanee e successive, il suo pensiero e la caratterizzazione della sua ricerca sono stati molte volte messi in discussione, rendendo un po’ incerti, appannati, opachi, i contorni della sua figura intellettuale. Gli attributi riduttivi e le etichette di comodo si sprecano, si va dall’ “impressionismo sociologico”, all’approssimazione filosofica. Eppure, nonostante l’apparente o effettivo “disordine”, di taluni momenti della sua produzione, le suggestioni simmeliane confluite in teorie sociologiche coeve o postume, divenute persino leit motiv nell'ambito della disciplina, sono di numero e qualità davvero sorprendenti. Nel saggio si affronta il tema della "scientificità" del pensiero di Simmel, prendendo le mosse da un aspetto presente in tutta la sua opera, un elemento centrale e fortemente caratterizzante della sua “teoria”: il legame forte, variamente riproposto, con il pensiero di Darwin, con una proposta concettuale la quale, dalla coeva genetica mendeliana, passando per le innumerevoli acquisizioni fornite dagli sviluppi della geologia, fino alla scoperta e alla decifrazione del DNA, ha ricevuto solo nuove e importanti conferme scientifiche. Il pensiero di Simmel, anche quando sembra distanziarsi dall’approccio evoluzionista, rivela quanto sia inseparabile da quell’impianto, mostra una connessione che è sullo sfondo, in maniera più o meno evidente, di tutto il suo itinerario scientifico. Seppur palesandosi in modo meno vistoso, di quanto non si riveli in Spencer, l’evoluzionismo di Simmel non è episodico, casuale, approssimativo. Il rimando continuo, rigoroso, incessante all'idea dell'evoluzione è, insomma, la cifra più evidente della sua prospettiva scientifica “concreta”. E’ anche questo che ne fa un maestro della sociologia: il voler conferire un carattere “positivo” al lavoro del pensiero, all’indagine sulle cose del mondo, alla scienza sociale appunto. Del resto, è questa “sensibilità” che impedisce alla sociologia di negarsi, in quanto sapere specifico, per dirla con Durkheim,regredendo alla speculazione metafisica. E' un rischio cui Simmel sfugge nettamente, poiché egli intende, al contrario, portare sul terreno della indagine sistematica, ovvero sul piano della “concretezza”, persino la filosofia e la stessa storia. La scientificità di Simmel consiste, dunque, in primo luogo, nel riferirsi ad una epistemologia in grado di analizzare empiricamente i fenomeni di “differenziazione” che determinano il processo evolutivo. Simmel, nella sua sociologia, supera sia l’approccio nomotetico, sia idiografico, la sua è, dunque, sia pur in embrione, una sociologia della complessità, proprio perché coglie la mutevolezza delle funzioni, delle forme e dei contenuti, delle strutture, rivelando le uniformità, e senza trascurare le profonde differenze. Benché intrisa di pessimismo, la gaia scienza che ci consegna é schiettamente illuminista, e si coniuga a una visione sostanzialmente positiva e liberale. Un intellettuale europeo, dell’ottocento, fornito di tali patenti culturali, va iscritto, d’ufficio, nell’albero genealogico della “complessità”.
2010
978-88-6074-337-4
"Sociologia formale" e teoria della complessità. Frontiere epistemologiche del pensiero di Georg Simmel / Caramiello, Luigi. - STAMPA. - Volume I:(2010), pp. 67-90.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Sociologia formale e teoria della complessità. Frontiere epistemologiche nel pensiero di George Simmel_L. CARAMIELLO.pdf

accesso aperto

Descrizione: PDF pubblicazione
Tipologia: Documento in Post-print
Licenza: Dominio pubblico
Dimensione 4.25 MB
Formato Adobe PDF
4.25 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/370617
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact