Un problema di sistemazione urbana in un modesto centro di provincia è l’occasione per realizzare, in un lotto residuale tra la piazza principale ed il viale sottostante, un raccordo pedonale, in cui è possibile avvertire il richiamo a radici simboliche lontane nel tempo. La ricerca progettuale muove da alcune domande di fondo sulla natura stessa dell’intervento: che cosa rappresenta una scala, quale è la sua vera identità, che funzioni sono potenzialmente collegabili ad essa. Il testo si sofferma ad analizzare alcune realizzazioni particolarmente significative: dalla scala di Michelangelo per il “ricetto” della Biblioteca Laurenziana a Firenze alla sontuosa scala centrale del Teatro dell’Opera di Parigi di Jean-Louis-Charles Garnier (seconda metà del XIX secolo), recuperando, attraverso gli studi di Leonardo per il monumento equestre a Francesco Sforza o al Trivulzio, il ruolo dell’acqua come espressione fisica e simbolica di movimento e di vita. Immagini e suggestioni storiche hanno lasciato traccia evidente nella sistemazione del piccolo spazio urbano: i grafici generali in pianta e assonometria mostrano la soluzione adottata, mentre le immagini a colori illustrano l’opera realizzata.
Storia di una scala / Ciarcia, SAVERIO MAURO VALERIO. - STAMPA. - (2009), pp. 122-132.
Storia di una scala
CIARCIA, SAVERIO MAURO VALERIO
2009
Abstract
Un problema di sistemazione urbana in un modesto centro di provincia è l’occasione per realizzare, in un lotto residuale tra la piazza principale ed il viale sottostante, un raccordo pedonale, in cui è possibile avvertire il richiamo a radici simboliche lontane nel tempo. La ricerca progettuale muove da alcune domande di fondo sulla natura stessa dell’intervento: che cosa rappresenta una scala, quale è la sua vera identità, che funzioni sono potenzialmente collegabili ad essa. Il testo si sofferma ad analizzare alcune realizzazioni particolarmente significative: dalla scala di Michelangelo per il “ricetto” della Biblioteca Laurenziana a Firenze alla sontuosa scala centrale del Teatro dell’Opera di Parigi di Jean-Louis-Charles Garnier (seconda metà del XIX secolo), recuperando, attraverso gli studi di Leonardo per il monumento equestre a Francesco Sforza o al Trivulzio, il ruolo dell’acqua come espressione fisica e simbolica di movimento e di vita. Immagini e suggestioni storiche hanno lasciato traccia evidente nella sistemazione del piccolo spazio urbano: i grafici generali in pianta e assonometria mostrano la soluzione adottata, mentre le immagini a colori illustrano l’opera realizzata.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.