Erickson (1963) sosteneva che agli adulti appartiene, o dovrebbe appartenere, la ‘generatività’ che è fondamentalmente la capacità di cura e di investimento su “ciò che è generato per amore, per necessità o per caso e che supera l’adesione ambivalente ad un obbligo irrevocabile” (1963). Chiarisce la Scabini (2007) che si tratta di uno slancio gratuito che va al di là del dovere e della colpa: la generatività include oltre al desiderio di dare origine ad una nuova vita e di accudirla (generatività familiare o parentale), la cura e l’investimento nelle generazioni sociali, delle quali si tende a incentivare lo sviluppo impegnandosi a trasmettere loro il nutrimento valoriale che dà significato e speranza alla vita (generatività sociale). La generatività coincide dunque con la trasmissione intergenerazionale di ciò che ha valore (St Aubin, Mc Adams, Kim, 2004). Diciamo generativi i processi positivi, benefici o innovativi, contenuti in tutte le attività produttive e creative volte ad accrescere il potenziale delle generazioni successive alla propria, e degenerativi i processi involutivi di stagnazione. Dunque la generatività riguarda l’assunzione di responsabilità degli adulti non solo verso i propri figli, ma anche verso i figli degli altri. “La generatività in questa prospettiva non è solo una posizione e un atteggiamento pro sociale del singolo verso le nuove generazioni familiari e/o sociali, piuttosto è un prodotto della relazione tra diverse generazioni e la qualità simbolica dei loro scambi” (Scabini, 2007). La generatività, intesa nel senso suddetto, appare oggi in crisi.

I figli degli altri: sulla responsabilità familiare e sociale degli adulti / Parrello, Santa. - (2010). (Intervento presentato al convegno SEMINARIO INTERNAZIONALE DI STUDI Psicologia della Famiglia nei Paesi Latini del XXI Secolo tenutosi a Università degli Studi di Napoli Federico II nel 18 - 19 febbraio 2010).

I figli degli altri: sulla responsabilità familiare e sociale degli adulti.

PARRELLO, SANTA
2010

Abstract

Erickson (1963) sosteneva che agli adulti appartiene, o dovrebbe appartenere, la ‘generatività’ che è fondamentalmente la capacità di cura e di investimento su “ciò che è generato per amore, per necessità o per caso e che supera l’adesione ambivalente ad un obbligo irrevocabile” (1963). Chiarisce la Scabini (2007) che si tratta di uno slancio gratuito che va al di là del dovere e della colpa: la generatività include oltre al desiderio di dare origine ad una nuova vita e di accudirla (generatività familiare o parentale), la cura e l’investimento nelle generazioni sociali, delle quali si tende a incentivare lo sviluppo impegnandosi a trasmettere loro il nutrimento valoriale che dà significato e speranza alla vita (generatività sociale). La generatività coincide dunque con la trasmissione intergenerazionale di ciò che ha valore (St Aubin, Mc Adams, Kim, 2004). Diciamo generativi i processi positivi, benefici o innovativi, contenuti in tutte le attività produttive e creative volte ad accrescere il potenziale delle generazioni successive alla propria, e degenerativi i processi involutivi di stagnazione. Dunque la generatività riguarda l’assunzione di responsabilità degli adulti non solo verso i propri figli, ma anche verso i figli degli altri. “La generatività in questa prospettiva non è solo una posizione e un atteggiamento pro sociale del singolo verso le nuove generazioni familiari e/o sociali, piuttosto è un prodotto della relazione tra diverse generazioni e la qualità simbolica dei loro scambi” (Scabini, 2007). La generatività, intesa nel senso suddetto, appare oggi in crisi.
2010
I figli degli altri: sulla responsabilità familiare e sociale degli adulti / Parrello, Santa. - (2010). (Intervento presentato al convegno SEMINARIO INTERNAZIONALE DI STUDI Psicologia della Famiglia nei Paesi Latini del XXI Secolo tenutosi a Università degli Studi di Napoli Federico II nel 18 - 19 febbraio 2010).
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