Il progetto di ricerca si è mosso lungo il solco tracciato in N. Russo, Filosofia ed Ecologia, Guida 2000, testo che nel presentare una ricognizione storica ed epistemologica dell’ecologia scientifica e dell’etica dell’ambiente, a partire da una prospettiva filosofica in grado di illuminare i presupposti concettuali e culturali delle due discipline e permetterne una sintesi coerente e perspicua per il tramite di un numero discreto di categorie, faceva emergere la posizione eminente, nell’ambito delle riflessioni odierne sul rapporto tra uomo e natura, del pensiero di Hans Jonas e del ruolo centrale che vi gioca l’ontologia della vita. Il compito che la ricerca ha inteso assolvere è stato la ricostruzione della «ontologia della vita» che, sotto il nome di «biologia filosofica», Hans Jonas ha sviluppato a cavallo degli anni ’50 e ’60 e che costituisce il punto centrale del suo percorso – culminato poi nel «principio responsabilità», di cui è un presupposto fondamentale –, oltre a proporre una rilettura originale e significativa dell’ontologia occidentale, cui pretende di aprire una nuova via. Si tratta del momento meno studiato della sua filosofia e ciò è dovuto, se non altro in parte, al fatto che non è stato sviluppato in maniera sistematica, come lo stesso Jonas avrebbe desiderato, ma in una serie di scritti per lo più brevi, raccolti poi in diverse antologie (Organismo e libertà; Philosophische Untersuchungen und metaphysische Vermutungen; Materie, Geist und Schöpfung; etc.). La ricostruzione dello sviluppo di pensiero certamente unitario sotteso a questa produzione frammentaria è significativa quanto meno sotto due riguardi. In primo luogo, per il ruolo che gioca all’interno della speculazione di Jonas: è tramite la definizione della teleologia della dinamica naturale che emerge dalla sua biologia filosofica che Jonas riesce a fondare il dover-essere della responsabilità dell’uomo verso se stesso e verso la natura e, conseguentemente, solo la determinazione chiara e complessiva della consistenza e plausibilità della sua ontologia della vita consente una presa di posizione criticamente ponderata all’interno del dibattito che, in ambito ecologico e bioetico, ha suscitato la sua proposta di una nuova etica fondata sul principio di responsabilità. In secondo luogo, per la riconfigurazione in termini originali della relazione tra filosofia e scienze positive nell’interrogazione sulla natura e sulla vita, riconfigurazione che rende il tentativo di Jonas un banco di prova significativo per ogni filosofia dell’ecologia e bioetica, in quanto discipline necessariamente rivolte agli sviluppi del pensiero scientifico. La biologia filosofica di Jonas, infatti, può insegnare molto sulle modalità di un interesse della filosofia per le scienze positive che eviti tanto di rimanere imbrigliato negli steccati rigidi di una distinzione esclusiva tra scienze della natura e scienze dello spirito, quanto di assumere, in forma più o meno esplicita, le caratteristiche dello scientismo.

La biologia filosofica di Hans Jonas tra filosofia della vita, ontologia e antropologia / Russo, Nicola. - (2002).

La biologia filosofica di Hans Jonas tra filosofia della vita, ontologia e antropologia

RUSSO, NICOLA
2002

Abstract

Il progetto di ricerca si è mosso lungo il solco tracciato in N. Russo, Filosofia ed Ecologia, Guida 2000, testo che nel presentare una ricognizione storica ed epistemologica dell’ecologia scientifica e dell’etica dell’ambiente, a partire da una prospettiva filosofica in grado di illuminare i presupposti concettuali e culturali delle due discipline e permetterne una sintesi coerente e perspicua per il tramite di un numero discreto di categorie, faceva emergere la posizione eminente, nell’ambito delle riflessioni odierne sul rapporto tra uomo e natura, del pensiero di Hans Jonas e del ruolo centrale che vi gioca l’ontologia della vita. Il compito che la ricerca ha inteso assolvere è stato la ricostruzione della «ontologia della vita» che, sotto il nome di «biologia filosofica», Hans Jonas ha sviluppato a cavallo degli anni ’50 e ’60 e che costituisce il punto centrale del suo percorso – culminato poi nel «principio responsabilità», di cui è un presupposto fondamentale –, oltre a proporre una rilettura originale e significativa dell’ontologia occidentale, cui pretende di aprire una nuova via. Si tratta del momento meno studiato della sua filosofia e ciò è dovuto, se non altro in parte, al fatto che non è stato sviluppato in maniera sistematica, come lo stesso Jonas avrebbe desiderato, ma in una serie di scritti per lo più brevi, raccolti poi in diverse antologie (Organismo e libertà; Philosophische Untersuchungen und metaphysische Vermutungen; Materie, Geist und Schöpfung; etc.). La ricostruzione dello sviluppo di pensiero certamente unitario sotteso a questa produzione frammentaria è significativa quanto meno sotto due riguardi. In primo luogo, per il ruolo che gioca all’interno della speculazione di Jonas: è tramite la definizione della teleologia della dinamica naturale che emerge dalla sua biologia filosofica che Jonas riesce a fondare il dover-essere della responsabilità dell’uomo verso se stesso e verso la natura e, conseguentemente, solo la determinazione chiara e complessiva della consistenza e plausibilità della sua ontologia della vita consente una presa di posizione criticamente ponderata all’interno del dibattito che, in ambito ecologico e bioetico, ha suscitato la sua proposta di una nuova etica fondata sul principio di responsabilità. In secondo luogo, per la riconfigurazione in termini originali della relazione tra filosofia e scienze positive nell’interrogazione sulla natura e sulla vita, riconfigurazione che rende il tentativo di Jonas un banco di prova significativo per ogni filosofia dell’ecologia e bioetica, in quanto discipline necessariamente rivolte agli sviluppi del pensiero scientifico. La biologia filosofica di Jonas, infatti, può insegnare molto sulle modalità di un interesse della filosofia per le scienze positive che eviti tanto di rimanere imbrigliato negli steccati rigidi di una distinzione esclusiva tra scienze della natura e scienze dello spirito, quanto di assumere, in forma più o meno esplicita, le caratteristiche dello scientismo.
2002
La biologia filosofica di Hans Jonas tra filosofia della vita, ontologia e antropologia / Russo, Nicola. - (2002).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/364951
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