Narrazioni e metafore nella relazione d’aiuto in ambito riabilitativo

L’obiettivo di questo contributo è esplorare le rappresentazioni della relazione di aiuto riabilitativa attraverso l’uso della narrazione e delle metafore. La scelta dello strumento narrativo è in linea sia con un’ipotesi metodologica qualitativa (Denzin, Lincoln, 1998) sia con una teorica della narrazione quale processo di costruzione di significati e di riflessione sulle esperienze (Bruner, 1996; Freda, 2004). La metafora si delinea come una struttura bi-logica (Milanese, 1999) e quale dispositivo di pensiero, di conoscenza e di simbolizzazione delle esperienze (Giusti, Ciotta, 2005; Lakoff, Johnson, 1980). Il corpus testuale (68 narrazioni, 34 metafore) è prodotto da 34 professionisti della riabilitazione. L’input narrativo è di raccontare l’incontro incoraggiante e problematico con un paziente significativo e una metafora dell’incontro con lui. Per le narrazioni si è proceduto attraverso la Cluster Analysis e l’Analisi delle corrispondenze, ottenute mediante il software di analisi testuale T-lab (Lancia, 2004); per le metafore si è effettuata un’analisi del contenuto. Dall’analisi delle narrazioni, emerge una rappresentazione della relazione di aiuto secondo una dimensione autoreferente connessa al ruolo istituzionale (cluster1) dell’operatore, secondo una relazionale in cui la terapia è correlata sia alla pratica riabilitativa (cluster3) che alla capacità umana (cluster2) di un professionista coinvolto emozionalmente nella presa in carico. Infine, emerge una rappresentazione connessa all’aver cura (cluster4) dell’altro finalizzata al potenziamento delle risorse spendibili nel contesto di vita. La relazione tra terapia e vita si ritrova anche nelle metafore: l’operatore investe progettualmente nel lavoro con il paziente, nonostante le difficoltà relative all’impatto con la patologia e all’imprevedibilità degli obiettivi riabilitativi.