Numerosi contributi presenti in letteratura hanno prodotto copiose riflessioni intorno all’influenza sul benessere individuale e collettivo di fattori come l’identità di ruolo, sia essa sociale o lavorativa, (Thoits, 1992), la presenza di scopi (strivings) nella vita e, in generale, la padronanza o controllo ambientale nell’ambito delle attività lavorative (Taylor, Brown, 1988). Entro questo scenario, gli interventi di promozione del benessere si sono ampiamente concentrati su attività di sviluppo e sostegno dell’identità di ruolo lavorativo entro contesti organizzativi e di formazione professionale (McDonald, 1998; Perulli, 2007; Zucchermaglio, Alby, 2006). Il presente contributo si inserisce, nello specifico, entro l’ampio panorama di interventi volti alla promozione del benessere in psicologia della salute all’interno dei contesti di formazione professionale. Esso descrive il prodotto conclusivo di un’esperienza di ricerca-intervento che, all’interno di un più ampio progetto di valutazione e monitoraggio di percorsi formativi, è stata volta nello specifico ad analizzare e a supportare il processo di costruzione del ruolo e dell’identità professionale di alcuni gruppi di formandi partecipanti a corsi di riqualifica professionale per Operatori Socio-Assistenziali (OSA) e Animatori Sociali (AS). In linea con i presupposti concettuali della psicologia della salute, la consapevolezza intorno alle rappresentazioni sul proprio ruolo professionale è stata intesa come risorsa da potenziare sia per promuovere il benessere dei partecipanti alla ricerca-intervento, sia per prevenire quelle forme di disagio psichico e fisico in cui facilmente incorrono gli operatori che lavorano nell’ambito delle professioni di aiuto non psicologiche. A tal fine, sono state considerate 70 narrazioni (Forme grafiche: 1823; Occorrenze: 5469) prodotte dai formandi nella fase conclusiva della ricerca-intervento allo scopo di analizzarne l’esito finale in termini di costruzione di un ruolo professionale spendibile entro i contesti lavorativi. Le narrazioni sono state innanzitutto sottoposte ad una preliminare preparazione e “pulizia” del corpus, attraverso procedure di lemmatizzazione, lessicalizzazione e disambiguazione effettuate con l’ausilio del software T-LAB (Lancia, 2004). Successivamente l’intero corpus testuale è stato analizzato mediante la tecnica dell’“Analisi dei documenti”. Essa si fonda su un calcolo delle co-occorrenze di lemmi presenti nei testi/documenti entro cui è organizzato il corpus testuale e, in ragione di tale calcolo, individua raggruppamenti o cluster di lemmi intesi come isotopie portanti o temi specifici caratterizzati dalla co-occorrenza di tratti semantici. Dall’analisi sono emersi tre cluster che sono stati interpretati come possibili tipologie di ruolo costruite alla fine del processo di ricerca-intervento. Poiché la variabile attiva “tipologia di gruppo, OSA o AS” non ha evidenziato opposizioni significative nello spazio fattoriale, l’interpretazione delle tre tipologie di ruolo è stata effettuata sia per i soggetti del gruppo OSA che per gli AS. La lettura dei lemmi più significativi di ciascun “raggruppamento”, nonché dei rispettivi documenti/testi che avevano contribuito in maniera significativa all’individuazione dei tre cluster è stata quindi funzionale alla identificazione di tre ruoli professionali che si opponevano lungo i fattori emersi dall’ACM: un primo ruolo professionale, definito come “Ruolo Emozionale”, era fondato su mansioni di natura prevalentemente affettiva tese ad aiutare le persone mediante atteggiamenti di conforto e vicinanza relazionale; una seconda tipologia, il Ruolo Tecnico, era caratterizzato dalla prevalenza di mansioni di tipo tecnico/pratico in cui era centrale la dimensione del “fare”, dell’operare con utenti al fine di espletare le funzioni connesse all’animare e all’assistenza materiale; un ultimo tipo di ruolo, il “Ruolo Integrato”, si connotava come più “evoluto”, completo e professionale, ovvero come prodotto dell’integrazione tra le precedenti componenti emozionali e tecniche che poteva gettare ora le basi di una professionalità efficace e spendibile entro i contesti lavorativi.
Promuovere benessere entro i contesti formativi: la costruzione del ruolo in professioni di aiuto non psicologiche / Esposito, Giovanna; Zaccaro, Antonella. - STAMPA. - (2008), pp. 90-91. (Intervento presentato al convegno VII Convegno Nazionale SIPCO “Persone, Comunità, Convivenze” tenutosi a Firenze nel 25-27 settembre, 2008).
Promuovere benessere entro i contesti formativi: la costruzione del ruolo in professioni di aiuto non psicologiche
ESPOSITO, GIOVANNA;ZACCARO, ANTONELLA
2008
Abstract
Numerosi contributi presenti in letteratura hanno prodotto copiose riflessioni intorno all’influenza sul benessere individuale e collettivo di fattori come l’identità di ruolo, sia essa sociale o lavorativa, (Thoits, 1992), la presenza di scopi (strivings) nella vita e, in generale, la padronanza o controllo ambientale nell’ambito delle attività lavorative (Taylor, Brown, 1988). Entro questo scenario, gli interventi di promozione del benessere si sono ampiamente concentrati su attività di sviluppo e sostegno dell’identità di ruolo lavorativo entro contesti organizzativi e di formazione professionale (McDonald, 1998; Perulli, 2007; Zucchermaglio, Alby, 2006). Il presente contributo si inserisce, nello specifico, entro l’ampio panorama di interventi volti alla promozione del benessere in psicologia della salute all’interno dei contesti di formazione professionale. Esso descrive il prodotto conclusivo di un’esperienza di ricerca-intervento che, all’interno di un più ampio progetto di valutazione e monitoraggio di percorsi formativi, è stata volta nello specifico ad analizzare e a supportare il processo di costruzione del ruolo e dell’identità professionale di alcuni gruppi di formandi partecipanti a corsi di riqualifica professionale per Operatori Socio-Assistenziali (OSA) e Animatori Sociali (AS). In linea con i presupposti concettuali della psicologia della salute, la consapevolezza intorno alle rappresentazioni sul proprio ruolo professionale è stata intesa come risorsa da potenziare sia per promuovere il benessere dei partecipanti alla ricerca-intervento, sia per prevenire quelle forme di disagio psichico e fisico in cui facilmente incorrono gli operatori che lavorano nell’ambito delle professioni di aiuto non psicologiche. A tal fine, sono state considerate 70 narrazioni (Forme grafiche: 1823; Occorrenze: 5469) prodotte dai formandi nella fase conclusiva della ricerca-intervento allo scopo di analizzarne l’esito finale in termini di costruzione di un ruolo professionale spendibile entro i contesti lavorativi. Le narrazioni sono state innanzitutto sottoposte ad una preliminare preparazione e “pulizia” del corpus, attraverso procedure di lemmatizzazione, lessicalizzazione e disambiguazione effettuate con l’ausilio del software T-LAB (Lancia, 2004). Successivamente l’intero corpus testuale è stato analizzato mediante la tecnica dell’“Analisi dei documenti”. Essa si fonda su un calcolo delle co-occorrenze di lemmi presenti nei testi/documenti entro cui è organizzato il corpus testuale e, in ragione di tale calcolo, individua raggruppamenti o cluster di lemmi intesi come isotopie portanti o temi specifici caratterizzati dalla co-occorrenza di tratti semantici. Dall’analisi sono emersi tre cluster che sono stati interpretati come possibili tipologie di ruolo costruite alla fine del processo di ricerca-intervento. Poiché la variabile attiva “tipologia di gruppo, OSA o AS” non ha evidenziato opposizioni significative nello spazio fattoriale, l’interpretazione delle tre tipologie di ruolo è stata effettuata sia per i soggetti del gruppo OSA che per gli AS. La lettura dei lemmi più significativi di ciascun “raggruppamento”, nonché dei rispettivi documenti/testi che avevano contribuito in maniera significativa all’individuazione dei tre cluster è stata quindi funzionale alla identificazione di tre ruoli professionali che si opponevano lungo i fattori emersi dall’ACM: un primo ruolo professionale, definito come “Ruolo Emozionale”, era fondato su mansioni di natura prevalentemente affettiva tese ad aiutare le persone mediante atteggiamenti di conforto e vicinanza relazionale; una seconda tipologia, il Ruolo Tecnico, era caratterizzato dalla prevalenza di mansioni di tipo tecnico/pratico in cui era centrale la dimensione del “fare”, dell’operare con utenti al fine di espletare le funzioni connesse all’animare e all’assistenza materiale; un ultimo tipo di ruolo, il “Ruolo Integrato”, si connotava come più “evoluto”, completo e professionale, ovvero come prodotto dell’integrazione tra le precedenti componenti emozionali e tecniche che poteva gettare ora le basi di una professionalità efficace e spendibile entro i contesti lavorativi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.