Ripartire dai territori: ruolo dell'artigianato napoletano

Questa comunicazione parte dall'ipotesi che la situazione di crisi che stiamo attraversando possa essere occasione e opportunità per ripensare il modello di sviluppo in atto e per trasformare questo modello in un'economia del vivere meglio e del ritrovare i rapporti con l'ambiente e il territorio. In tale prospettiva assume un significato più ampio la valorizzazione delle risorse del territorio, considerate sia a livello di beni materiali che di beni immateriali e simbolici. Tra queste l'artigianato, nella sua accezione più autentica di ‘arte di saper fare', può acquisire un ruolo importante per un nuovo modello di sviluppo. Il saper fare tecnico, che costituisce la base dei saperi locali, è un insieme di competenze acquisite, incorporate, trasmesse che legano un prodotto agricolo o una produzione artigianale al territorio, a specifici contesti sociali e culturali, distinguendoli da produzioni su scala industriale. Si tratta di risorse nei settori agroalimentari e nelle produzioni di beni anche di prestigio ( penso all'oreficeria, ma anche alla moda, o ad altre produzioni di eccellenza), che spesso si scontrano, rispetto alle politiche comunitarie e ai processi di internazionalizzazione, con difficoltà organizzative e mancanza di sinergie. In questo quadro è opportuno ripensare i rapporti tra le diverse filiere economiche del territorio ricercando nuove forme di ibridazione, includendo tra queste la valorizzazione del territorio a fini turistici e dando valore anche al patrimonio immateriale e simbolico. A partire da alcuni casi di artigianato del napoletano si analizzeranno queste problematiche. In particolare ci si soffermerà sugli interventi e sulle pratiche messe in atto dal Consorzio Antico Borgo degli Orefici, in un settore delicato come quello dell'oreficeria, la cui storia si interseca con quella di Napoli.