L’avanzare delle conquiste nel campo della medicina predittiva deve gran parte della propria accelerazione ai progressi della scienza genetica. Accompagnata sin dai suoi albori da proclami non raramente evocativi di svolte epocali nella conoscenza negli intimi meccanismi della vita, la genetica ha progressivamente attratto su di sé l’attenzione dell’opinione e delle politiche pubbliche. Nonostante molte delle attese si siano significativamente ridimensionate con l’avanzare del progetto di decodificazione del genoma umano gli obiettivi raggiunti, e l’orizzonte di una ricerca dalle potenzialità ancora enormi, hanno garantito a questi studi i tratti di scienza che, come aveva scritto Kuhn, si costituisce come comunità intorno ai concetti di rivoluzione e di paradigma . Abbandonata l’idea strettamente deterministica legata agli entusiasmi delle prime fasi di sviluppo del HGP, la ricerca nel campo della genetica umana non ha di certo svelato cosa significhi o quali segreti nasconda l’essere umani . E tuttavia, il mutamento di percezione introdotto dalla scienza genetica, nel circuito di costruzione e comunicazione delle sue asserzioni, si è proposto in questi anni all’attenzione del giurista, convocato dinanzi all’urgenza di mettere in forma nuove categorie, nuovi strumenti di intervento dinanzi alla ‘rivoluzione genetica’. L’avvertimento diffuso è che vi sia una modalità più complessa attraverso cui la genetica parrebbe intendere il soggetto giuridico e la sua libertà di autodeterminazione . Il dato genetico porrebbe infatti in immediato rilievo una prospettiva ‘aperta’ della soggettività, transgenerazionale dal punto di vista del coinvolgimento della catena delle generazioni, e relazionale per un appello strutturale ad una individualità «colonizzata dall’altro» . Ciò pone questioni ardue di bilanciamento di interessi che impegnano da tempo la riflessione giuridica. Ma anche, in qualche caso, orienta a pensare nuovamente in termini di dogmatica, per lo statuto di talune concettualità che si mostrerebbero profondamente incise dall’irruzione delle tecnologie nel linguaggio giuridico, come anche nel suo sistema di significati.
(con S. Zullo), La genetica tra esigenze di giustizia e logica precauzionale / Marzocco, Valeria. - STAMPA. - unico:(2011), pp. 124-136.
(con S. Zullo), La genetica tra esigenze di giustizia e logica precauzionale
MARZOCCO, Valeria
2011
Abstract
L’avanzare delle conquiste nel campo della medicina predittiva deve gran parte della propria accelerazione ai progressi della scienza genetica. Accompagnata sin dai suoi albori da proclami non raramente evocativi di svolte epocali nella conoscenza negli intimi meccanismi della vita, la genetica ha progressivamente attratto su di sé l’attenzione dell’opinione e delle politiche pubbliche. Nonostante molte delle attese si siano significativamente ridimensionate con l’avanzare del progetto di decodificazione del genoma umano gli obiettivi raggiunti, e l’orizzonte di una ricerca dalle potenzialità ancora enormi, hanno garantito a questi studi i tratti di scienza che, come aveva scritto Kuhn, si costituisce come comunità intorno ai concetti di rivoluzione e di paradigma . Abbandonata l’idea strettamente deterministica legata agli entusiasmi delle prime fasi di sviluppo del HGP, la ricerca nel campo della genetica umana non ha di certo svelato cosa significhi o quali segreti nasconda l’essere umani . E tuttavia, il mutamento di percezione introdotto dalla scienza genetica, nel circuito di costruzione e comunicazione delle sue asserzioni, si è proposto in questi anni all’attenzione del giurista, convocato dinanzi all’urgenza di mettere in forma nuove categorie, nuovi strumenti di intervento dinanzi alla ‘rivoluzione genetica’. L’avvertimento diffuso è che vi sia una modalità più complessa attraverso cui la genetica parrebbe intendere il soggetto giuridico e la sua libertà di autodeterminazione . Il dato genetico porrebbe infatti in immediato rilievo una prospettiva ‘aperta’ della soggettività, transgenerazionale dal punto di vista del coinvolgimento della catena delle generazioni, e relazionale per un appello strutturale ad una individualità «colonizzata dall’altro» . Ciò pone questioni ardue di bilanciamento di interessi che impegnano da tempo la riflessione giuridica. Ma anche, in qualche caso, orienta a pensare nuovamente in termini di dogmatica, per lo statuto di talune concettualità che si mostrerebbero profondamente incise dall’irruzione delle tecnologie nel linguaggio giuridico, come anche nel suo sistema di significati.File | Dimensione | Formato | |
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