Ad oggi, tra le più importanti tecniche utilizzate nel campo dell’idrologia e dell’idrogeologia applicata rientrano le tecniche di tracciamento che costituiscono, molto spesso, l’unico strumento che permette una comprensione diretta delle dinamiche dei flussi sotterranei, soprattutto a grande dettaglio. Per tale peculiarità esse rappresentano un valido supporto allo sviluppo di adeguate politiche di gestione della risorsa idrica. Abbinando tecniche di tracciamento classiche di tipo diretto, con utilizzo di diverse tipologie di tracciante (NaCl, Uranina e Tinopal), e tecniche indirette non invasive quali quelle geoelettriche (MALM modificato), che hanno trovato vasta applicazione come tecniche per il monitoraggio dei test con traccianti, lo studio condotto ha inteso sperimentare l’ applicabilità di tecniche di tracciamento più idonee in un acquifero di fondovalle caratterizzato da estrema eterogeneità dei materiali geologici. Tale contesto di indagine, individuato nel bacino dell’Alto Alento (SA), rappresentativo di un contesto molto diffuso nell’Italia meridionale, quale quello tipico dei bacini appenninici a clima mediterraneo, risulta di indubbio interesse non solo scientifico ma anche politico-gestionale. Con particolare riguardo alle più recenti tendenze della ricerca nazionale ed internazionale, nell’ottica di un apporto che fosse tecnologicamente innovativo, l’attenzione è stata focalizzata sullo studio ed applicazione dei traccianti fluorescenti e sull’uso di un fluorimetro da campo, una delle più moderne apparecchiature utilizzabili nei test di tracciamento. L’uso del fluorimetro da campo, utilizzato in modalità mobile, ha avvalorato la maggiore affidabilità ed idoneità dei traccianti fluorescenti anche in contesti porosi consentendo di caratterizzare con grande dettaglio lo spessore di acquifero indagato mettendo in evidenza una stratificazione delle velocità nonché la presenza di una zona superficiale “morta” non marcata da tracciante. L’abbinamento di tecniche dirette e indirette di tracciamento ha consentito di evidenziare un grosso limite nell’utilità dei metodi a resistività finalizzati alla caratterizzazione degli acquiferi legato alle elevate concentrazioni di immissione della soluzione salina che determinano un forte ritardo nella propagazione del plume tracciante. Infine, il confronto tra i dati provenienti dai test di tracciamento e quelli ricavati da prove di portata ha mostrato un notevole diverso grado di dettaglio fornito dall’una e dall’altra prova che risultano quindi idonee per studi a diversa scala.

Sperimentazione di tecniche di tracciamento per la caratterizzazione di un acquifero alluvionale di fondovalle (Dottorato di Ricerca in Geomorfologia e Dinamica Ambientale XXI ciclo- Università di Bari) / DE VITA, Pantaleone; M., Maggiore; M., Vurro. - (2009).

Sperimentazione di tecniche di tracciamento per la caratterizzazione di un acquifero alluvionale di fondovalle (Dottorato di Ricerca in Geomorfologia e Dinamica Ambientale XXI ciclo- Università di Bari)

DE VITA, PANTALEONE;
2009

Abstract

Ad oggi, tra le più importanti tecniche utilizzate nel campo dell’idrologia e dell’idrogeologia applicata rientrano le tecniche di tracciamento che costituiscono, molto spesso, l’unico strumento che permette una comprensione diretta delle dinamiche dei flussi sotterranei, soprattutto a grande dettaglio. Per tale peculiarità esse rappresentano un valido supporto allo sviluppo di adeguate politiche di gestione della risorsa idrica. Abbinando tecniche di tracciamento classiche di tipo diretto, con utilizzo di diverse tipologie di tracciante (NaCl, Uranina e Tinopal), e tecniche indirette non invasive quali quelle geoelettriche (MALM modificato), che hanno trovato vasta applicazione come tecniche per il monitoraggio dei test con traccianti, lo studio condotto ha inteso sperimentare l’ applicabilità di tecniche di tracciamento più idonee in un acquifero di fondovalle caratterizzato da estrema eterogeneità dei materiali geologici. Tale contesto di indagine, individuato nel bacino dell’Alto Alento (SA), rappresentativo di un contesto molto diffuso nell’Italia meridionale, quale quello tipico dei bacini appenninici a clima mediterraneo, risulta di indubbio interesse non solo scientifico ma anche politico-gestionale. Con particolare riguardo alle più recenti tendenze della ricerca nazionale ed internazionale, nell’ottica di un apporto che fosse tecnologicamente innovativo, l’attenzione è stata focalizzata sullo studio ed applicazione dei traccianti fluorescenti e sull’uso di un fluorimetro da campo, una delle più moderne apparecchiature utilizzabili nei test di tracciamento. L’uso del fluorimetro da campo, utilizzato in modalità mobile, ha avvalorato la maggiore affidabilità ed idoneità dei traccianti fluorescenti anche in contesti porosi consentendo di caratterizzare con grande dettaglio lo spessore di acquifero indagato mettendo in evidenza una stratificazione delle velocità nonché la presenza di una zona superficiale “morta” non marcata da tracciante. L’abbinamento di tecniche dirette e indirette di tracciamento ha consentito di evidenziare un grosso limite nell’utilità dei metodi a resistività finalizzati alla caratterizzazione degli acquiferi legato alle elevate concentrazioni di immissione della soluzione salina che determinano un forte ritardo nella propagazione del plume tracciante. Infine, il confronto tra i dati provenienti dai test di tracciamento e quelli ricavati da prove di portata ha mostrato un notevole diverso grado di dettaglio fornito dall’una e dall’altra prova che risultano quindi idonee per studi a diversa scala.
2009
Sperimentazione di tecniche di tracciamento per la caratterizzazione di un acquifero alluvionale di fondovalle (Dottorato di Ricerca in Geomorfologia e Dinamica Ambientale XXI ciclo- Università di Bari) / DE VITA, Pantaleone; M., Maggiore; M., Vurro. - (2009).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/350563
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