La Provincia di Benevento: i quattro comprensori e le sedici municipalità.di Emma BuondonnoIl tema del convegno è relativo all'educazione ambientale e al rispetto della natura intesi come buone pratiche da attivare nelle comunità locali. Tuttavia anche la distribuzione della popolazione sull'intero contesto territoriale della Regione Campania costituisce uno dei fattori che determinano i rischi e le emergenze della gestione dei rifiuti e dell'inquinamento dell'ambiente per effetto dell'uso improprio che si fa del capitale naturale e delle risorse del pianeta. Il disagio sociale è moltiplicatore di tutti i detrattori ambientali così come per la crescita esponenziale dei livelli della criminalità dalla micro criminalità al consolidamento delle organizzazioni e degli affari della camorra.Il territorio della Campania è territorio di grandi conflitti per la risoluzione delle emergenze da quella criminale a quella ambientale e, sia chiaro, non risolviamo una senza agire trasversalmente a tutti i settori della organizzazione della società attuale della Regione Campania.La concentrazione asiatica della popolazione regionale sulla fascia costiera del napoletano è il cancro del nostro vivere. La vera sfida da vincere è ristabilire le regole dell'organizzazione sociale e questa passa inequivocabilmente per lo scioglimento dei Comuni e il ridisegno di tutta la ingegneria amministrativa e politica delle province, dell'area metropolitana napoletana e delle relazioni con le altre regioni del mezzogiorno.Cosa significa tutto ciò? In realtà non possiamo permetterci di continuare a ingoiare risorse economiche senza comprendere quali benefici effettivamente ricadono sui cittadini e determinano il miglioramento della qualità della vita.Le spreco delle risorse economiche attuali è generato dalla ingovernabilità del territorio della Provincia di Napoli e della sua area metropolitana. Tale ingovernabilità scaturisce dalla concentrazione senza sviluppo del 53 % della popolazione dell'intera regione sulla porzione di territorio meno esteso cioè proprio quello della provincia di Napoli che risulta, inoltre, il territorio a maggiore rischio permanente per i fattori vulcanici ed oggi anche per le emergenze per l'errata gestione dei rifiuti, della sanità e della criminalità.Con la proposta di dare vita alla Regione Metropolitana Campana si intende promuovere il nuovo assetto delle amministrazioni comunali aggregate in municipalità e comprensori al fine di non avere una polverizzazione di Comuni che non corrisponde più alle attuali esigenze di funzionamento della organizzazione dei servizi e delle attrezzature pubbliche per i cittadini.In particolare lo squilibrio tra la concentrazione di popolazione sulla fascia costiera napoletana e la desertificazione delle zone interne del Sannio, dell'Irpinia, dell'Alto Casertano e del Cilento costituisce le due facce della stessa medaglia cioè del sottosviluppo della struttura urbana campana.L'accorpamento dei Comuni in Municipalità con popolazione compresa tra i 50 mila e i 100 mila abitanti deve attivarsi mediante processi virtuosi di redistribuzione delle risorse economiche e delle funzioni urbane a scala regionale sull'intero contesto territoriale e non soltanto sul napoletano al fine di invertire l'attuale concentrazione di popolazione solo nell'area metropolitana.In realtà gli strumenti urbanistici in atto sia a scala regionale che a scala provinciale di Napoli vanno nella direzione opposta cioè continuano a promuovere la densificazione urbana e la rigenerazione urbana che riproporranno gli stessi problemi di ingovernabilità attuale del territorio ancora più gravi di prima.Il tema delle nuove città irpine, sannite, casertane e cilentane, dunque, deve essere posto nella direzione di attivare un processo di redistribuzione di popolazioni e funzioni urbane di qualità sui territori che effettivamente hanno la capacità ambientale a sostenere l'impatto antropico e che hanno subito lo spopolamento perché sono state concentrate a Napoli tutte le risorse economiche dell'intera regione per la realizzazione di opere e funzioni urbane che andavano distribuite democraticamente sull'intero territorio campano.Il progetto delle nuove città non deve tradursi in un “affare edilizio” ma, al contrario in un processo di ritrovata democrazia urbana e sociale.

La Provincia di Benevento: i quattro comprensori e le sedici municipalità / Buondonno, Emma. - (2009). (Intervento presentato al convegno Progetto Scuola Ambiente tenutosi a San Marco Dei Cavoti (BN) nel 22 aprile 2009).

La Provincia di Benevento: i quattro comprensori e le sedici municipalità.

BUONDONNO, EMMA
2009

Abstract

La Provincia di Benevento: i quattro comprensori e le sedici municipalità.di Emma BuondonnoIl tema del convegno è relativo all'educazione ambientale e al rispetto della natura intesi come buone pratiche da attivare nelle comunità locali. Tuttavia anche la distribuzione della popolazione sull'intero contesto territoriale della Regione Campania costituisce uno dei fattori che determinano i rischi e le emergenze della gestione dei rifiuti e dell'inquinamento dell'ambiente per effetto dell'uso improprio che si fa del capitale naturale e delle risorse del pianeta. Il disagio sociale è moltiplicatore di tutti i detrattori ambientali così come per la crescita esponenziale dei livelli della criminalità dalla micro criminalità al consolidamento delle organizzazioni e degli affari della camorra.Il territorio della Campania è territorio di grandi conflitti per la risoluzione delle emergenze da quella criminale a quella ambientale e, sia chiaro, non risolviamo una senza agire trasversalmente a tutti i settori della organizzazione della società attuale della Regione Campania.La concentrazione asiatica della popolazione regionale sulla fascia costiera del napoletano è il cancro del nostro vivere. La vera sfida da vincere è ristabilire le regole dell'organizzazione sociale e questa passa inequivocabilmente per lo scioglimento dei Comuni e il ridisegno di tutta la ingegneria amministrativa e politica delle province, dell'area metropolitana napoletana e delle relazioni con le altre regioni del mezzogiorno.Cosa significa tutto ciò? In realtà non possiamo permetterci di continuare a ingoiare risorse economiche senza comprendere quali benefici effettivamente ricadono sui cittadini e determinano il miglioramento della qualità della vita.Le spreco delle risorse economiche attuali è generato dalla ingovernabilità del territorio della Provincia di Napoli e della sua area metropolitana. Tale ingovernabilità scaturisce dalla concentrazione senza sviluppo del 53 % della popolazione dell'intera regione sulla porzione di territorio meno esteso cioè proprio quello della provincia di Napoli che risulta, inoltre, il territorio a maggiore rischio permanente per i fattori vulcanici ed oggi anche per le emergenze per l'errata gestione dei rifiuti, della sanità e della criminalità.Con la proposta di dare vita alla Regione Metropolitana Campana si intende promuovere il nuovo assetto delle amministrazioni comunali aggregate in municipalità e comprensori al fine di non avere una polverizzazione di Comuni che non corrisponde più alle attuali esigenze di funzionamento della organizzazione dei servizi e delle attrezzature pubbliche per i cittadini.In particolare lo squilibrio tra la concentrazione di popolazione sulla fascia costiera napoletana e la desertificazione delle zone interne del Sannio, dell'Irpinia, dell'Alto Casertano e del Cilento costituisce le due facce della stessa medaglia cioè del sottosviluppo della struttura urbana campana.L'accorpamento dei Comuni in Municipalità con popolazione compresa tra i 50 mila e i 100 mila abitanti deve attivarsi mediante processi virtuosi di redistribuzione delle risorse economiche e delle funzioni urbane a scala regionale sull'intero contesto territoriale e non soltanto sul napoletano al fine di invertire l'attuale concentrazione di popolazione solo nell'area metropolitana.In realtà gli strumenti urbanistici in atto sia a scala regionale che a scala provinciale di Napoli vanno nella direzione opposta cioè continuano a promuovere la densificazione urbana e la rigenerazione urbana che riproporranno gli stessi problemi di ingovernabilità attuale del territorio ancora più gravi di prima.Il tema delle nuove città irpine, sannite, casertane e cilentane, dunque, deve essere posto nella direzione di attivare un processo di redistribuzione di popolazioni e funzioni urbane di qualità sui territori che effettivamente hanno la capacità ambientale a sostenere l'impatto antropico e che hanno subito lo spopolamento perché sono state concentrate a Napoli tutte le risorse economiche dell'intera regione per la realizzazione di opere e funzioni urbane che andavano distribuite democraticamente sull'intero territorio campano.Il progetto delle nuove città non deve tradursi in un “affare edilizio” ma, al contrario in un processo di ritrovata democrazia urbana e sociale.
2009
La Provincia di Benevento: i quattro comprensori e le sedici municipalità / Buondonno, Emma. - (2009). (Intervento presentato al convegno Progetto Scuola Ambiente tenutosi a San Marco Dei Cavoti (BN) nel 22 aprile 2009).
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