L’architetto fiammingo Victor Horta è considerato dai più autorevoli storici dell’architettura il più grande interprete e realizzatore dell’Art Nouveau. Leggere la sua opera da l’opportunità di riflettere sulla scienza della geometria che regola le leggi del linguaggio hortiano e del movimento culturale che ebbe vita nel ventennio a cavallo tra il XIX° ed il XX° secolo. Il presente studio si pone l’obiettivo di comprendere ed illustrare l’opera del più grande esponente dell’Art Nouveau, cercando di individuarne e sottolinearne gli elementi ricorrenti ed i caratteri peculiari, proponendone una lettura critica attraverso la comprensione del contesto storico-artistico e culturale in cui si attuano. Per intendere la genialità e le innovazioni che egli apporta si è ritenuto utile iniziare la ricerca con un breve saggio sull’Art Nouveau che fonda le sue radici in una serie di fenomeni diversi, che vanno dal movimento preraffaellita all’Arts and Crafts, dall’orientalismo al simbolismo ed allo storicismo, collocandosi tra il revival neogotico ed il movimento moderno. Segue una riflessione sul particolare periodo storico che interessa il Belgio e la sua capitale Bruxelles, anche in relazione alle politiche urbanistico-edilizie che si realizzarono tra il XIX° ed il XX° secolo. Nello specifico ci si è riferiti all’opera di Horta nel periodo compreso tra il 1893, anno della realizzazione dell’Hotel Tassel, ed il 1902 quando all’Esposizione Internazionale di Arti Decorative di Torino iniziarono a diffondersi le critiche per uno stile di cui si condannava la stravaganza. Questo periodo, durato meno di un decennio, è quello più fertile, più creativo e significativo della sua produzione artistica, nel quale sarà impegnato, prevalentemente, nella progettazione di residenze per la classe borghese della capitale belga. Tre i progetti prescelti attraverso i quali presentare le tematiche che qualficano il suo linguaggio: l’Hotel Tassel, l’Hotes Solvay e l’Hotel Horta. Opere nelle quali dà il via ad un rinnovato e rivoluzionario modo di concepire la casa borghese, dove ricorre all’uso dei nuovi materiali, al personale concetto di decorazione e dove il modo innovativo di concepire i percorsi verticali è il tema dominante. I collegamenti verticali assumono un ruolo preminente nelle architetture di Horta. Egli “inserisce il vano scala all’interno di un edificio trasfigurando la conformazione degli spazi: la scala supera la sua funzione originale di elemento di collegamento materiale tra diversi livelli e, al servizio della maniera di abitare, descrive i movimenti e le attività degli abitanti.” I casi studio propongono tre organismi che divengono il fulcro creativo e di massima tensione compositiva. La prima scelta è caduta sull’Hotel Tassel, l’opera che inaugura la nascita di un nuovo linguaggio, quello dell’art nouveau, dove la scala d’onore, articolata in due rampe a sviluppo parallelo, consente di conquistare prima il mezzanino e poi il primo piano. Il secondo tema vede Horta confrontarsi con un grande e lussuoso palazzo di città costruito per Armand Solvay. Esigenze di rappresentanza porteranno l’architetto a concepire una splendida e monumentale scala a tenaglia che conduce al piano nobile. Qui destina un grande spazio, nel cuore della residenza, ai percorsi verticali, realizzando un'altra scala articolata su quattro rampe che si sviluppa per tutta l’altezza dell’edificio. L’ultimo caso studio vede Horta occupato nella progettazione della sua personale residenza. Qui la scala si rivela appena superato il vestibolo e conduce, in un moto continuo iscritto in un quadrato, alla scoperta dell’hotel. La ricerca proposta indaga attraverso il disegno, usato come sistema linguistico visivo e come strumento di analisi e lettura dello spazio, le caratteristiche del linguaggio hortiano. “Il disegno, in quanto forma di comunicazione, è il linguaggio visivo dell’architettura al fine di esplicitare intuizioni, pensieri, immagini: essi sono atti psichici che appartengono al mondo logico dell’intelletto.”

Moti ascensionali nell'opera di Victor Horta / Dell'Aquila, Mariella. - (2008).

Moti ascensionali nell'opera di Victor Horta

DELL'AQUILA, MARIELLA
2008

Abstract

L’architetto fiammingo Victor Horta è considerato dai più autorevoli storici dell’architettura il più grande interprete e realizzatore dell’Art Nouveau. Leggere la sua opera da l’opportunità di riflettere sulla scienza della geometria che regola le leggi del linguaggio hortiano e del movimento culturale che ebbe vita nel ventennio a cavallo tra il XIX° ed il XX° secolo. Il presente studio si pone l’obiettivo di comprendere ed illustrare l’opera del più grande esponente dell’Art Nouveau, cercando di individuarne e sottolinearne gli elementi ricorrenti ed i caratteri peculiari, proponendone una lettura critica attraverso la comprensione del contesto storico-artistico e culturale in cui si attuano. Per intendere la genialità e le innovazioni che egli apporta si è ritenuto utile iniziare la ricerca con un breve saggio sull’Art Nouveau che fonda le sue radici in una serie di fenomeni diversi, che vanno dal movimento preraffaellita all’Arts and Crafts, dall’orientalismo al simbolismo ed allo storicismo, collocandosi tra il revival neogotico ed il movimento moderno. Segue una riflessione sul particolare periodo storico che interessa il Belgio e la sua capitale Bruxelles, anche in relazione alle politiche urbanistico-edilizie che si realizzarono tra il XIX° ed il XX° secolo. Nello specifico ci si è riferiti all’opera di Horta nel periodo compreso tra il 1893, anno della realizzazione dell’Hotel Tassel, ed il 1902 quando all’Esposizione Internazionale di Arti Decorative di Torino iniziarono a diffondersi le critiche per uno stile di cui si condannava la stravaganza. Questo periodo, durato meno di un decennio, è quello più fertile, più creativo e significativo della sua produzione artistica, nel quale sarà impegnato, prevalentemente, nella progettazione di residenze per la classe borghese della capitale belga. Tre i progetti prescelti attraverso i quali presentare le tematiche che qualficano il suo linguaggio: l’Hotel Tassel, l’Hotes Solvay e l’Hotel Horta. Opere nelle quali dà il via ad un rinnovato e rivoluzionario modo di concepire la casa borghese, dove ricorre all’uso dei nuovi materiali, al personale concetto di decorazione e dove il modo innovativo di concepire i percorsi verticali è il tema dominante. I collegamenti verticali assumono un ruolo preminente nelle architetture di Horta. Egli “inserisce il vano scala all’interno di un edificio trasfigurando la conformazione degli spazi: la scala supera la sua funzione originale di elemento di collegamento materiale tra diversi livelli e, al servizio della maniera di abitare, descrive i movimenti e le attività degli abitanti.” I casi studio propongono tre organismi che divengono il fulcro creativo e di massima tensione compositiva. La prima scelta è caduta sull’Hotel Tassel, l’opera che inaugura la nascita di un nuovo linguaggio, quello dell’art nouveau, dove la scala d’onore, articolata in due rampe a sviluppo parallelo, consente di conquistare prima il mezzanino e poi il primo piano. Il secondo tema vede Horta confrontarsi con un grande e lussuoso palazzo di città costruito per Armand Solvay. Esigenze di rappresentanza porteranno l’architetto a concepire una splendida e monumentale scala a tenaglia che conduce al piano nobile. Qui destina un grande spazio, nel cuore della residenza, ai percorsi verticali, realizzando un'altra scala articolata su quattro rampe che si sviluppa per tutta l’altezza dell’edificio. L’ultimo caso studio vede Horta occupato nella progettazione della sua personale residenza. Qui la scala si rivela appena superato il vestibolo e conduce, in un moto continuo iscritto in un quadrato, alla scoperta dell’hotel. La ricerca proposta indaga attraverso il disegno, usato come sistema linguistico visivo e come strumento di analisi e lettura dello spazio, le caratteristiche del linguaggio hortiano. “Il disegno, in quanto forma di comunicazione, è il linguaggio visivo dell’architettura al fine di esplicitare intuizioni, pensieri, immagini: essi sono atti psichici che appartengono al mondo logico dell’intelletto.”
2008
Moti ascensionali nell'opera di Victor Horta / Dell'Aquila, Mariella. - (2008).
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/348875
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact