Il turismo rurale in genere e l’agriturismo in particolare, hanno ricevuto nel tempo un interesse crescente da parte dei policy maker in quanto possibile leva per lo sviluppo delle aree rurali. Ciò anche grazie allo sviluppo del dibattito sul ruolo multifunzionale dell’agricoltura nel quale l’agriturismo ha occupato, a ragione, un posto centrale avendo, per primo, richiamato l’attenzione sulla multifunzionalità delle aziende agricole. Da qui la sua considerazione sempre più esplicita nell’ambito delle misure di politica agraria. Inizialmente confinato al ruolo di attività connessa a quelle agricole tradizionali, esso è andato acquisendo connotati di respiro sempre più ampio come riflesso anche dalle modifiche apportate alla definizione di imprenditore agricolo e di attività agricole previste dal codice civile. Lo stesso sviluppo delle attività agrituristiche ha rappresentato uno stimolo per i cambiamenti normativi adottati nel nostro Paese unitamente a quanto veniva delineandosi in sede europea con il nuovo corso della politica agraria, fortemente proiettata verso la multifunzionalità dell’agricoltura. A fronte di ciò gli strumenti di politica agraria hanno evidenziato taluni importanti cambiamenti volti a sostenere la crescita delle attività agrituristiche. Oggi, di fronte ai dati relativi alla consistenza oramai raggiunta dal settore ma anche al sensibile rallentamento nei suoi ritmi di crescita, con particolare riguardo al numero delle aziende agrituristiche, è parso utile tentare di fornire una risposta ad alcuni interrogativi. Partendo dal caso di una regione, la Campania, che negli ultimi anni ha registrato tassi di crescita tra i più elevati a livello nazionale, per buona parte dovuti all’aumento della consistenza nel numero delle aziende agrituristiche nelle province di Avellino e Benevento, ci si è chiesti su quale tipo di intervento pubblico si debba puntare affinché le attività agrituristiche possano rappresentare effettivamente una leva per lo sviluppo rurale. Alla vigilia dell’avvio di una nuova fase della programmazione regionale ci è parso importante chiedersi se il tipo di interventi previsto per le attività agrituristiche sia rispondente alle esigenze del settore o se non sia, invece, il caso di cambiare direzione o quantomeno di andare in più direzioni, opportunamente calibrando il peso da assegnare alle diverse tipologie di interventi. Il caso studio si riferisce alle province di Avellino e di Benevento per due motivi. Uno è legato al ruolo che queste due province stanno giocando nella dinamica dei flussi turistici regionali proprio grazie allo sviluppo del turismo rurale nelle sue varie forme. L’altro è più squisitamente legato alle finalità di una politica di sviluppo rurale. Partendo da un’indagine campionaria si ha lo scopo di individuare da un lato le principali caratteristiche dell’offerta agrituristica e, dall’altro, gli interventi pubblici che, secondo gli imprenditori, dovrebbero essere attivati per il miglioramento qualitativo della stessa offerta. L’articolazione del lavoro prevede una prima parte dedicata all’illustrazione dei cambiamenti avvenuti nel quadro normativo nazionale e nella filosofia di fondo della programmazione comunitaria, quindi una seconda in cui si riportano i risultati dell’indagine svolta attraverso questionari aziendali ed, infine, alcune considerazioni conclusive.

L’agriturismo nelle aree interne della regione Campania: nuove istanze per il miglioramento qualitativo dell’offerta / Panico, Teresa; DEL GIUDICE, Teresa. - In: POLITICA AGRICOLA INTERNAZIONALE. - ISSN 1722-4365. - STAMPA. - 2-2007(2007), pp. 49-74.

L’agriturismo nelle aree interne della regione Campania: nuove istanze per il miglioramento qualitativo dell’offerta

PANICO, TERESA;DEL GIUDICE, TERESA
2007

Abstract

Il turismo rurale in genere e l’agriturismo in particolare, hanno ricevuto nel tempo un interesse crescente da parte dei policy maker in quanto possibile leva per lo sviluppo delle aree rurali. Ciò anche grazie allo sviluppo del dibattito sul ruolo multifunzionale dell’agricoltura nel quale l’agriturismo ha occupato, a ragione, un posto centrale avendo, per primo, richiamato l’attenzione sulla multifunzionalità delle aziende agricole. Da qui la sua considerazione sempre più esplicita nell’ambito delle misure di politica agraria. Inizialmente confinato al ruolo di attività connessa a quelle agricole tradizionali, esso è andato acquisendo connotati di respiro sempre più ampio come riflesso anche dalle modifiche apportate alla definizione di imprenditore agricolo e di attività agricole previste dal codice civile. Lo stesso sviluppo delle attività agrituristiche ha rappresentato uno stimolo per i cambiamenti normativi adottati nel nostro Paese unitamente a quanto veniva delineandosi in sede europea con il nuovo corso della politica agraria, fortemente proiettata verso la multifunzionalità dell’agricoltura. A fronte di ciò gli strumenti di politica agraria hanno evidenziato taluni importanti cambiamenti volti a sostenere la crescita delle attività agrituristiche. Oggi, di fronte ai dati relativi alla consistenza oramai raggiunta dal settore ma anche al sensibile rallentamento nei suoi ritmi di crescita, con particolare riguardo al numero delle aziende agrituristiche, è parso utile tentare di fornire una risposta ad alcuni interrogativi. Partendo dal caso di una regione, la Campania, che negli ultimi anni ha registrato tassi di crescita tra i più elevati a livello nazionale, per buona parte dovuti all’aumento della consistenza nel numero delle aziende agrituristiche nelle province di Avellino e Benevento, ci si è chiesti su quale tipo di intervento pubblico si debba puntare affinché le attività agrituristiche possano rappresentare effettivamente una leva per lo sviluppo rurale. Alla vigilia dell’avvio di una nuova fase della programmazione regionale ci è parso importante chiedersi se il tipo di interventi previsto per le attività agrituristiche sia rispondente alle esigenze del settore o se non sia, invece, il caso di cambiare direzione o quantomeno di andare in più direzioni, opportunamente calibrando il peso da assegnare alle diverse tipologie di interventi. Il caso studio si riferisce alle province di Avellino e di Benevento per due motivi. Uno è legato al ruolo che queste due province stanno giocando nella dinamica dei flussi turistici regionali proprio grazie allo sviluppo del turismo rurale nelle sue varie forme. L’altro è più squisitamente legato alle finalità di una politica di sviluppo rurale. Partendo da un’indagine campionaria si ha lo scopo di individuare da un lato le principali caratteristiche dell’offerta agrituristica e, dall’altro, gli interventi pubblici che, secondo gli imprenditori, dovrebbero essere attivati per il miglioramento qualitativo della stessa offerta. L’articolazione del lavoro prevede una prima parte dedicata all’illustrazione dei cambiamenti avvenuti nel quadro normativo nazionale e nella filosofia di fondo della programmazione comunitaria, quindi una seconda in cui si riportano i risultati dell’indagine svolta attraverso questionari aziendali ed, infine, alcune considerazioni conclusive.
2007
L’agriturismo nelle aree interne della regione Campania: nuove istanze per il miglioramento qualitativo dell’offerta / Panico, Teresa; DEL GIUDICE, Teresa. - In: POLITICA AGRICOLA INTERNAZIONALE. - ISSN 1722-4365. - STAMPA. - 2-2007(2007), pp. 49-74.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/344352
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