Tra gli inquinanti provvisti di maggior impatto ambientale un posto di rilievo è occupato dai metalli potenzialmente tossici (PTMs). Il loro utilizzo è fortemente cresciuto negli ultimi secoli, con il progredire dell'industrializzazione, con l'aumento del traffico automobilistico e con la comparsa di numerosissime fonti puntiformi e ciò ha comportato una crescente contaminazione ambientale. I metalli in traccia (denominati pesanti se con numero atomico maggiore di 20) non sono biodegradabili ed una volta rilasciati nell'ambiente partecipano a cicli geochimici globali che ne determinano una continua circolazione tra i vari comparti ambientali diventando parte integrante dell'habitat. Di conseguenza vengono passivamente o attivamente accumulati dagli organismi viventi. Lo stato di inquinamento ambientale può essere opportunamente valutato mediante tecniche di biomonitoraggio. Esse stimano l'alterazione rispetto alla norma di componenti degli ecosistemi reattivi all'inquinamento. Biomonitor è un organismo che dà informazioni semiquantitative o quantitative sulle variazioni spazio-temporali dell'inquinamento ambientale. Il biomonitor può rispondere all'inquinamento mediante variazioni di alcuni parametri misurabili (biomonitor di sensibilità) e/o accumulando concentrazioni misurabili di inquinanti (biomonitor di accumulo). L'utilizzo dei vegetali come biomonitors è un metodo molto conveniente per valutare la presenza, il tipo e la fonte di contaminanti. I muschi ed i licheni, per l'elevato rapporto superficie/volume, per la semplice organizzazione anatomica e per l'assenza di cuticola, sono molto sensibili all'inquinamento ambientale. In particolare i muschi ed i licheni epifiti dipendono strettamente dall'ambiente aereo per l'approvvigionamento di acqua e sali minerali e risultano pertanto particolarmente sensibili all'inquinamento atmosferico. Questi organismi concentrano nei loro tessuti i metalli pesanti in misura assai superiore rispetto all'ambiente e alle piante superiori e pertanto sono spesso utilizzati come biomonitors di accumulo. Il seminario analizza lo stato dell'arte sull'argomento.

Utilizzo di muschi e licheni trapiantati in bags nel monitoraggio della qualità dell'aria in ambiente urbano / Adamo, Paola. - (2007). (Intervento presentato al convegno Workshop tenutosi a DIVAPRA, Università di Torino nel 01 febbraio 2007).

Utilizzo di muschi e licheni trapiantati in bags nel monitoraggio della qualità dell'aria in ambiente urbano

ADAMO, PAOLA
2007

Abstract

Tra gli inquinanti provvisti di maggior impatto ambientale un posto di rilievo è occupato dai metalli potenzialmente tossici (PTMs). Il loro utilizzo è fortemente cresciuto negli ultimi secoli, con il progredire dell'industrializzazione, con l'aumento del traffico automobilistico e con la comparsa di numerosissime fonti puntiformi e ciò ha comportato una crescente contaminazione ambientale. I metalli in traccia (denominati pesanti se con numero atomico maggiore di 20) non sono biodegradabili ed una volta rilasciati nell'ambiente partecipano a cicli geochimici globali che ne determinano una continua circolazione tra i vari comparti ambientali diventando parte integrante dell'habitat. Di conseguenza vengono passivamente o attivamente accumulati dagli organismi viventi. Lo stato di inquinamento ambientale può essere opportunamente valutato mediante tecniche di biomonitoraggio. Esse stimano l'alterazione rispetto alla norma di componenti degli ecosistemi reattivi all'inquinamento. Biomonitor è un organismo che dà informazioni semiquantitative o quantitative sulle variazioni spazio-temporali dell'inquinamento ambientale. Il biomonitor può rispondere all'inquinamento mediante variazioni di alcuni parametri misurabili (biomonitor di sensibilità) e/o accumulando concentrazioni misurabili di inquinanti (biomonitor di accumulo). L'utilizzo dei vegetali come biomonitors è un metodo molto conveniente per valutare la presenza, il tipo e la fonte di contaminanti. I muschi ed i licheni, per l'elevato rapporto superficie/volume, per la semplice organizzazione anatomica e per l'assenza di cuticola, sono molto sensibili all'inquinamento ambientale. In particolare i muschi ed i licheni epifiti dipendono strettamente dall'ambiente aereo per l'approvvigionamento di acqua e sali minerali e risultano pertanto particolarmente sensibili all'inquinamento atmosferico. Questi organismi concentrano nei loro tessuti i metalli pesanti in misura assai superiore rispetto all'ambiente e alle piante superiori e pertanto sono spesso utilizzati come biomonitors di accumulo. Il seminario analizza lo stato dell'arte sull'argomento.
2007
Utilizzo di muschi e licheni trapiantati in bags nel monitoraggio della qualità dell'aria in ambiente urbano / Adamo, Paola. - (2007). (Intervento presentato al convegno Workshop tenutosi a DIVAPRA, Università di Torino nel 01 febbraio 2007).
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