Le piante hanno prodotto nel corso dell’evoluzione svariati meccanismi per difendersi dagli organismi fitofagi. Lo studio delle difese indirette, ossia quelle basate sull’attività dei nemici naturali, va affrontato in modo multidisciplinare, ed ha lo scopo di identificare da un lato le sostanze che regolano l’attrattività verso i nemici naturali, e dall’altro i geni che sono alla base di queste interazioni. Gli afidi inducono in pianta risposte che per tempi e modi si avvicinano alla reazione agli organismi fitopatogeni. Conseguentemente, piuttosto allungati sono i tempi di reazione della pianta rispetto a quelli che si registrano per i fitofagi masticatori. Gli studi di queste interazioni partono sempre da osservazioni sul comportamento degli insetti entomofagi, per individuare da quali componenti dei sistemi multitrofici sono emesse le sostanze volatili in grado di attrarli. Dalla caratterizzazione delle sostanze coinvolte nell’attrattività degli entomofagi, affidata ai chimici delle sostanze naturali e che rappresenta di per se un risultato di carattere applicativo, si cerca di individuare i percorsi metabolici coinvolti nelle risposte della pianta ai fitomizi. Questo passaggio si avvale della collaborazione di fisiologi vegetali che, insieme ai genetisti vegetali, sono in ultima analisi in grado di indicare quei geni che potrebbero essere alla base di queste interazioni e che quindi possono essere indicati per programmi di selezione vegetale. Da studi recentissimi è emerso che la composizione dei composti volatili emessi dalle piante attaccate dagli afidi è solo quantitativamente differente da quella emessa dalle piante sane, sottolineando il minimo danno meccanico che questi insetti provocano ai tessuti vegetali. E’ anche emerso che questi insetti sono in grado di allertare in pianta sia il percorso dell’acido jasmonico che quello dell’acido salicilico. Grazie all’uso di piante geneticamente modificate è stato possibile evidenziare alcuni dei geni coinvolti nella produzione di sostanze volatili attrattive per i nemici naturali degli afidi. Sempre più si richiede una collaborazione interdisciplinare per affrontare questo tipo di studi, al fine di poter arrivare alla definizione di nuove strategie per il controllo ecosostenibile degli insetti dannosi alle piante agrarie.

Meccanismi di difesa indiretta indotti in pianta dall'attacco di afidi / Guerrieri, E.; Sasso, R.; Digilio, MARIA CRISTINA; Iodice, L.. - STAMPA. - 13:(2007), pp. 97-110.

Meccanismi di difesa indiretta indotti in pianta dall'attacco di afidi

DIGILIO, MARIA CRISTINA;
2007

Abstract

Le piante hanno prodotto nel corso dell’evoluzione svariati meccanismi per difendersi dagli organismi fitofagi. Lo studio delle difese indirette, ossia quelle basate sull’attività dei nemici naturali, va affrontato in modo multidisciplinare, ed ha lo scopo di identificare da un lato le sostanze che regolano l’attrattività verso i nemici naturali, e dall’altro i geni che sono alla base di queste interazioni. Gli afidi inducono in pianta risposte che per tempi e modi si avvicinano alla reazione agli organismi fitopatogeni. Conseguentemente, piuttosto allungati sono i tempi di reazione della pianta rispetto a quelli che si registrano per i fitofagi masticatori. Gli studi di queste interazioni partono sempre da osservazioni sul comportamento degli insetti entomofagi, per individuare da quali componenti dei sistemi multitrofici sono emesse le sostanze volatili in grado di attrarli. Dalla caratterizzazione delle sostanze coinvolte nell’attrattività degli entomofagi, affidata ai chimici delle sostanze naturali e che rappresenta di per se un risultato di carattere applicativo, si cerca di individuare i percorsi metabolici coinvolti nelle risposte della pianta ai fitomizi. Questo passaggio si avvale della collaborazione di fisiologi vegetali che, insieme ai genetisti vegetali, sono in ultima analisi in grado di indicare quei geni che potrebbero essere alla base di queste interazioni e che quindi possono essere indicati per programmi di selezione vegetale. Da studi recentissimi è emerso che la composizione dei composti volatili emessi dalle piante attaccate dagli afidi è solo quantitativamente differente da quella emessa dalle piante sane, sottolineando il minimo danno meccanico che questi insetti provocano ai tessuti vegetali. E’ anche emerso che questi insetti sono in grado di allertare in pianta sia il percorso dell’acido jasmonico che quello dell’acido salicilico. Grazie all’uso di piante geneticamente modificate è stato possibile evidenziare alcuni dei geni coinvolti nella produzione di sostanze volatili attrattive per i nemici naturali degli afidi. Sempre più si richiede una collaborazione interdisciplinare per affrontare questo tipo di studi, al fine di poter arrivare alla definizione di nuove strategie per il controllo ecosostenibile degli insetti dannosi alle piante agrarie.
2007
9788890158964
Meccanismi di difesa indiretta indotti in pianta dall'attacco di afidi / Guerrieri, E.; Sasso, R.; Digilio, MARIA CRISTINA; Iodice, L.. - STAMPA. - 13:(2007), pp. 97-110.
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