I caratteri originali del mercato finanziario italiano (1861-1914), in Storia d'Italia. Annali, La banca

Nell’Italia unita, raggiungere le condizioni minimali per la formazione e il funzionamento di un mercato finanziario nazionale non fu un compito semplice. Le ragioni di ciò possono essere ricercate proprio nei primi decenni di formazione dell’intera struttura finanziaria del Paese, individuando alcuni interrogativi di fondo. Cosa non funzionò? Per quali scelte o per quale retaggio istituzionale o culturale, i mercati finanziari non trovarono le protezioni adeguate e il favore per superare uno stato di minorità? Perché non raggiunsero uno stadio maturo nel quale consolidare il proprio ruolo ed emanciparsi in maniera definitiva o quasi? Infine, quali furono gli ostacoli che si frapposero a tutto ciò? Per rispondere, o meglio tratteggiare alcune proposte di riflessione, - in mancanza in letteratura di analisi sistematiche di carattere empirico e complessivo - il lavoro verrà organizzato su tre livelli: uno riguardante la base istituzionale e il profilo di regole e norme, scritte e consuetudinarie, che influirono sui mercati, sulla loro organizzazione e sul loro modo di svolgere le funzioni sopra accennate. Un secondo aspetto, che si sovrappone parzialmente al primo, è relativo ai costi di transazione, fondamentali nel mettere i mercati finanziari organizzati in condizione di funzionare al meglio e di attrarre adeguati volumi di operazioni. Infine, la terza questione è quella di delineare nuclei di altri caratteri che sin dalle origini pesarono sullo sviluppo dei mercati ma che sono, in qualche maniera, indipendenti dal loro assetto istituzionale e da quello funzionale, e riferibili invece alla domanda di attività finanziarie da parte di settori istituzionali, di famiglie, imprese ed estero.