Le questioni connesse al ciclo dei rifiuti, hanno assunto negli ultimi decenni proporzioni sempre maggiori in relazione al miglioramento delle condizioni economiche, al veloce progredire dello sviluppo industriale, all’incremento della popolazione e delle aree urbane. La produzione e la moltiplicazione della tipologia dei rifiuti è, infatti, progressivamente aumentata quale sintomo del progresso economico e dell’aumento dei consumi, con effetti sempre più nocivi per l’ambiente. Un’ulteriore fonte di rifiuti è, inoltre, attualmente rappre-sentata dalle iniziative messe in atto dalla collettività per far fronte ad altre emergenze ambientali quali l’inquinamento idrico e atmosferico; per certi aspetti, il crescere del volume di rifiuti così generati darà adi-to ad ulteriori problemi; ne sono un esempio i fanghi o i residui di de-purazione degli impianti di combustione. La quantità totale dei rifiuti rappresenta indubbiamente una misura dell’impoverimento delle risorse, sebbene l’impatto generato sull’ambiente non dipenda solo dalla quantità, ma anche e soprattutto dalla qualità dei rifiuti; le sostanze pericolose in essi contenute, anche in piccole quantità, possono generare, infatti, notevoli impatti sull’ambiente. Con l’aumentare della ricchezza e della produttività, cresce anche la domanda di prodotti che, tra l’altro, hanno cicli di vita sempre più brevi; tale situazione determina un aumento della quantità di rifiuti de-rivanti dai prodotti ormai fuori uso e dai relativi cicli di estrazione e di fabbricazione. Parallelamente, molti prodotti diventano sempre più complessi, es-sendo costituiti da più materiali e sostanze con maggiori rischi per la salute e per l’ambiente legati alla gestione degli stessi una volta dive-nuti rifiuti. Se gli attuali modelli di consumo non subiranno modifiche sarà i-nevitabile una crescita consistente di rifiuti, in molti casi anche perico-losi. Di conseguenza, la problematica rappresentata dall’aumento delle quantità di rifiuti non può, infatti, essere arginata solamente tramite una gestione più efficiente ed un maggiore tasso di riciclo; emerge, in maniera sempre più netta, l’esigenza di analizzare e gestire il proble-ma rifiuti come una componente dei flussi totali di materia che attra-versano la società, inserendo la gestione dei rifiuti all’interno di una strategia integrata di sviluppo sostenibile, che abbia, tra le priorità, la riduzione dell’utilizzo delle risorse, il minore consumo di energia e la minimizzazione delle emissioni alla fonte. In generale, la gestione dei rifiuti deve avere come obiettivo prin-cipale l’uso razionale e sostenibile delle risorse ed essere impostata seguendo un rigoroso ordine gerarchico di priorità: • riduzione della produzione e soprattutto della pericolosità dei ri-fiuti; •sostituzione delle sostanze pericolose per l’ambiente contenute nei prodotti con altre meno pericolose; • raccolta di frazioni merceologiche omogenee con un miglior gra-do di purezza e quindi più facilmente collocabili sul mercato del recupero; • valorizzazione energetica del rifiuto residuo dotato di buon potere calorifico; • smaltimento in condizioni di sicurezza dei soli rifiuti che non hanno altra possibilità di recupero o trattamento. Nel contesto della gestione integrata dei rifiuti, la discarica, non avendo alcuna funzione di valorizzazione delle risorse, e comportando un rischio per l’ambiente, rappresenta, pertanto, l’opzione per i rifiuti ultimi non più suscettibili di essere riusati o trattati nelle condizioni tecniche ed economiche del momento e deve avvenire con modalità tali da ridurre al minimo le conseguenze negative per la salute e l’ambiente.

I rifiuti e la Campania tra vincoli e buone pratiche / LA FORESTA, Daniela. - STAMPA. - 1:(2007), pp. 217-273.

I rifiuti e la Campania tra vincoli e buone pratiche

LA FORESTA, DANIELA
2007

Abstract

Le questioni connesse al ciclo dei rifiuti, hanno assunto negli ultimi decenni proporzioni sempre maggiori in relazione al miglioramento delle condizioni economiche, al veloce progredire dello sviluppo industriale, all’incremento della popolazione e delle aree urbane. La produzione e la moltiplicazione della tipologia dei rifiuti è, infatti, progressivamente aumentata quale sintomo del progresso economico e dell’aumento dei consumi, con effetti sempre più nocivi per l’ambiente. Un’ulteriore fonte di rifiuti è, inoltre, attualmente rappre-sentata dalle iniziative messe in atto dalla collettività per far fronte ad altre emergenze ambientali quali l’inquinamento idrico e atmosferico; per certi aspetti, il crescere del volume di rifiuti così generati darà adi-to ad ulteriori problemi; ne sono un esempio i fanghi o i residui di de-purazione degli impianti di combustione. La quantità totale dei rifiuti rappresenta indubbiamente una misura dell’impoverimento delle risorse, sebbene l’impatto generato sull’ambiente non dipenda solo dalla quantità, ma anche e soprattutto dalla qualità dei rifiuti; le sostanze pericolose in essi contenute, anche in piccole quantità, possono generare, infatti, notevoli impatti sull’ambiente. Con l’aumentare della ricchezza e della produttività, cresce anche la domanda di prodotti che, tra l’altro, hanno cicli di vita sempre più brevi; tale situazione determina un aumento della quantità di rifiuti de-rivanti dai prodotti ormai fuori uso e dai relativi cicli di estrazione e di fabbricazione. Parallelamente, molti prodotti diventano sempre più complessi, es-sendo costituiti da più materiali e sostanze con maggiori rischi per la salute e per l’ambiente legati alla gestione degli stessi una volta dive-nuti rifiuti. Se gli attuali modelli di consumo non subiranno modifiche sarà i-nevitabile una crescita consistente di rifiuti, in molti casi anche perico-losi. Di conseguenza, la problematica rappresentata dall’aumento delle quantità di rifiuti non può, infatti, essere arginata solamente tramite una gestione più efficiente ed un maggiore tasso di riciclo; emerge, in maniera sempre più netta, l’esigenza di analizzare e gestire il proble-ma rifiuti come una componente dei flussi totali di materia che attra-versano la società, inserendo la gestione dei rifiuti all’interno di una strategia integrata di sviluppo sostenibile, che abbia, tra le priorità, la riduzione dell’utilizzo delle risorse, il minore consumo di energia e la minimizzazione delle emissioni alla fonte. In generale, la gestione dei rifiuti deve avere come obiettivo prin-cipale l’uso razionale e sostenibile delle risorse ed essere impostata seguendo un rigoroso ordine gerarchico di priorità: • riduzione della produzione e soprattutto della pericolosità dei ri-fiuti; •sostituzione delle sostanze pericolose per l’ambiente contenute nei prodotti con altre meno pericolose; • raccolta di frazioni merceologiche omogenee con un miglior gra-do di purezza e quindi più facilmente collocabili sul mercato del recupero; • valorizzazione energetica del rifiuto residuo dotato di buon potere calorifico; • smaltimento in condizioni di sicurezza dei soli rifiuti che non hanno altra possibilità di recupero o trattamento. Nel contesto della gestione integrata dei rifiuti, la discarica, non avendo alcuna funzione di valorizzazione delle risorse, e comportando un rischio per l’ambiente, rappresenta, pertanto, l’opzione per i rifiuti ultimi non più suscettibili di essere riusati o trattati nelle condizioni tecniche ed economiche del momento e deve avvenire con modalità tali da ridurre al minimo le conseguenze negative per la salute e l’ambiente.
2007
9788854816152
I rifiuti e la Campania tra vincoli e buone pratiche / LA FORESTA, Daniela. - STAMPA. - 1:(2007), pp. 217-273.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/332350
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