La prima classificazione rigorosa e sistematica dei generi della retorica è formulata nella “Retorica” di Aristotele (Rh. I, 1368 b 1-9). Il filosofo di Stagira definisce tre generi di discorso persuasivo: il deliberativo, il giudiziario e l'epidittico. Nell'ambito della profonda e duratura influenza della “tradizione aristotelica nell'antica retorica” (per parafrasare l'articolo di F. Solmsen “The Aristotelian Tradition in Ancient Rhetoric”, in The American Journal of Philology, 62, 1941, pp. 35-50; 160-190), un posto di rilievo spetta al sistema tripartito dei generi, che i successori di Aristotele considerarono criterio imprescindibile per fare ordine nella molteplicità di discorsi possibili.Tuttavia la stessa tradizione antica è cosparsa d'indizi che testimoniano un sentimento di non esaustività e di insoddisfazione verso il sistema dei generi. Ad una ripresa costante si accompagna così una riflessione critica che s'interroga sul senso della classificazione, il numero dei generi, la loro denominazione (in particolare nel caso dell'epidittica) e la loro finalità. Il proposito dell'intervento è di seguire da vicino le tracce di questa riflessione critica a partire da alcune pagine dell' “Institutio Oratoria” di Quintiliano che ne rappresentano una compiuta e dettagliata sintesi. E' il tentativo di guardare la storia della retorica da un angolo particolare, alla ricerca di quel sottile filo che, dietro il riconoscimento di un'eredità determinante e innegabile, conduce ad una “messa in discussione” di Aristotele, il più autorevole maestro in materia di retorica.

"Aristotele a giudizio: riflessioni critiche sulla classificazione dei generi del discorso retorico" / Pepe, Cristina. - (2007). (Intervento presentato al convegno 16th Biennal Conference of the International Society for the History of Rhetoric tenutosi a Strasburgo (Francia) nel 24-28 luglio 2007).

"Aristotele a giudizio: riflessioni critiche sulla classificazione dei generi del discorso retorico"

PEPE, CRISTINA
2007

Abstract

La prima classificazione rigorosa e sistematica dei generi della retorica è formulata nella “Retorica” di Aristotele (Rh. I, 1368 b 1-9). Il filosofo di Stagira definisce tre generi di discorso persuasivo: il deliberativo, il giudiziario e l'epidittico. Nell'ambito della profonda e duratura influenza della “tradizione aristotelica nell'antica retorica” (per parafrasare l'articolo di F. Solmsen “The Aristotelian Tradition in Ancient Rhetoric”, in The American Journal of Philology, 62, 1941, pp. 35-50; 160-190), un posto di rilievo spetta al sistema tripartito dei generi, che i successori di Aristotele considerarono criterio imprescindibile per fare ordine nella molteplicità di discorsi possibili.Tuttavia la stessa tradizione antica è cosparsa d'indizi che testimoniano un sentimento di non esaustività e di insoddisfazione verso il sistema dei generi. Ad una ripresa costante si accompagna così una riflessione critica che s'interroga sul senso della classificazione, il numero dei generi, la loro denominazione (in particolare nel caso dell'epidittica) e la loro finalità. Il proposito dell'intervento è di seguire da vicino le tracce di questa riflessione critica a partire da alcune pagine dell' “Institutio Oratoria” di Quintiliano che ne rappresentano una compiuta e dettagliata sintesi. E' il tentativo di guardare la storia della retorica da un angolo particolare, alla ricerca di quel sottile filo che, dietro il riconoscimento di un'eredità determinante e innegabile, conduce ad una “messa in discussione” di Aristotele, il più autorevole maestro in materia di retorica.
2007
"Aristotele a giudizio: riflessioni critiche sulla classificazione dei generi del discorso retorico" / Pepe, Cristina. - (2007). (Intervento presentato al convegno 16th Biennal Conference of the International Society for the History of Rhetoric tenutosi a Strasburgo (Francia) nel 24-28 luglio 2007).
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