Obiettivo dell' unità di ricerca è l'analisi dei processi di cambiamento e ridefinizione dell'identità dei giovani nell'ambito della transizioneda questi sperimentata alla fine dei percorsi della formazione secondaria e coincidenti con l'inizio di nuovi e diversi percorsiformativi (transizione scuola/università) ovvero con l'inizio di un'attività lavorativa (transizione scuola/lavoro). Si assume, infatti,che tale passaggio possa configurarsi come una vera e propria transizione biografica, caratterizzata da cambiamenti significativinello stato di identità dei giovani coinvolti, sia nel caso che essi scelgano di prolungare i processi della formazione, sia nel caso che scelgano un immediato inserimento nel mondo del lavoro. Questa unità intende indagare tempi, modi e aspetti del cambiamento nei processi di rielaborazione del Sé, in vista dei nuovi compiti e ruoli proposti ai giovani in quella transizione verso l'età adulta che è simbolicamente rappresentata dalla fine della scuola e dalconseguimento del diploma di "maturità". Nella nostra cultura tale passaggio si configura come un punto di svolta canonico (Bruner,1986; 2002) nella continuità della biografia personale, connotato da significati simbolici che, segnando l'uscita dal contesto della formazione scolastica, rimarcano la fine di una fase del ciclo di vita e l'ingresso nel mondo degli adulti. Tale passaggio, tuttavia, non si configura come un immediato inserimento nel "nuovo", che segue in modo definito e univoco la fine della fase precedente (con ruoli, compiti, percorsi e aspettativechiari, facilmente decodificabili), ma piuttosto come una molteplicità di percorsi, articolati, e spesso contraddittori, che sembrano assumere la forma di successive microtransizioni, corrispondenti in parte agli svariati livelli previsti nella formazione scolastica post-secondaria (scuola, laurea di primo livello, master, laurea di secondo livello), oppure alle diverse opzioni di inserimento lavorativo (formazione professionale, apprendistato, stages, precarietà e mobilità lavorativa). Nella prospettiva dei processi di formazione e cambiamento dell'identità, la fine della scuola sembra segnare il passaggio da una fase di prolungata moratoria ad una fase nella quale ai giovani ormai "maturi" vengono poste richieste di assunzione di impegno, di scelta, di responsabilità pur tuttavia all'interno di una nuova condizione di marginalità sociale. In ogni caso le aspettative e le richieste provenienti dall'esterno e riguardanti in prima istanza scelte scolastiche e/o lavorative, progetti concreti, decisioni per l'immediato futuro, attivano nei giovani una riflessione su di sé, una rielaborazione di dimensioni dell'identità personale oltre che professionale, il confronto con l'immagine di un sé futuro, che passi attraverso la valutazione di bisogni, attese, motivazioni, aspirazioni. Tuttavia, i differenti percorsi biografici che si possono intraprendere dopo la scuola, le peculiari connotazioni che questi assumono nella società contemporanea, nonché le differenti articolazioni negli specifici contesti socio-culturali (nord e sud d'Italia) possono dar luogo a processi di rielaborazione dell'identità nei quali aspetti personali e professionali non si integrano facilmente, non trovano un'equilibrata espressione, prevalendo gli uni rispetto agli altri (Aleni Sestito, Menna, Parrello, 2004). A questo proposito Smorti (2003) scrive che alle agenzie educative spetterebbe il compito di insegnare a negoziare "tra aspetti incompatibili di sé" e di favorire un approccio al nuovo non restaurativo, ma trasformativo. Obiettivo specifico di questa unità di ricerca è individuare i pattern della transizione biografica considerata, nei quali il punto di svolta conduca verso il prolungamento degli studi (transizione scuola/università) ovvero verso l'inserimento nel mondo del lavoro o della formazione professionale (transizione scuola/lavoro). In particolare, si può ipotizzare che l'ingresso nel contesto universitario così come nei vari contesti lavorativi e/o di formazione professionale sia caratterizzato dall'incontro con un ignoto con cui familiarizzarsi (Bruner, 2002), cui dare senso (Iannaccone, 2004), integrando gli elementi di "offerta di identità" professionale, formale, a volte "numerica" (cfr. la "matricola") provenienti dall'istituzione, con gli elementi di "domanda di identità" personale nuova (Dubar, 2000), adulta, provenienti dal sé. Si tratterebbe, cioè, di una fase di disorientamento, dovuto proprio alla transizione, che implica l'aver abbandonato i rassicuranti ancoraggi ai precedenti contesti di riferimento e il non averne ancora acquisiti di nuovi (van Gennep, 1909; Segalen, 1998). E' per questo che, all'interno delle opzioni post-scolatiche che si andranno ad individuare, si intende in particolare esplorare: - il vissuto dell'esperienza di transizione, in termini di aspettative prima, di bilancio e di ulteriore progetto poi; - le strategie e le risorse messe in atto per fronteggiare tale esperienza (compresi eventuali rituali, ecc.); - il significato attribuito alle diverse opzioni individuate (differenti curricula sia di lavoro sia di studio) in funzione dell'affermazione di sé; - la ridefinizione del sé, sia in termini di attualità che in termini di sé possibili; - la capacità di integrazione delle dimensioni personali e professionali dell'identità. Inoltre, sulla base dell'ipotesi che nel contesto culturale meridionale, nel quale andrà a svolgersi la ricerca in programma, la transizione biografica considerata possa caratterizzarsi per una più ampia opzione di prolungamento della scolarità post-secondaria, cui i soggetti coinvolti attribuiscano peculiari significati, questa unità di ricerca si propone di procedere anche al confronto tra la popolazione giovanile napoletana e la popolazione giovanile studiata da altre unità di ricerca del progetto (vedi, per esempio, Torino, Bonica, 2005). A tal proposito ci si propone sia di contribuire alla costituzione di un archivio comune di testi autobiografici, utilizzabile da tutte le unità di ricerca, sia di rintracciare nella trama dei significati che i soggetti di differente appartenenza culturale attribuiscono alla propria esperienza di transizione l'intreccio dei fattori personali e contestuali nel processo del cambiamento identitario. Al fine di rispondere agli obiettivi proposti, i processi di rielaborazione dell'identità nella transizione biografica considerata saranno affrontati nella prospettiva della costruzione narrativa del sé (Mc Adams, 1996a, 1996b; Bruner, 2002; Smorti, 2003; Aleni Sestito, Parrello, 2000; 2004): in quest'ottica la narrazione autobiografica è strumento privilegiato di cui il soggetto dispone per procedere ad una ricostruzione interpretativa degli eventi della propria vita. L'approccio narrativo al sé consente di accedere al significato che il soggetto attribuisce a decisioni e azioni personali e, soprattutto, ai meccanismi motivazionali sottesi, chiarendo quella che Trzebinski (1997) definisce "motivazione narrativa" del sé. Gli scopi personali si configurano come elementi di una struttura di significati relativi ad un contesto di vita: infatti, attraverso il narrare si istituisce un processo semiotico fortemente ancorato al contesto, anzi almeno a due riferimenti contestuali (Paolicchi, 2002), quello degli strumenti culturali, patrimonio di una collettività, attraverso cui è costruita la singola struttura narrativa (Wertsch, 1991); e quello dello scambio comunicativo attuale in cui prende forma l'atto narrativo. All'interno di questo paradigma teorico, il metodo autobiografico (storie di vita, interviste autobiografiche, produzioni narrative scritte su segmenti dell'esperienza biografica) si qualifica come strumento particolarmente idoneo ad esplorare, entro i percorsi di costruzione dell'identità giovanile, le connessioni tra individuo, gruppo e contesto. La metodologia qualitativa sarà inoltre integrata da strumenti quantitativi ugualmente focalizzati ad evidenziare l'elaborazione soggettiva ed al contempo utili per realizzare confronti tra gruppi di soggetti diversi e per considerare il peso di alcune variabili: nella pratica operativa, infatti, si vanno ormai consolidando come più efficaci e produttivi gli approcci metodologici "intermedi o misti" (Mazzara, 2002) che cooperano alla possibilità di avvicinarsi quanto più possibile alla comprensione di realtà complesse, moltiplicando le fonti di validazione. La prospettiva di riferimento più nota è quella della "triangolazione" (Denzin, 1978), che auspica che uno stesso oggetto venga studiato da più prospettive teoriche, per mezzo di più metodi, da più ricercatori, con riferimento a diversi insiemi di dati. Nella stessa direzione va la prospettiva "multimetodo" (Brewer, Hunter, 1989), che favorisce l'uso contemporaneo di più strumenti nella convinzione che ciascuno di essi possieda elementi di forza e debolezza complementari: il loro utilizzo congiunto permetterebbe una specie di validazione incrociata. In particolare, qui sono previsti strumenti del tipo self-report, volti a cogliere la percezione del sé dei soggetti coinvolti, l'autostima, il valore personale, ed infine una scala che misura le componenti dell'impegno e dell'esplorazione nell'identità.

“Transizioni biografiche e processi di costruzione dell'identità: la rielaborazione dell'identità personale e professionale nel passaggio scuola/università e scuola/lavoro” / Sestito, Laura. - (2005).

“Transizioni biografiche e processi di costruzione dell'identità: la rielaborazione dell'identità personale e professionale nel passaggio scuola/università e scuola/lavoro”

SESTITO, LAURA
2005

Abstract

Obiettivo dell' unità di ricerca è l'analisi dei processi di cambiamento e ridefinizione dell'identità dei giovani nell'ambito della transizioneda questi sperimentata alla fine dei percorsi della formazione secondaria e coincidenti con l'inizio di nuovi e diversi percorsiformativi (transizione scuola/università) ovvero con l'inizio di un'attività lavorativa (transizione scuola/lavoro). Si assume, infatti,che tale passaggio possa configurarsi come una vera e propria transizione biografica, caratterizzata da cambiamenti significativinello stato di identità dei giovani coinvolti, sia nel caso che essi scelgano di prolungare i processi della formazione, sia nel caso che scelgano un immediato inserimento nel mondo del lavoro. Questa unità intende indagare tempi, modi e aspetti del cambiamento nei processi di rielaborazione del Sé, in vista dei nuovi compiti e ruoli proposti ai giovani in quella transizione verso l'età adulta che è simbolicamente rappresentata dalla fine della scuola e dalconseguimento del diploma di "maturità". Nella nostra cultura tale passaggio si configura come un punto di svolta canonico (Bruner,1986; 2002) nella continuità della biografia personale, connotato da significati simbolici che, segnando l'uscita dal contesto della formazione scolastica, rimarcano la fine di una fase del ciclo di vita e l'ingresso nel mondo degli adulti. Tale passaggio, tuttavia, non si configura come un immediato inserimento nel "nuovo", che segue in modo definito e univoco la fine della fase precedente (con ruoli, compiti, percorsi e aspettativechiari, facilmente decodificabili), ma piuttosto come una molteplicità di percorsi, articolati, e spesso contraddittori, che sembrano assumere la forma di successive microtransizioni, corrispondenti in parte agli svariati livelli previsti nella formazione scolastica post-secondaria (scuola, laurea di primo livello, master, laurea di secondo livello), oppure alle diverse opzioni di inserimento lavorativo (formazione professionale, apprendistato, stages, precarietà e mobilità lavorativa). Nella prospettiva dei processi di formazione e cambiamento dell'identità, la fine della scuola sembra segnare il passaggio da una fase di prolungata moratoria ad una fase nella quale ai giovani ormai "maturi" vengono poste richieste di assunzione di impegno, di scelta, di responsabilità pur tuttavia all'interno di una nuova condizione di marginalità sociale. In ogni caso le aspettative e le richieste provenienti dall'esterno e riguardanti in prima istanza scelte scolastiche e/o lavorative, progetti concreti, decisioni per l'immediato futuro, attivano nei giovani una riflessione su di sé, una rielaborazione di dimensioni dell'identità personale oltre che professionale, il confronto con l'immagine di un sé futuro, che passi attraverso la valutazione di bisogni, attese, motivazioni, aspirazioni. Tuttavia, i differenti percorsi biografici che si possono intraprendere dopo la scuola, le peculiari connotazioni che questi assumono nella società contemporanea, nonché le differenti articolazioni negli specifici contesti socio-culturali (nord e sud d'Italia) possono dar luogo a processi di rielaborazione dell'identità nei quali aspetti personali e professionali non si integrano facilmente, non trovano un'equilibrata espressione, prevalendo gli uni rispetto agli altri (Aleni Sestito, Menna, Parrello, 2004). A questo proposito Smorti (2003) scrive che alle agenzie educative spetterebbe il compito di insegnare a negoziare "tra aspetti incompatibili di sé" e di favorire un approccio al nuovo non restaurativo, ma trasformativo. Obiettivo specifico di questa unità di ricerca è individuare i pattern della transizione biografica considerata, nei quali il punto di svolta conduca verso il prolungamento degli studi (transizione scuola/università) ovvero verso l'inserimento nel mondo del lavoro o della formazione professionale (transizione scuola/lavoro). In particolare, si può ipotizzare che l'ingresso nel contesto universitario così come nei vari contesti lavorativi e/o di formazione professionale sia caratterizzato dall'incontro con un ignoto con cui familiarizzarsi (Bruner, 2002), cui dare senso (Iannaccone, 2004), integrando gli elementi di "offerta di identità" professionale, formale, a volte "numerica" (cfr. la "matricola") provenienti dall'istituzione, con gli elementi di "domanda di identità" personale nuova (Dubar, 2000), adulta, provenienti dal sé. Si tratterebbe, cioè, di una fase di disorientamento, dovuto proprio alla transizione, che implica l'aver abbandonato i rassicuranti ancoraggi ai precedenti contesti di riferimento e il non averne ancora acquisiti di nuovi (van Gennep, 1909; Segalen, 1998). E' per questo che, all'interno delle opzioni post-scolatiche che si andranno ad individuare, si intende in particolare esplorare: - il vissuto dell'esperienza di transizione, in termini di aspettative prima, di bilancio e di ulteriore progetto poi; - le strategie e le risorse messe in atto per fronteggiare tale esperienza (compresi eventuali rituali, ecc.); - il significato attribuito alle diverse opzioni individuate (differenti curricula sia di lavoro sia di studio) in funzione dell'affermazione di sé; - la ridefinizione del sé, sia in termini di attualità che in termini di sé possibili; - la capacità di integrazione delle dimensioni personali e professionali dell'identità. Inoltre, sulla base dell'ipotesi che nel contesto culturale meridionale, nel quale andrà a svolgersi la ricerca in programma, la transizione biografica considerata possa caratterizzarsi per una più ampia opzione di prolungamento della scolarità post-secondaria, cui i soggetti coinvolti attribuiscano peculiari significati, questa unità di ricerca si propone di procedere anche al confronto tra la popolazione giovanile napoletana e la popolazione giovanile studiata da altre unità di ricerca del progetto (vedi, per esempio, Torino, Bonica, 2005). A tal proposito ci si propone sia di contribuire alla costituzione di un archivio comune di testi autobiografici, utilizzabile da tutte le unità di ricerca, sia di rintracciare nella trama dei significati che i soggetti di differente appartenenza culturale attribuiscono alla propria esperienza di transizione l'intreccio dei fattori personali e contestuali nel processo del cambiamento identitario. Al fine di rispondere agli obiettivi proposti, i processi di rielaborazione dell'identità nella transizione biografica considerata saranno affrontati nella prospettiva della costruzione narrativa del sé (Mc Adams, 1996a, 1996b; Bruner, 2002; Smorti, 2003; Aleni Sestito, Parrello, 2000; 2004): in quest'ottica la narrazione autobiografica è strumento privilegiato di cui il soggetto dispone per procedere ad una ricostruzione interpretativa degli eventi della propria vita. L'approccio narrativo al sé consente di accedere al significato che il soggetto attribuisce a decisioni e azioni personali e, soprattutto, ai meccanismi motivazionali sottesi, chiarendo quella che Trzebinski (1997) definisce "motivazione narrativa" del sé. Gli scopi personali si configurano come elementi di una struttura di significati relativi ad un contesto di vita: infatti, attraverso il narrare si istituisce un processo semiotico fortemente ancorato al contesto, anzi almeno a due riferimenti contestuali (Paolicchi, 2002), quello degli strumenti culturali, patrimonio di una collettività, attraverso cui è costruita la singola struttura narrativa (Wertsch, 1991); e quello dello scambio comunicativo attuale in cui prende forma l'atto narrativo. All'interno di questo paradigma teorico, il metodo autobiografico (storie di vita, interviste autobiografiche, produzioni narrative scritte su segmenti dell'esperienza biografica) si qualifica come strumento particolarmente idoneo ad esplorare, entro i percorsi di costruzione dell'identità giovanile, le connessioni tra individuo, gruppo e contesto. La metodologia qualitativa sarà inoltre integrata da strumenti quantitativi ugualmente focalizzati ad evidenziare l'elaborazione soggettiva ed al contempo utili per realizzare confronti tra gruppi di soggetti diversi e per considerare il peso di alcune variabili: nella pratica operativa, infatti, si vanno ormai consolidando come più efficaci e produttivi gli approcci metodologici "intermedi o misti" (Mazzara, 2002) che cooperano alla possibilità di avvicinarsi quanto più possibile alla comprensione di realtà complesse, moltiplicando le fonti di validazione. La prospettiva di riferimento più nota è quella della "triangolazione" (Denzin, 1978), che auspica che uno stesso oggetto venga studiato da più prospettive teoriche, per mezzo di più metodi, da più ricercatori, con riferimento a diversi insiemi di dati. Nella stessa direzione va la prospettiva "multimetodo" (Brewer, Hunter, 1989), che favorisce l'uso contemporaneo di più strumenti nella convinzione che ciascuno di essi possieda elementi di forza e debolezza complementari: il loro utilizzo congiunto permetterebbe una specie di validazione incrociata. In particolare, qui sono previsti strumenti del tipo self-report, volti a cogliere la percezione del sé dei soggetti coinvolti, l'autostima, il valore personale, ed infine una scala che misura le componenti dell'impegno e dell'esplorazione nell'identità.
2005
“Transizioni biografiche e processi di costruzione dell'identità: la rielaborazione dell'identità personale e professionale nel passaggio scuola/università e scuola/lavoro” / Sestito, Laura. - (2005).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/322968
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