Nei curricula degli studenti dei corsi di laurea di base in Psicologia sono previste varie esperienze formative di tirocinio. Si tratta di esperienze che iniziano già dal secondo anno di corso e sono dunque rivolte a studenti in prevalenza tardo-adolescenti (19-20 anni), che hanno da poco vissuto la transizione scuola-università e hanno appena cominciato ad orientarsi all'interno del “nuovo mondo”, inteso sia come “mondo accademico” che come “mondo della psicologia”. Il loro nuovo status, di studenti universitari e di futuri psicologi, li pone dunque di fronte ad un'occasione di cambiamento che si configura a tutti gli effetti come una sfida evolutiva (Hendry, Kloep, 2002), col suo carico di paura per l'ignoto e di fatica per l'orientamento nel caos. Si tratta di una fase critica, che coinvolge il Sé a più livelli, imponendo una ristrutturazione identitaria (Aleni Sestito, 2004): non sempre le risorse personali –volte appunto a fronteggiare il cambiamento su più piani- vengono utilizzate per mantenere vive quelle istanze esplorative che, insieme alla dimensione dell'impegno favoriscono la costruzione dell'identità (Marcia, 1980), anche professionale. Date queste premesse, si è ritenuto utile organizzare, all'interno del nostro corso di laurea, in due anni accademici consecutivi, quattro gruppi di tirocinio in Psicologia dello sviluppo, di circa 18 studenti ciascuno, invitati a co-costruire col docente/tutor un percorso teorico ed esperienziale di approfondimento degli aspetti salienti del Sé e dell'identità, attraverso strumenti narrativi. Il Sé narrativo ricostruisce, infatti, le sue esperienze evolutive, conferendo a queste direzione e senso; dando “formato narrativo” al mondo, interno ed esterno, lo rende più ordinato e quindi meno spaventoso (Bruner, 2002; Smorti, 2003). Il nostro obiettivo era duplice: fornire agli studenti ancora in transizione (Aleni Sestito, Parrello, 2005) un luogo e un tempo dove poter tessere una trama comune di significati da attribuire all'esperienza formativa in corso, in una situazione protetta e contenuta dal tutor e, al contempo, insegnare e guidare l'utilizzo di strumenti narrativi in modo rigoroso.A ciascun tirocinante erano richieste 150 ore di attività: 40 sotto la guida del tutor, distribuite in 20 incontri settimanali di due ore ciascuno, e 110 da utilizzare per approfondimenti teorici e raccolta ed elaborazione dei materiali all'esterno. In ciascun gruppo, in più fasi e a più livelli, sono state proposte consegne per narrazioni scritte volte a raccogliere materiale di lavoro comune, mantenendo l'anonimato dei singoli, ma permettendo poi una riflessione di gruppo (Zucchermaglio, 2002), soprattutto sui temi connessi allo sviluppo del Sé nel passaggio dall'adolescenza all'età adulta e dalla scuola all'università, nonchè alla motivazione del Sé professionale. Sono state così raccolte narrazioni di risposta a varie consegne: “Vi racconto un momento difficile della mia adolescenza”; “Vi racconto un momento difficile della mia vita di allievo”; “Lettera ad una matricola”; “La prima volta che ho pensato di fare lo psicologo”; “Cronaca di un viaggio di tirocinio”. In parallelo, ciascun tirocinante proponeva all'esterno – nelle scuole o in altri contesti - gli stessi o altri strumenti narrativi. Sotto la guida del tutor tutto il materiale veniva utilizzato dal gruppo, che sperimentava varie tecniche di analisi, riflettendo su aspetti metodologici e di contenuto.
Dalla narrazione di se' alla riflessivita' sul se': esperienze di tirocinio in psicologia dello sviluppo / Sestito, Laura; Parrello, Santa. - (2007). (Intervento presentato al convegno II Convegno "Verso una nuova qualita' dell'insegnamento e apprendimento della psicologia tenutosi a Padova nel Febbraio 2007).
Dalla narrazione di se' alla riflessivita' sul se': esperienze di tirocinio in psicologia dello sviluppo
SESTITO, LAURA;PARRELLO, SANTA
2007
Abstract
Nei curricula degli studenti dei corsi di laurea di base in Psicologia sono previste varie esperienze formative di tirocinio. Si tratta di esperienze che iniziano già dal secondo anno di corso e sono dunque rivolte a studenti in prevalenza tardo-adolescenti (19-20 anni), che hanno da poco vissuto la transizione scuola-università e hanno appena cominciato ad orientarsi all'interno del “nuovo mondo”, inteso sia come “mondo accademico” che come “mondo della psicologia”. Il loro nuovo status, di studenti universitari e di futuri psicologi, li pone dunque di fronte ad un'occasione di cambiamento che si configura a tutti gli effetti come una sfida evolutiva (Hendry, Kloep, 2002), col suo carico di paura per l'ignoto e di fatica per l'orientamento nel caos. Si tratta di una fase critica, che coinvolge il Sé a più livelli, imponendo una ristrutturazione identitaria (Aleni Sestito, 2004): non sempre le risorse personali –volte appunto a fronteggiare il cambiamento su più piani- vengono utilizzate per mantenere vive quelle istanze esplorative che, insieme alla dimensione dell'impegno favoriscono la costruzione dell'identità (Marcia, 1980), anche professionale. Date queste premesse, si è ritenuto utile organizzare, all'interno del nostro corso di laurea, in due anni accademici consecutivi, quattro gruppi di tirocinio in Psicologia dello sviluppo, di circa 18 studenti ciascuno, invitati a co-costruire col docente/tutor un percorso teorico ed esperienziale di approfondimento degli aspetti salienti del Sé e dell'identità, attraverso strumenti narrativi. Il Sé narrativo ricostruisce, infatti, le sue esperienze evolutive, conferendo a queste direzione e senso; dando “formato narrativo” al mondo, interno ed esterno, lo rende più ordinato e quindi meno spaventoso (Bruner, 2002; Smorti, 2003). Il nostro obiettivo era duplice: fornire agli studenti ancora in transizione (Aleni Sestito, Parrello, 2005) un luogo e un tempo dove poter tessere una trama comune di significati da attribuire all'esperienza formativa in corso, in una situazione protetta e contenuta dal tutor e, al contempo, insegnare e guidare l'utilizzo di strumenti narrativi in modo rigoroso.A ciascun tirocinante erano richieste 150 ore di attività: 40 sotto la guida del tutor, distribuite in 20 incontri settimanali di due ore ciascuno, e 110 da utilizzare per approfondimenti teorici e raccolta ed elaborazione dei materiali all'esterno. In ciascun gruppo, in più fasi e a più livelli, sono state proposte consegne per narrazioni scritte volte a raccogliere materiale di lavoro comune, mantenendo l'anonimato dei singoli, ma permettendo poi una riflessione di gruppo (Zucchermaglio, 2002), soprattutto sui temi connessi allo sviluppo del Sé nel passaggio dall'adolescenza all'età adulta e dalla scuola all'università, nonchè alla motivazione del Sé professionale. Sono state così raccolte narrazioni di risposta a varie consegne: “Vi racconto un momento difficile della mia adolescenza”; “Vi racconto un momento difficile della mia vita di allievo”; “Lettera ad una matricola”; “La prima volta che ho pensato di fare lo psicologo”; “Cronaca di un viaggio di tirocinio”. In parallelo, ciascun tirocinante proponeva all'esterno – nelle scuole o in altri contesti - gli stessi o altri strumenti narrativi. Sotto la guida del tutor tutto il materiale veniva utilizzato dal gruppo, che sperimentava varie tecniche di analisi, riflettendo su aspetti metodologici e di contenuto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.