Delegatio LA questione relativa all’esistenza in roma di un diritto amministrativo può ritenersi superata nel senso dell’assenza di un ordine normativo autonomo speciale e distinto dagli altri corpi normativi. Appare però possibile parlare correttamente di strutture amministrative romane assumendo così il termine diritto non nell’accezione normativa in senso stretto ma come forma di organizzazione del complesso di istituzioni fatti ed attività che sono necessariamente collegati alla gestione delle strutture pubbliche nell’ordinamento giuridico romano. L’analisi del modello organizzativo delle strutture pubbliche romane necessita comunque, di un uso estremamente attento degli strumenti, metodologie ed acquisizioni delle discipline organizzative che si rifanno in generale, al modello di struttura formale prevalente nelle moderne organizzazioni statali, vale a dire quello burocratico. L’istituzione del principato segnò una frattura nella tradizionale struttura aristocratica cittadina: all’insufficienza delle strutture repubblicane si sopperì con la progressiva formazione di un apparato burocratico militare per il governo dell’impero ormai a connotazione marcatamente trans-cittadina. L’ordine equestre fornì uomini adatti alle nuove funzioni amministrative e l’ordine senatorio venne diffusamente utilizzato nell’ambito della burocrazia imperiale con l’affidamento ai suoi esponenti delle funzioni amministrative strettamente connesse al governo della città di Roma: le curae urbane. Tali forme di organizzazione amministrativa delle funzioni pubbliche furono utilizzate al fine di rendere dipendenti dal principe i servizi essenziali per la vita di Roma e di conquistare il consenso dei ceti dominanti coinvolti nel’esercizio delle curae pubbliche. In tale contesto la delega appare lo strumento utilizzato dagli imperatori al fine di coinvolgere nella gestione della cosa pubblica le persone di loro fiducia. Le curae pubbliche come forma unitaria di organizzazione di funzioni rese proprie dal principe e da lui delegate, rappresentarono allora, l’espressione ideologizzata di un modo di gestire la pubblica funzione. La delega però ad un dato momento dell’evoluzione delle strutture amministrative romane, tra il II ed il III sec. Non rappresentò più l’atto fiduciario con il quale il principe investiva di una determinata funzione pubblica una persona a lui gradita, ma diventerà l’atto istituzionale contenuto in una fonte normativa con il quale compiti amministrativi così come funzioni pubbliche nelle quali vi è una commistione tra amministrazione e giurisdizione, vengono ad essere stabilmente affidate a magistrati e funzionari imperiali che aggiungono tali nuove competenze al novero di quelle da essi tradizionalmente svolti e che rappresentavano il proprium della carica magistratuale da essi ricoperta.

La delegatio come modulo organizzativo e gestionale delle strutture amministrative romane / Palma, Antonio. - STAMPA. - (2006), pp. 923-932.

La delegatio come modulo organizzativo e gestionale delle strutture amministrative romane

PALMA, ANTONIO
2006

Abstract

Delegatio LA questione relativa all’esistenza in roma di un diritto amministrativo può ritenersi superata nel senso dell’assenza di un ordine normativo autonomo speciale e distinto dagli altri corpi normativi. Appare però possibile parlare correttamente di strutture amministrative romane assumendo così il termine diritto non nell’accezione normativa in senso stretto ma come forma di organizzazione del complesso di istituzioni fatti ed attività che sono necessariamente collegati alla gestione delle strutture pubbliche nell’ordinamento giuridico romano. L’analisi del modello organizzativo delle strutture pubbliche romane necessita comunque, di un uso estremamente attento degli strumenti, metodologie ed acquisizioni delle discipline organizzative che si rifanno in generale, al modello di struttura formale prevalente nelle moderne organizzazioni statali, vale a dire quello burocratico. L’istituzione del principato segnò una frattura nella tradizionale struttura aristocratica cittadina: all’insufficienza delle strutture repubblicane si sopperì con la progressiva formazione di un apparato burocratico militare per il governo dell’impero ormai a connotazione marcatamente trans-cittadina. L’ordine equestre fornì uomini adatti alle nuove funzioni amministrative e l’ordine senatorio venne diffusamente utilizzato nell’ambito della burocrazia imperiale con l’affidamento ai suoi esponenti delle funzioni amministrative strettamente connesse al governo della città di Roma: le curae urbane. Tali forme di organizzazione amministrativa delle funzioni pubbliche furono utilizzate al fine di rendere dipendenti dal principe i servizi essenziali per la vita di Roma e di conquistare il consenso dei ceti dominanti coinvolti nel’esercizio delle curae pubbliche. In tale contesto la delega appare lo strumento utilizzato dagli imperatori al fine di coinvolgere nella gestione della cosa pubblica le persone di loro fiducia. Le curae pubbliche come forma unitaria di organizzazione di funzioni rese proprie dal principe e da lui delegate, rappresentarono allora, l’espressione ideologizzata di un modo di gestire la pubblica funzione. La delega però ad un dato momento dell’evoluzione delle strutture amministrative romane, tra il II ed il III sec. Non rappresentò più l’atto fiduciario con il quale il principe investiva di una determinata funzione pubblica una persona a lui gradita, ma diventerà l’atto istituzionale contenuto in una fonte normativa con il quale compiti amministrativi così come funzioni pubbliche nelle quali vi è una commistione tra amministrazione e giurisdizione, vengono ad essere stabilmente affidate a magistrati e funzionari imperiali che aggiungono tali nuove competenze al novero di quelle da essi tradizionalmente svolti e che rappresentavano il proprium della carica magistratuale da essi ricoperta.
2006
9788849512489
La delegatio come modulo organizzativo e gestionale delle strutture amministrative romane / Palma, Antonio. - STAMPA. - (2006), pp. 923-932.
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