L’obiettivo è quello di rivisitare e reinterpretare le vicende economiche e finanziarie del meridione d’Italia dal punto di vista dell’attività finanziaria svolta dagli intermediari creditizi privati e pubblici nell’arco dei secoli XIX e XX. Un primo livello di approfondimento riguarderebbe l’insediamento di case bancarie private nel XIX secolo, a partire dal periodo preunitario con l’istituzione della Maison de Rothschild a Napoli, da Carlo Rothschild a suo figlio Adolphe Carl dal 1821 al 1863, ad arrivare al primo quarantennio postunitario con lo studio della ditta bancaria e di esportazione Fratelli Jung a Palermo. Le poche notizie reperibili sulla casa Rothschild di Napoli sono al margine di studi europei complessivi sulla famiglia e le sue attività bancarie (Demachy, Corti, Gille, Bouvier, Heuerberger, Elon, Ferguson) o in testi coevi e contemporanei sulla storia economica e finanziaria del regno delle Due Sicilie (Bianchini, Ferone, Demarco, Romeo, Cingari, Ostuni e Schisani) o ancora in monografie sulle finanze degli stati italiani preunitari (Giuffrida, Felisini). Sulla ditta bancaria dei “Fratelli Jung” ancora pochissimo è stato scritto. Poche opere di sintesi ne trattano in relazione al contesto economico generale siciliano con riferimento particolare alla città di Palermo (Cancila, Barone, Giarrizzo). Arrivati al ‘900, ha senso indagare sulle dinamiche del sistema economico e finanziario meridionale come realtà sempre più inserita nel contesto nazionale e dunque sempre meno ancorata alle logiche di istituzioni creditizie locali. L’analisi di tre uomini meridionali, Beneduce, Menichella e Mattioli, che assunsero un ruolo determinante nell’ambito della vita politica e finanziaria dell’Italia del ‘900, può essere il filtro più lucido per un’indagine volta a verificare gli effetti dell’operato di questi tre personaggi sul sistema economico e finanziario del meridione d’Italia. Molto è stato scritto su queste tre importanti figure della storia economica nazionale (Bonelli, alcuni volumi recenti della Collana di ricerche storiche della Banca d’Italia, Rodano, Malagodi, Toniolo e Pino, Hertner e la ricerca in uscita di F.Pino) ma ampio margine di ricerca resta ancora aperto relativamente ai risvolti delle politiche nazionali – da questi promosse – sulle problematiche irrisolte del credito e della circolazione della ricchezza nei circuiti economici locali.

Mercati e intermediari finanziari in Italia dal XVI al XX secolo: tra sviluppo e regolazione (NAZIONALE) - Gli operatori del credito nel meridione d’Italia tra XIX e XX secolo (LOCALE) / Balletta, Francesco. - (2003).

Mercati e intermediari finanziari in Italia dal XVI al XX secolo: tra sviluppo e regolazione (NAZIONALE) - Gli operatori del credito nel meridione d’Italia tra XIX e XX secolo (LOCALE)

BALLETTA, FRANCESCO
2003

Abstract

L’obiettivo è quello di rivisitare e reinterpretare le vicende economiche e finanziarie del meridione d’Italia dal punto di vista dell’attività finanziaria svolta dagli intermediari creditizi privati e pubblici nell’arco dei secoli XIX e XX. Un primo livello di approfondimento riguarderebbe l’insediamento di case bancarie private nel XIX secolo, a partire dal periodo preunitario con l’istituzione della Maison de Rothschild a Napoli, da Carlo Rothschild a suo figlio Adolphe Carl dal 1821 al 1863, ad arrivare al primo quarantennio postunitario con lo studio della ditta bancaria e di esportazione Fratelli Jung a Palermo. Le poche notizie reperibili sulla casa Rothschild di Napoli sono al margine di studi europei complessivi sulla famiglia e le sue attività bancarie (Demachy, Corti, Gille, Bouvier, Heuerberger, Elon, Ferguson) o in testi coevi e contemporanei sulla storia economica e finanziaria del regno delle Due Sicilie (Bianchini, Ferone, Demarco, Romeo, Cingari, Ostuni e Schisani) o ancora in monografie sulle finanze degli stati italiani preunitari (Giuffrida, Felisini). Sulla ditta bancaria dei “Fratelli Jung” ancora pochissimo è stato scritto. Poche opere di sintesi ne trattano in relazione al contesto economico generale siciliano con riferimento particolare alla città di Palermo (Cancila, Barone, Giarrizzo). Arrivati al ‘900, ha senso indagare sulle dinamiche del sistema economico e finanziario meridionale come realtà sempre più inserita nel contesto nazionale e dunque sempre meno ancorata alle logiche di istituzioni creditizie locali. L’analisi di tre uomini meridionali, Beneduce, Menichella e Mattioli, che assunsero un ruolo determinante nell’ambito della vita politica e finanziaria dell’Italia del ‘900, può essere il filtro più lucido per un’indagine volta a verificare gli effetti dell’operato di questi tre personaggi sul sistema economico e finanziario del meridione d’Italia. Molto è stato scritto su queste tre importanti figure della storia economica nazionale (Bonelli, alcuni volumi recenti della Collana di ricerche storiche della Banca d’Italia, Rodano, Malagodi, Toniolo e Pino, Hertner e la ricerca in uscita di F.Pino) ma ampio margine di ricerca resta ancora aperto relativamente ai risvolti delle politiche nazionali – da questi promosse – sulle problematiche irrisolte del credito e della circolazione della ricchezza nei circuiti economici locali.
2003
Mercati e intermediari finanziari in Italia dal XVI al XX secolo: tra sviluppo e regolazione (NAZIONALE) - Gli operatori del credito nel meridione d’Italia tra XIX e XX secolo (LOCALE) / Balletta, Francesco. - (2003).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/317736
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