La ricerca dell’unità napoletana diretta dal PRIN 2003 intende focalizzare gli snodi teorici e storici del complesso problema relativo alla ridefinizione della forma e dei caratteri della conoscenza che, tra la fine del XIII secolo e l’inizio del XIV secolo, a partire dagli slittamenti terminologici tra subiectum e obiectum , individua l’"esse apparens" come "esse reale"; in tale direzione d’indagine, il tema della singolarità del reale, il ruolo prioritario attribuito all’intuizione sensibile rispetto all’astrazione concettuale, l’affermazione dell’occamiana virtù della "simplicitas" nell’eliminazione di qualsiasi mediazione concettuale o "per speciem" nel processo gnoseologico, mettevano in evidenza l’insufficienza delle teorie più comuni ai maestri del XIII secolo e, soprattutto nelle Facoltà delle arti, sottintendevano una diversa concezione della materia, della forma e dello spazio non più riconducibile agli schemi classici dell’aristotelismo scolastico. Tali tematiche sono state esaminate per lo più a partire da categorie ermeneutiche ormai desuete e quasi per nulla sulla base della considerazione del ruolo fondamentale acquisito dalle nuove scienze, tra cui in primis l’ottica e la prospettiva, che hanno fornito un supporto determinante al dibattito in questione a partire da una nozione non aristotelica dello spazio che costituisce un elemento fondamentale nella Fisica di Spinoza. Le direzioni in cui si diramano le indagini vorrebbero, di conseguenza, individuare il seguente percorso di ricerca: a)uno studio dei"sensibilia communia" nel terzo libro del De anima aristotelico. Si tratta di una dottrina fondamentale per la definizione della nozione di oggetto, specialmente in relazione ai più importanti commentatori aristotelici, come Alessandro d'Afrodisia e Temistio dal momento che dalle teorie di tali autori ha origine la trasmissione delle dottrine aristoteliche nel Medioevo; b) una ricostruzione storico-filogica della nozione di oggetto nel XIV secolo, fondata non solo sullo studio e l’edizione dei commenti alla Fisica aristotelica di Biagio Pelacani da Parma, di Giovanni Buridano e dei maestri averroisti bolognesi del XIV secolo (Taddeo da Parma, Matteo da Gubbio), ma anche sull’analisi delle forme e dei contenuti della recezione latina delle opere di prospettiva araba di Alkindi e soprattutto di Alhazen, di cui si proporrà in particolare l’edizione critica in collaborazione con le ricerche svolte dall’unità di Firenze che dirige il gruppo di ricerca

Dalle teorie del substratum alla fisica spinoziana / Sorge, Valeria. - (2003).

Dalle teorie del substratum alla fisica spinoziana

SORGE, VALERIA
2003

Abstract

La ricerca dell’unità napoletana diretta dal PRIN 2003 intende focalizzare gli snodi teorici e storici del complesso problema relativo alla ridefinizione della forma e dei caratteri della conoscenza che, tra la fine del XIII secolo e l’inizio del XIV secolo, a partire dagli slittamenti terminologici tra subiectum e obiectum , individua l’"esse apparens" come "esse reale"; in tale direzione d’indagine, il tema della singolarità del reale, il ruolo prioritario attribuito all’intuizione sensibile rispetto all’astrazione concettuale, l’affermazione dell’occamiana virtù della "simplicitas" nell’eliminazione di qualsiasi mediazione concettuale o "per speciem" nel processo gnoseologico, mettevano in evidenza l’insufficienza delle teorie più comuni ai maestri del XIII secolo e, soprattutto nelle Facoltà delle arti, sottintendevano una diversa concezione della materia, della forma e dello spazio non più riconducibile agli schemi classici dell’aristotelismo scolastico. Tali tematiche sono state esaminate per lo più a partire da categorie ermeneutiche ormai desuete e quasi per nulla sulla base della considerazione del ruolo fondamentale acquisito dalle nuove scienze, tra cui in primis l’ottica e la prospettiva, che hanno fornito un supporto determinante al dibattito in questione a partire da una nozione non aristotelica dello spazio che costituisce un elemento fondamentale nella Fisica di Spinoza. Le direzioni in cui si diramano le indagini vorrebbero, di conseguenza, individuare il seguente percorso di ricerca: a)uno studio dei"sensibilia communia" nel terzo libro del De anima aristotelico. Si tratta di una dottrina fondamentale per la definizione della nozione di oggetto, specialmente in relazione ai più importanti commentatori aristotelici, come Alessandro d'Afrodisia e Temistio dal momento che dalle teorie di tali autori ha origine la trasmissione delle dottrine aristoteliche nel Medioevo; b) una ricostruzione storico-filogica della nozione di oggetto nel XIV secolo, fondata non solo sullo studio e l’edizione dei commenti alla Fisica aristotelica di Biagio Pelacani da Parma, di Giovanni Buridano e dei maestri averroisti bolognesi del XIV secolo (Taddeo da Parma, Matteo da Gubbio), ma anche sull’analisi delle forme e dei contenuti della recezione latina delle opere di prospettiva araba di Alkindi e soprattutto di Alhazen, di cui si proporrà in particolare l’edizione critica in collaborazione con le ricerche svolte dall’unità di Firenze che dirige il gruppo di ricerca
2003
Dalle teorie del substratum alla fisica spinoziana / Sorge, Valeria. - (2003).
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