Il saggio esplora il significato del termine ornamento che da sempre si dibatte tra giudizio estetico e questione morale, tra valore interiore ed apparenza esteriore. Dal decor vitruviano alla lezione miessiana, attraverso la definizione albertiana di “luce ausiliaria e complemento di bellezza”, l’ornamento è divenuto, ai più, quasi incomprensibile specialmente dopo la frattura epocale del movimento moderno che condannando tutto ciò che in architettura si discosta dalla tecnica, dalla funzionalità e dalla destinazione d’uso, ritiene che esso sia estremamente pericoloso anche in virtù dell’innegabile attrattiva psicologica che esercita. Senza nulla togliere alla contrapposizione tra l’essenziale e l’ausiliario nel valore qualitativo dell’architettura, dobbiamo, pur tuttavia, convenire che l’ornamento non è solo artificiosità e subdolo compiacimento di sé stesso, quanto piuttosto esso condivide, insieme alla funzionalità ed alla tecnica, lo spirito dell’architettura, contribuendo in maniera significativa al suo aspetto “corretto”, coacervo di simboli ed immagini mobili. La ricerca sulla qualità dell’architettura deve senz’altro procedere attraverso lo studio della materialità del costruito, della descrizione e classificazione dei materiali, della misura e della geometria configurativa degli invasi, ma anche attraverso l’interpretazione dell’ornamento che costituisce, spesso, l’elemento connettivo tra l’ordine spaziale e l’ordine temporale del manufatto, tra genius loci e la cultura di un popolo.
Architettura come ornamento: le Ville Vesuviane di Torre del Greco / Dell'Aquila, Mariella. - STAMPA. - unico:(2008), pp. 152-155.
Architettura come ornamento: le Ville Vesuviane di Torre del Greco
DELL'AQUILA, MARIELLA
2008
Abstract
Il saggio esplora il significato del termine ornamento che da sempre si dibatte tra giudizio estetico e questione morale, tra valore interiore ed apparenza esteriore. Dal decor vitruviano alla lezione miessiana, attraverso la definizione albertiana di “luce ausiliaria e complemento di bellezza”, l’ornamento è divenuto, ai più, quasi incomprensibile specialmente dopo la frattura epocale del movimento moderno che condannando tutto ciò che in architettura si discosta dalla tecnica, dalla funzionalità e dalla destinazione d’uso, ritiene che esso sia estremamente pericoloso anche in virtù dell’innegabile attrattiva psicologica che esercita. Senza nulla togliere alla contrapposizione tra l’essenziale e l’ausiliario nel valore qualitativo dell’architettura, dobbiamo, pur tuttavia, convenire che l’ornamento non è solo artificiosità e subdolo compiacimento di sé stesso, quanto piuttosto esso condivide, insieme alla funzionalità ed alla tecnica, lo spirito dell’architettura, contribuendo in maniera significativa al suo aspetto “corretto”, coacervo di simboli ed immagini mobili. La ricerca sulla qualità dell’architettura deve senz’altro procedere attraverso lo studio della materialità del costruito, della descrizione e classificazione dei materiali, della misura e della geometria configurativa degli invasi, ma anche attraverso l’interpretazione dell’ornamento che costituisce, spesso, l’elemento connettivo tra l’ordine spaziale e l’ordine temporale del manufatto, tra genius loci e la cultura di un popolo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.