Negli ultimi anni il processo delle decisioni che portano alla realizzazione di una trasformazione urbana ha subito molte variazioni e di rilievo. L’Incontro di Studio vuole affrontare il merito delle principali fra queste variazioni onde trarre qualche conclusione generalizzabile sul ruolo del progetto architettonico in questo nuovo scenario e sui caratteri che esso deve assumere. Le due principali modificazioni che incidono sul tradizionale rapporto fra decisioni di piano e scelte di progetto sono: - da una parte le innovazioni normative, che hanno a che vedere con gli accordi di programma e quanto altro, e che consentono, in presenza di una volontà condivisa – politica e istituzionale – di intenti, di modificare una decisione di piano, il quale piano risulta variato dalla approvazione dell’accordo stesso; - dall’altra la partecipazione sempre più frequente delle risorse private alla trasformazione territoriale. Questa partecipazione, che è una opportunità resa peraltro necessaria a causa della carenza delle risorse pubbliche, richiede che la realizzazione di un’opera, quand’anche prevista dal piano, solleciti una interpretazione progettuale in grado di raccordare la domanda pubblica, espressa dallo strumento vigente, con le esigenze del privato, erogatore di risorse. Queste due modificazioni comportano, a loro volta, una serie di conseguenze, non trascurabili: - la strumentazione urbanistica, per quel che ne rimane, deve prevedere che, in determinate parti del territorio, la normativa e la zonizzazione siano sufficientemente elastiche da prevedere, magari su richiesta del privato, livelli differenti di derogabilità; - il progetto, o comunque la definizione progettuale della previsione urbanistica, deve prevedere la possibilità di interpretazione della previsione stessa da parte del soggetto privato che interviene; - aumenta il ‘significato’ delle poche opere pubbliche a totale carico dello stato nella determinazione della forma urbana. Ad esempio la politica dei trasporti su ferro deve farsi carico della modificazione della forma urbana per quanto attiene non solo alle conseguenze formali della realizzazione di una nuova linea metropolitana ma anche a quelle che una stazione, o un sistema di stazioni, può produrre sulla struttura di una città. La riflessione su questi temi si rende oggi necessaria anche per la più generale sollecitazione che viene dalla situazione politica che necessita, da un lato, di un serio lavoro per riallineare il Paese agli standard europei (non solo in termini di infrastrutture ma anche in termini di vivibilità, di decoro, di funzionamento e di ‘bellezza’ delle nostre città) ma deve fare i conti, dall’altro, con la ristrettezza delle risorse che, paradossalmente, viene dalle stesse istanze europee. In questo quadro appare opportuno che il mondo universitario fornisca, entrando in questa discussione, un contributo critico alla discussione politica, delinei soluzioni possibili, sia in grado di formare tecnici capaci di rispondere alle nuove domande.

I MODI REALI DELLA TRASFORMAZIONE DELLE CITTA' / Siola, Uberto. - (2007).

I MODI REALI DELLA TRASFORMAZIONE DELLE CITTA'

SIOLA, UBERTO
2007

Abstract

Negli ultimi anni il processo delle decisioni che portano alla realizzazione di una trasformazione urbana ha subito molte variazioni e di rilievo. L’Incontro di Studio vuole affrontare il merito delle principali fra queste variazioni onde trarre qualche conclusione generalizzabile sul ruolo del progetto architettonico in questo nuovo scenario e sui caratteri che esso deve assumere. Le due principali modificazioni che incidono sul tradizionale rapporto fra decisioni di piano e scelte di progetto sono: - da una parte le innovazioni normative, che hanno a che vedere con gli accordi di programma e quanto altro, e che consentono, in presenza di una volontà condivisa – politica e istituzionale – di intenti, di modificare una decisione di piano, il quale piano risulta variato dalla approvazione dell’accordo stesso; - dall’altra la partecipazione sempre più frequente delle risorse private alla trasformazione territoriale. Questa partecipazione, che è una opportunità resa peraltro necessaria a causa della carenza delle risorse pubbliche, richiede che la realizzazione di un’opera, quand’anche prevista dal piano, solleciti una interpretazione progettuale in grado di raccordare la domanda pubblica, espressa dallo strumento vigente, con le esigenze del privato, erogatore di risorse. Queste due modificazioni comportano, a loro volta, una serie di conseguenze, non trascurabili: - la strumentazione urbanistica, per quel che ne rimane, deve prevedere che, in determinate parti del territorio, la normativa e la zonizzazione siano sufficientemente elastiche da prevedere, magari su richiesta del privato, livelli differenti di derogabilità; - il progetto, o comunque la definizione progettuale della previsione urbanistica, deve prevedere la possibilità di interpretazione della previsione stessa da parte del soggetto privato che interviene; - aumenta il ‘significato’ delle poche opere pubbliche a totale carico dello stato nella determinazione della forma urbana. Ad esempio la politica dei trasporti su ferro deve farsi carico della modificazione della forma urbana per quanto attiene non solo alle conseguenze formali della realizzazione di una nuova linea metropolitana ma anche a quelle che una stazione, o un sistema di stazioni, può produrre sulla struttura di una città. La riflessione su questi temi si rende oggi necessaria anche per la più generale sollecitazione che viene dalla situazione politica che necessita, da un lato, di un serio lavoro per riallineare il Paese agli standard europei (non solo in termini di infrastrutture ma anche in termini di vivibilità, di decoro, di funzionamento e di ‘bellezza’ delle nostre città) ma deve fare i conti, dall’altro, con la ristrettezza delle risorse che, paradossalmente, viene dalle stesse istanze europee. In questo quadro appare opportuno che il mondo universitario fornisca, entrando in questa discussione, un contributo critico alla discussione politica, delinei soluzioni possibili, sia in grado di formare tecnici capaci di rispondere alle nuove domande.
2007
I MODI REALI DELLA TRASFORMAZIONE DELLE CITTA' / Siola, Uberto. - (2007).
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/307762
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact