La dissertazione indaga sulle relazioni fra planning e pratiche urbane promosse direttamente da gruppi sociali diversi. Il coinvolgimento diretto dell'autrice - come osservatrice partecipante - ha portato a un lavoro esplorativo, fondato essenzialmente sulla riflessione nel corso dell’azione. Il testo si compone di tre parti. La prima è una narrazione dei casi indagati; la seconda si focalizza sul significato delle pratiche di autogestione come “prove di comunità”; la terza mette in connessione la valenza utopica dello scenario indagato con la tradizione "politica" della ricerca urbanistica in Italia. L'utopia viene ri-visitata come strumento di lavoro, secondo un approccio per cui il governo del territorio non è di esclusivo appannaggio delle istituzioni, ma è invece l'esito di azioni intraprese da “pubblici multipli” che, attraverso la loro attività producono (anche) “effetti di governo”. Nelle conclusioni, pertanto, ci si rivolge criticamente anche alle pratiche partecipative sempre più diffuse in tempi recenti, anche in Italia, discutendo i rischi connessi alla stabilizzazione di queste pratiche, quando concepite esclusivamente come un ingrediente di una indifferenziata “cassetta degli attrezzi” del mestiere.
Quando la comunità è il planner. Pratiche di autogestione urbana e strumenti conviviali / Lepore, Daniela. - (2007).
Quando la comunità è il planner. Pratiche di autogestione urbana e strumenti conviviali
LEPORE, DANIELA
2007
Abstract
La dissertazione indaga sulle relazioni fra planning e pratiche urbane promosse direttamente da gruppi sociali diversi. Il coinvolgimento diretto dell'autrice - come osservatrice partecipante - ha portato a un lavoro esplorativo, fondato essenzialmente sulla riflessione nel corso dell’azione. Il testo si compone di tre parti. La prima è una narrazione dei casi indagati; la seconda si focalizza sul significato delle pratiche di autogestione come “prove di comunità”; la terza mette in connessione la valenza utopica dello scenario indagato con la tradizione "politica" della ricerca urbanistica in Italia. L'utopia viene ri-visitata come strumento di lavoro, secondo un approccio per cui il governo del territorio non è di esclusivo appannaggio delle istituzioni, ma è invece l'esito di azioni intraprese da “pubblici multipli” che, attraverso la loro attività producono (anche) “effetti di governo”. Nelle conclusioni, pertanto, ci si rivolge criticamente anche alle pratiche partecipative sempre più diffuse in tempi recenti, anche in Italia, discutendo i rischi connessi alla stabilizzazione di queste pratiche, quando concepite esclusivamente come un ingrediente di una indifferenziata “cassetta degli attrezzi” del mestiere.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.