In occasione della “Decima Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia 2006, Mostra Città di Pietra – Progetto Sud”, il gruppo guidato da G. Mainini e composto da F. Rispoli, V. Fraticelli, A. De Luca, F. Viola, F. Bruni, A. D’Agostino, A. Andriello, S. Avvedimento, R. Di Vaio, A. Forino, M. T. Giammetti e V. Tenore, ha presentato due progetti: il primo, sul tema Pantelleria: il porto turistico, selezionato e pubblicato in catalogo; il secondo, sul tema Crotone, il fronte a mare sul porto, selezionato, pubblicato in catalogo ed esposto. Il saggio presenta siti, temi e regole costitutive dei due progetti ed è stato redatto in stretta collaborazione tra gli autori. G. Mainini ha provveduto alla stesura materiale del paragrafo su Pantelleria, F. Rispoli di quello su Crotone e F. Viola alla premessa, alla conclusione ed alla cura della redazione. A Pantelleria il progetto ha assunto il tema di dare una struttura al margine del porto nuovo a partire dal chiarimento delle relazioni costitutive dell’antico centro, in cui le originarie tipologie rurali dei dammusi avevano già trovato, nel tempo, una loro diversa condizione, più chiaramente urbana. A partire da questa matrice il progetto ha ricercato una dimensione conforme a quella degli isolati del centro antico. Nella copertura alla logica costruttiva dell’intradosso dei singoli elementi fa riscontro la messa in forma dell’estradosso che riunisce, in un secondo suolo, quella che altrimenti sarebbe una mera sommatoria di interventi. Questo strato, vera e propria doppia copertura, è corroso da fori e patii che, come pozzi d’ombra, memoria dei giardini arabi, offrono all’ospite il gradito ristoro del fresco. Il fronte verso mare manifesta un’articolazione apparentemente casuale che nell’individualità dei singoli interventi e nel loro costituirsi in una serie di variazioni sul tema mostra in filigrana una latente regola di formazione nel tempo. A Crotone il progetto ha assunto come propri due temi: l’arsenale, che con le sue gallerie unisce mare a mare nelle due anse opposte del porto; e la bascula, che dal suolo urbano si solleva risolvendo il dislivello tra città e molo in un unico edificio piazza, imprimendo in tal modo, una sorta di bradisisma alla tettonica del primo tema. Il progetto ha cercato di dare ordine ai lasciti casuali accumulatisi nel tempo sul fronte del porto tra il mare ed il Castello, cui rende silenziosamente omaggio, riducendo il costruito ad una dimensione semi-ipogea sotto il piano della piazza. Con il Castello, tuttavia, si confronta con la dimensione e la potenza di un gesto tettonico che risolve in un’unica piazza più spazi, la strada, il molo, le due anse del porto, e più quote quella della città e quella del molo. In copertura, alla logica costruttiva dell’intradosso del piano piazza fa riscontro la giacitura unica dell’estradosso che riunisce, attraverso un secondo suolo, quella che altrimenti risulterebbe una giustapposizione di varie scritture, corrodendosi per rivelare gli spazi sottostanti. Dal punto di vista tettonico il progetto si sviluppa da un principio di fondazione specifica, l’arsenale, come preesistenza virtuale. Dal punto di vista della intenzionalità di progetto, invece, esso è l’esito di un percorso inverso, da un lavoro di scavo nella pietra che rivela lo spessore della grande massa. Anche qui, perciò, è in opera un’ambiguità nella sequenza tra le scritture del suolo appartenenti all’artificio ed alla preesistenza: con una doppia sospensione, quella spaziale, del grande oggetto che emerge/affonda nel suolo, e quella temporale, che investe l’antecedenza tra il lavoro di costruzione e quello di scavo.

Due architetture di pietra / Rispoli, Francesco; Mainini, GIANCARLO LUIGI; Viola, Francesco. - STAMPA. - (2007), pp. 367-372.

Due architetture di pietra

RISPOLI, FRANCESCO;MAININI, GIANCARLO LUIGI;VIOLA, FRANCESCO
2007

Abstract

In occasione della “Decima Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia 2006, Mostra Città di Pietra – Progetto Sud”, il gruppo guidato da G. Mainini e composto da F. Rispoli, V. Fraticelli, A. De Luca, F. Viola, F. Bruni, A. D’Agostino, A. Andriello, S. Avvedimento, R. Di Vaio, A. Forino, M. T. Giammetti e V. Tenore, ha presentato due progetti: il primo, sul tema Pantelleria: il porto turistico, selezionato e pubblicato in catalogo; il secondo, sul tema Crotone, il fronte a mare sul porto, selezionato, pubblicato in catalogo ed esposto. Il saggio presenta siti, temi e regole costitutive dei due progetti ed è stato redatto in stretta collaborazione tra gli autori. G. Mainini ha provveduto alla stesura materiale del paragrafo su Pantelleria, F. Rispoli di quello su Crotone e F. Viola alla premessa, alla conclusione ed alla cura della redazione. A Pantelleria il progetto ha assunto il tema di dare una struttura al margine del porto nuovo a partire dal chiarimento delle relazioni costitutive dell’antico centro, in cui le originarie tipologie rurali dei dammusi avevano già trovato, nel tempo, una loro diversa condizione, più chiaramente urbana. A partire da questa matrice il progetto ha ricercato una dimensione conforme a quella degli isolati del centro antico. Nella copertura alla logica costruttiva dell’intradosso dei singoli elementi fa riscontro la messa in forma dell’estradosso che riunisce, in un secondo suolo, quella che altrimenti sarebbe una mera sommatoria di interventi. Questo strato, vera e propria doppia copertura, è corroso da fori e patii che, come pozzi d’ombra, memoria dei giardini arabi, offrono all’ospite il gradito ristoro del fresco. Il fronte verso mare manifesta un’articolazione apparentemente casuale che nell’individualità dei singoli interventi e nel loro costituirsi in una serie di variazioni sul tema mostra in filigrana una latente regola di formazione nel tempo. A Crotone il progetto ha assunto come propri due temi: l’arsenale, che con le sue gallerie unisce mare a mare nelle due anse opposte del porto; e la bascula, che dal suolo urbano si solleva risolvendo il dislivello tra città e molo in un unico edificio piazza, imprimendo in tal modo, una sorta di bradisisma alla tettonica del primo tema. Il progetto ha cercato di dare ordine ai lasciti casuali accumulatisi nel tempo sul fronte del porto tra il mare ed il Castello, cui rende silenziosamente omaggio, riducendo il costruito ad una dimensione semi-ipogea sotto il piano della piazza. Con il Castello, tuttavia, si confronta con la dimensione e la potenza di un gesto tettonico che risolve in un’unica piazza più spazi, la strada, il molo, le due anse del porto, e più quote quella della città e quella del molo. In copertura, alla logica costruttiva dell’intradosso del piano piazza fa riscontro la giacitura unica dell’estradosso che riunisce, attraverso un secondo suolo, quella che altrimenti risulterebbe una giustapposizione di varie scritture, corrodendosi per rivelare gli spazi sottostanti. Dal punto di vista tettonico il progetto si sviluppa da un principio di fondazione specifica, l’arsenale, come preesistenza virtuale. Dal punto di vista della intenzionalità di progetto, invece, esso è l’esito di un percorso inverso, da un lavoro di scavo nella pietra che rivela lo spessore della grande massa. Anche qui, perciò, è in opera un’ambiguità nella sequenza tra le scritture del suolo appartenenti all’artificio ed alla preesistenza: con una doppia sospensione, quella spaziale, del grande oggetto che emerge/affonda nel suolo, e quella temporale, che investe l’antecedenza tra il lavoro di costruzione e quello di scavo.
2007
8860260418
Due architetture di pietra / Rispoli, Francesco; Mainini, GIANCARLO LUIGI; Viola, Francesco. - STAMPA. - (2007), pp. 367-372.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/192214
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