L’analisi dell’esegesi origeniana di Giovanni 1,29b (“Ecco l’agnello di Dio, che prende su di sé il peccato del mondo”) si muove lungo una duplice direttiva: Cristo è l’agnello sacrificale (sulla base di Isaia 53) e l’agnello pasquale. Il versetto costituisce una delle testimonianze di Giovanni Battista su Cristo e segna un momento ben definito di crescita nel suo progresso di conoscenza: egli passa dall’essere profeta a testimone. La lettura del versetto, alla luce delle interpretazioni avanzate dallo gnostico Eracleone e rifiutate da Origene, si apre a chiarimenti antignostici riguardo l’unità dei due Testamenti e l’universalità dell’opera di salvezza di Cristo. Origene interpreta il versetto come una testimonianza relativa alla doppia natura del Figlio di Dio: uomo, nel suo essere agnello destinato al sacrificio; Dio, nel suo offrire l’agnello alla morte. Questa interpretazione comporta un’ampia trattazione del tema di sacrificio e martirio (in relazione sia ai martiri sia a Cristo stesso). Il valore propiziatorio del sacrificio di Cristo, valido per il mondo intero, pone un duplice problema: la spiegazione del concetto di “mondo” e la relazione tra mondo e Chiesa. Un altro elemento di indagine è il tema dell’assunzione del peccato da parte di Cristo e la concomitante necessità di purificazione anche dopo la passione.
L'esegesi di Gv 1,29b "Ecco l'Agnello di Dio che prende su di sé il peccato del mondo": dalla conoscenza del Battista al sacrificio di Cristo / Piscitelli, Teresa. - STAMPA. - Biblioteca di Adamantius 3:(2005), pp. 483-517.
L'esegesi di Gv 1,29b "Ecco l'Agnello di Dio che prende su di sé il peccato del mondo": dalla conoscenza del Battista al sacrificio di Cristo
PISCITELLI, TERESA
2005
Abstract
L’analisi dell’esegesi origeniana di Giovanni 1,29b (“Ecco l’agnello di Dio, che prende su di sé il peccato del mondo”) si muove lungo una duplice direttiva: Cristo è l’agnello sacrificale (sulla base di Isaia 53) e l’agnello pasquale. Il versetto costituisce una delle testimonianze di Giovanni Battista su Cristo e segna un momento ben definito di crescita nel suo progresso di conoscenza: egli passa dall’essere profeta a testimone. La lettura del versetto, alla luce delle interpretazioni avanzate dallo gnostico Eracleone e rifiutate da Origene, si apre a chiarimenti antignostici riguardo l’unità dei due Testamenti e l’universalità dell’opera di salvezza di Cristo. Origene interpreta il versetto come una testimonianza relativa alla doppia natura del Figlio di Dio: uomo, nel suo essere agnello destinato al sacrificio; Dio, nel suo offrire l’agnello alla morte. Questa interpretazione comporta un’ampia trattazione del tema di sacrificio e martirio (in relazione sia ai martiri sia a Cristo stesso). Il valore propiziatorio del sacrificio di Cristo, valido per il mondo intero, pone un duplice problema: la spiegazione del concetto di “mondo” e la relazione tra mondo e Chiesa. Un altro elemento di indagine è il tema dell’assunzione del peccato da parte di Cristo e la concomitante necessità di purificazione anche dopo la passione.File | Dimensione | Formato | |
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