Lo studio dell’ambiente urbano, che ha avuto un significativo approccio scientifico nei secoli XVIII e XIX in relazione alla crescita economica, allo sviluppo intellettuale e tecnologico, richiede un rinnovato impulso in seguito alle trasformazioni che hanno interessato i contesti storicamente consolidati. “Gli uomini – scriveva Marshall McLuhan già negli anni Sessanta del secolo passato – sono improvvisamente diventati raccoglitori di conoscenza, nomadi come mai nel passato, informati come mai nel passato, liberi da specializzazioni frammentarie come mai nel passato, ma anche coinvolti come mai nel passato nella totalità del processo sociale”. La complessità caratterizza dunque l’attuale società e si esprime nell’intersecarsi continuo e pervasivo delle nuove tecnologie della comunicazione che concorrono a ridisegnare virtualmente gli spazi, imponendo significativi approfondimenti analitici in relazione anche alle scale d'intervento ed alle esigenze fruizionali, nell’intento di ricomporre una immagine urbana del cui significato si vanno ormai in tutti i sensi allargando e distinguendo i campi. Nelle ricerche condotte nel corso degli anni ho posto particolare attenzione al tema della lettura della città, caratterizzato in particolare da un approccio agli spazi aperti ed ai percorsi, intesi come paradigma interpretativo della complessità urbana e come stimolo per la descrizione, rappresentazione, documentazione e interpretazione anche di quella che G. Bateson definiva “la struttura che connette”. E’ nella descrizione alle varie scale di definizione delle parti e delle connessioni tra esse, dei rapporti tra i volumi architettonici e gli spazi aperti, che si concretizza l’occasione di una lettura dell’ambiente antropizzato finalizzata ad una rappresentazione della realtà fisica che sia anche psicologica e percettiva. Tale approccio rimanda, tra l’altro, all’analisi del valore simbolico della forma dello spazio antropizzato e dell’alveo d’impianto, da cui il primo trae qualità e significato, e che evidenzia la necessità di predisporre un coerente sistema di convenzioni grafiche e adeguati modelli strutturati secondo regole condivise e composti di elementi che siano riconoscibili entro il contesto del processo comunicativo, integrando, ai vari livelli tematici e scalari, saperi diversi e diverse procedure operative. In un contesto di prassi che si integrano motivatamente il rilievo urbano, ed il linguaggi ad esso correlato, si colloca oggi come uno degli strumenti di gestione delle modificazioni poiché, nel rappresentare la città con una pertinente trascrizione degli elementi strutturanti e delle qualità immateriali, ne stimola un conseguente destino progettuale, ne suggerisce assetti congruenti o dissonanti, e ne garantisce la conservazione.

Linguaggio descrittivo e qualità urbana / Papa, LIA MARIA. - ELETTRONICO. - Volume Abstract (ISBN 84-923253-3-X) con CD:(2005), pp. 1-10.

Linguaggio descrittivo e qualità urbana

PAPA, LIA MARIA
2005

Abstract

Lo studio dell’ambiente urbano, che ha avuto un significativo approccio scientifico nei secoli XVIII e XIX in relazione alla crescita economica, allo sviluppo intellettuale e tecnologico, richiede un rinnovato impulso in seguito alle trasformazioni che hanno interessato i contesti storicamente consolidati. “Gli uomini – scriveva Marshall McLuhan già negli anni Sessanta del secolo passato – sono improvvisamente diventati raccoglitori di conoscenza, nomadi come mai nel passato, informati come mai nel passato, liberi da specializzazioni frammentarie come mai nel passato, ma anche coinvolti come mai nel passato nella totalità del processo sociale”. La complessità caratterizza dunque l’attuale società e si esprime nell’intersecarsi continuo e pervasivo delle nuove tecnologie della comunicazione che concorrono a ridisegnare virtualmente gli spazi, imponendo significativi approfondimenti analitici in relazione anche alle scale d'intervento ed alle esigenze fruizionali, nell’intento di ricomporre una immagine urbana del cui significato si vanno ormai in tutti i sensi allargando e distinguendo i campi. Nelle ricerche condotte nel corso degli anni ho posto particolare attenzione al tema della lettura della città, caratterizzato in particolare da un approccio agli spazi aperti ed ai percorsi, intesi come paradigma interpretativo della complessità urbana e come stimolo per la descrizione, rappresentazione, documentazione e interpretazione anche di quella che G. Bateson definiva “la struttura che connette”. E’ nella descrizione alle varie scale di definizione delle parti e delle connessioni tra esse, dei rapporti tra i volumi architettonici e gli spazi aperti, che si concretizza l’occasione di una lettura dell’ambiente antropizzato finalizzata ad una rappresentazione della realtà fisica che sia anche psicologica e percettiva. Tale approccio rimanda, tra l’altro, all’analisi del valore simbolico della forma dello spazio antropizzato e dell’alveo d’impianto, da cui il primo trae qualità e significato, e che evidenzia la necessità di predisporre un coerente sistema di convenzioni grafiche e adeguati modelli strutturati secondo regole condivise e composti di elementi che siano riconoscibili entro il contesto del processo comunicativo, integrando, ai vari livelli tematici e scalari, saperi diversi e diverse procedure operative. In un contesto di prassi che si integrano motivatamente il rilievo urbano, ed il linguaggi ad esso correlato, si colloca oggi come uno degli strumenti di gestione delle modificazioni poiché, nel rappresentare la città con una pertinente trascrizione degli elementi strutturanti e delle qualità immateriali, ne stimola un conseguente destino progettuale, ne suggerisce assetti congruenti o dissonanti, e ne garantisce la conservazione.
2005
8496377415
Linguaggio descrittivo e qualità urbana / Papa, LIA MARIA. - ELETTRONICO. - Volume Abstract (ISBN 84-923253-3-X) con CD:(2005), pp. 1-10.
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