Il contributo presenta un’esperienza di formazione con futuri Operatori Socio-Assistenziali (OSA; La relazione d’aiuto e il rapporto con l’assistito, POR Campania 2000-2006). L’utenza è composta di 30 soggetti con esperienze di assistenza alla persona nell’ambito del volontariato sociale, ma prive di specifiche competenze. L’intervento formativo (durata: 15 incontri), finalizzato al lavoro sulle rappresentazioni della relazione d’aiuto negli utenti, si è avvalso del gruppo come strumento di attivazione dei processi di elaborazione/rielaborazione dei vissuti (Anzieu et al., 1975) e di condivisione sociale delle emozioni (Rimé, 1995). Com’è noto, tale strumento riveste un ruolo rilevante anche nei contesti che promuovono comportamenti di salute e prevengono il rischio burn-out nelle professioni d’aiuto (Zani, Cicognani, 2000). Il setting formativo costituisce, infatti, un luogo in cui attivare un «registro riflessivo su quei sistemi di significato che orientano l’azione professionale» (Freda, 2004) ed uno spazio in cui mettere in scena e rielaborare dinamiche/modalità relazionali acquisite in esperienze pregresse. Il lavoro di gruppo, inteso come formazione di gruppo mediante il gruppo (Francescato, 1993), è partito dalla raccolta delle idee spontanee degli utenti sulla figura dell’operatore, dell’assistito e sulla relazione tra operatore ed assistito. L’utilizzo di un questionario a risposte aperte, di sessioni di role playing e la condivisione del materiale emerso, hanno consentito di avviare un processo di integrazione tra mentale ed emotivo e di accedere ad un livello di comprensione più complesso della relazione d’aiuto, intesi come fattori di implementazione della funzione di sostegno dell’OSA. In particolare, sono state rielaborate le rappresentazioni degli utenti inizialmente fortemente polarizzate tra una figura idealizzata dell’operatore con funzioni salvifiche e quella dell’assistito con i suoi bisogni. Attraverso l’assunzione delle emozioni e dei vissuti dell’operatore come parti integranti della relazione d’aiuto e della sua qualità, il percorso ha prodotto lo spostamento del focus da immagini scisse e svincolate dalla dinamica interazionale, alla complessità della relazione come risultante di un système où tout se tient (de Saussurre, 1916).
La relazione d'aiuto tra scissione e integrazione: verso la complessità / Boursier, Valentina; DE ROSA, Barbara. - STAMPA. - (2006), pp. 450-451. (Intervento presentato al convegno Promuovere benessere con persone, gruppi, comunità. VII Congresso Nazionale SIPSIA tenutosi a Cesena nel 28-30 Settembre 2006).
La relazione d'aiuto tra scissione e integrazione: verso la complessità
BOURSIER, VALENTINA;DE ROSA, BARBARA
2006
Abstract
Il contributo presenta un’esperienza di formazione con futuri Operatori Socio-Assistenziali (OSA; La relazione d’aiuto e il rapporto con l’assistito, POR Campania 2000-2006). L’utenza è composta di 30 soggetti con esperienze di assistenza alla persona nell’ambito del volontariato sociale, ma prive di specifiche competenze. L’intervento formativo (durata: 15 incontri), finalizzato al lavoro sulle rappresentazioni della relazione d’aiuto negli utenti, si è avvalso del gruppo come strumento di attivazione dei processi di elaborazione/rielaborazione dei vissuti (Anzieu et al., 1975) e di condivisione sociale delle emozioni (Rimé, 1995). Com’è noto, tale strumento riveste un ruolo rilevante anche nei contesti che promuovono comportamenti di salute e prevengono il rischio burn-out nelle professioni d’aiuto (Zani, Cicognani, 2000). Il setting formativo costituisce, infatti, un luogo in cui attivare un «registro riflessivo su quei sistemi di significato che orientano l’azione professionale» (Freda, 2004) ed uno spazio in cui mettere in scena e rielaborare dinamiche/modalità relazionali acquisite in esperienze pregresse. Il lavoro di gruppo, inteso come formazione di gruppo mediante il gruppo (Francescato, 1993), è partito dalla raccolta delle idee spontanee degli utenti sulla figura dell’operatore, dell’assistito e sulla relazione tra operatore ed assistito. L’utilizzo di un questionario a risposte aperte, di sessioni di role playing e la condivisione del materiale emerso, hanno consentito di avviare un processo di integrazione tra mentale ed emotivo e di accedere ad un livello di comprensione più complesso della relazione d’aiuto, intesi come fattori di implementazione della funzione di sostegno dell’OSA. In particolare, sono state rielaborate le rappresentazioni degli utenti inizialmente fortemente polarizzate tra una figura idealizzata dell’operatore con funzioni salvifiche e quella dell’assistito con i suoi bisogni. Attraverso l’assunzione delle emozioni e dei vissuti dell’operatore come parti integranti della relazione d’aiuto e della sua qualità, il percorso ha prodotto lo spostamento del focus da immagini scisse e svincolate dalla dinamica interazionale, alla complessità della relazione come risultante di un système où tout se tient (de Saussurre, 1916).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.