Il saggio è un'ampia introduzione alla prima edizione italiana del libro Modern Builiding. It's nature, problems and forms, pubblicato a New York nel 1937 da Walter Curt Behrendt - critico tedesco trapiantanto in America nel 1933 – e dedicato al contemporaneo "movimento moderno". Si tratta della prima edizione italiana di un volume considerato tra i "pilastri" della storiografia del movimento moderno e valorizzato in particolare da Bruno Zevi che esprime con chiarezza, nelle sue successive storie dell'architettura moderna, l'importanza del contributo di Behrendt alla messa in luce della componente "organica" dell’architettura “nuova”. Il volume è inserito nella collana "Trattati per l'architettura moderna" che propone ai lettori italiani testi mai tradotti o "introvabili": i testi originali vengono introdotti e commentati da ampi saggi che hanno, tra l'altro, il compito di presentare ai lettori (e in particolare agli studenti di architettura, tra i destinatari privilegiati della collana) le ragioni del valore e dell' "attualità" dei testi scelti. Gran parte della ricostruzione “epica” della storia del moderno (o, potremmo dire, del “contemporaneo”) in architettura è fondata su una logica oppositiva: il moderno è altro rispetto a quello che lo precede, soprattutto a quello che lo precede di poco; non tanto all’antico, dunque, ma al vecchio, all’obsoleto, al superato, a tutto ciò che tende a restare in vita solo sfruttando l’abitudine, l’inerzia, il conformismo: a tutto ciò che è “luogo comune”. Nel saggio introduttivo si sottolinea che anche Behrendt lo aveva raccontato con accenti simili (ma già non del tutto “conformi” a quell’interpretazione), nei suoi saggi del tempo in cui viveva in Germania; con questo libro, si ha l’impressione che la dislocazione fisica in America, subita dall’autore, abbia prodotto una analoga dislocazione intellettuale. Behrendt guarda alla guerra che “il costruire moderno” sta combattendo non da una trincea ma da una posizione laterale: non si lascia abbagliare dalle scaramucce che avvengono in alcuni punti del campo di battaglia ma ne coglie l’estensione ampia: Capisce che quella che si sta svolgendo è una guerra di posizione che si gioca su tempi lunghi: per vincerla non sono sufficienti gli irruenti o romantici “eroi”, paladini della nuova Architettura, ma è necessaria una avanzata costante e massiccia di pazienti soldati capaci di portare in alto, rendendola visibile e riconoscibile a tutti, la bandiera del “costruire moderno” . Forse anche per segnalare questa differenza, Renato De Fusco, che sceglie in genere tra gli storici dell'architettura gli autori a cui affidare le introduzioni ai "trattati" - ha voluto che l'introduzione al libro di Behrendt fosse scritta da due docenti di composizione architettonica (a cui ha affidato anche la cura del volume) ritenendo, probabilmente a ragione, che il contributo più significativo, e ancora oggi interessante, del saggio di Behrendt - per quanto in parte "datato" e ovviamente discutibile - sia legato alla sua originale interpretazione dei termini “formali” che costruiscono quelle coppie oppositive e alle significative conseguenze che questa interpretazione produce sulla riconoscibilità e sul ruolo dei “protagonisti” della “battaglia” per il moderno.

Verso il costruire moderno / Amirante, Roberta; E., Carreri. - STAMPA. - vol. 2 - collana Trattati per l'architettura moderna:(2007), pp. 13-49.

Verso il costruire moderno

AMIRANTE, ROBERTA;
2007

Abstract

Il saggio è un'ampia introduzione alla prima edizione italiana del libro Modern Builiding. It's nature, problems and forms, pubblicato a New York nel 1937 da Walter Curt Behrendt - critico tedesco trapiantanto in America nel 1933 – e dedicato al contemporaneo "movimento moderno". Si tratta della prima edizione italiana di un volume considerato tra i "pilastri" della storiografia del movimento moderno e valorizzato in particolare da Bruno Zevi che esprime con chiarezza, nelle sue successive storie dell'architettura moderna, l'importanza del contributo di Behrendt alla messa in luce della componente "organica" dell’architettura “nuova”. Il volume è inserito nella collana "Trattati per l'architettura moderna" che propone ai lettori italiani testi mai tradotti o "introvabili": i testi originali vengono introdotti e commentati da ampi saggi che hanno, tra l'altro, il compito di presentare ai lettori (e in particolare agli studenti di architettura, tra i destinatari privilegiati della collana) le ragioni del valore e dell' "attualità" dei testi scelti. Gran parte della ricostruzione “epica” della storia del moderno (o, potremmo dire, del “contemporaneo”) in architettura è fondata su una logica oppositiva: il moderno è altro rispetto a quello che lo precede, soprattutto a quello che lo precede di poco; non tanto all’antico, dunque, ma al vecchio, all’obsoleto, al superato, a tutto ciò che tende a restare in vita solo sfruttando l’abitudine, l’inerzia, il conformismo: a tutto ciò che è “luogo comune”. Nel saggio introduttivo si sottolinea che anche Behrendt lo aveva raccontato con accenti simili (ma già non del tutto “conformi” a quell’interpretazione), nei suoi saggi del tempo in cui viveva in Germania; con questo libro, si ha l’impressione che la dislocazione fisica in America, subita dall’autore, abbia prodotto una analoga dislocazione intellettuale. Behrendt guarda alla guerra che “il costruire moderno” sta combattendo non da una trincea ma da una posizione laterale: non si lascia abbagliare dalle scaramucce che avvengono in alcuni punti del campo di battaglia ma ne coglie l’estensione ampia: Capisce che quella che si sta svolgendo è una guerra di posizione che si gioca su tempi lunghi: per vincerla non sono sufficienti gli irruenti o romantici “eroi”, paladini della nuova Architettura, ma è necessaria una avanzata costante e massiccia di pazienti soldati capaci di portare in alto, rendendola visibile e riconoscibile a tutti, la bandiera del “costruire moderno” . Forse anche per segnalare questa differenza, Renato De Fusco, che sceglie in genere tra gli storici dell'architettura gli autori a cui affidare le introduzioni ai "trattati" - ha voluto che l'introduzione al libro di Behrendt fosse scritta da due docenti di composizione architettonica (a cui ha affidato anche la cura del volume) ritenendo, probabilmente a ragione, che il contributo più significativo, e ancora oggi interessante, del saggio di Behrendt - per quanto in parte "datato" e ovviamente discutibile - sia legato alla sua originale interpretazione dei termini “formali” che costruiscono quelle coppie oppositive e alle significative conseguenze che questa interpretazione produce sulla riconoscibilità e sul ruolo dei “protagonisti” della “battaglia” per il moderno.
2007
9788877945778
Verso il costruire moderno / Amirante, Roberta; E., Carreri. - STAMPA. - vol. 2 - collana Trattati per l'architettura moderna:(2007), pp. 13-49.
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