Dettagliato esame di Ov., Met. X 368-381 e X 444-451: l’episodio di Mirra è svolto dal Sulmonese utilizzando gli intertesti virgiliani in esso presenti (in particolare Aen. IV 522 ss. e Aen. VIII 18 ss.) in modo da renderli funzionali alla propria strategia narrativa. Nei vv. 446 ss., Ovidio prevede che l’angoscia dell’animo di Mirra che si avvicina al facinus preceda la descrizione della notte che comunque la porterà a realizzare il suo desiderio. ‘Riusando’ quindi con somma maestria il suo modello, il poeta delle Metamorfosi mostra quindi al lettore come abbia inteso a pieno la valenza del doppio utilizzo della ‘base’ alcmanea (frg. 58 D.) da parte del Mantovano nel IV e nell’VIII dell’Eneide, a sua volta piegando e riformulando il testo greco alle sue particolari esigenze.
La "lunga notte" di Mirra / Cozzolino, Andrea. - STAMPA. - (2004), pp. 103-110.
La "lunga notte" di Mirra
COZZOLINO, ANDREA
2004
Abstract
Dettagliato esame di Ov., Met. X 368-381 e X 444-451: l’episodio di Mirra è svolto dal Sulmonese utilizzando gli intertesti virgiliani in esso presenti (in particolare Aen. IV 522 ss. e Aen. VIII 18 ss.) in modo da renderli funzionali alla propria strategia narrativa. Nei vv. 446 ss., Ovidio prevede che l’angoscia dell’animo di Mirra che si avvicina al facinus preceda la descrizione della notte che comunque la porterà a realizzare il suo desiderio. ‘Riusando’ quindi con somma maestria il suo modello, il poeta delle Metamorfosi mostra quindi al lettore come abbia inteso a pieno la valenza del doppio utilizzo della ‘base’ alcmanea (frg. 58 D.) da parte del Mantovano nel IV e nell’VIII dell’Eneide, a sua volta piegando e riformulando il testo greco alle sue particolari esigenze.File | Dimensione | Formato | |
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