Il concetto di rischio, inteso come rischio totale, è basato sulla combinazione di più fattori sia di carattere tecnico (nel caso specifico di natura idrogeologica), che di tipo socio-economico, tramite la nota espressione formale del rischio: R = P x E x V; dove: P = pericolosità, intesa come la probabilità che si realizzino le condizioni di accadimento dell'evento calamitoso; E = valore degli elementi a rischio, intesi come persone e beni; V = vulnerabilità, intesa come la capacità degli elementi a rischio di resistere all'evento in considerazione. L'individuazione delle aree a rischio da frana porta alla redazione delle relativa carta del rischio, che è una elaborazione prevista nella pianificazione di bacino, ma è anche esplicitamente richiesta dall' Atto di indirizzo e coordinamento per l'individuazione dei criteri relativi agli adempimenti di cui all'art. 1, commi 1 e 2, del decreto-legge 11 giugno 1998, n. 180/98, pubblicato sulla G.U. del 5.1.1999. Lo scopo è essenzialmente quello di individuare aree sottoposte a rischio più elevato rispetto ad altre, anche a parità di pericolosità, in dipendenza degli elementi che vi si trovano ubicati. Tramite la gradazione del rischio R si individuano infatti le zone in cui ad elevate criticità idrogeologiche è associata una maggiore presenza umana e, di conseguenza, si determinano le zone da difendere prioritariamente. Essa rappresenta inoltre un importante strumento, anche se non il solo, per determinare con un criterio oggettivo le misure più urgenti di prevenzione e la priorità degli interventi di mitigazione (strutturali e non).

Studio del rischio frane e analisi di pericolosità per gli insediamenti urbani / Sessa, Salvatore; DI MARTINO, F.; Avagliano, L.; Giordano, M.. - (2005). (Intervento presentato al convegno Ottava Conferenza Italiana Utenti ESRI tenutosi a Roma nel 20-21 aprile 2005).

Studio del rischio frane e analisi di pericolosità per gli insediamenti urbani

SESSA, SALVATORE;F. DI MARTINO;
2005

Abstract

Il concetto di rischio, inteso come rischio totale, è basato sulla combinazione di più fattori sia di carattere tecnico (nel caso specifico di natura idrogeologica), che di tipo socio-economico, tramite la nota espressione formale del rischio: R = P x E x V; dove: P = pericolosità, intesa come la probabilità che si realizzino le condizioni di accadimento dell'evento calamitoso; E = valore degli elementi a rischio, intesi come persone e beni; V = vulnerabilità, intesa come la capacità degli elementi a rischio di resistere all'evento in considerazione. L'individuazione delle aree a rischio da frana porta alla redazione delle relativa carta del rischio, che è una elaborazione prevista nella pianificazione di bacino, ma è anche esplicitamente richiesta dall' Atto di indirizzo e coordinamento per l'individuazione dei criteri relativi agli adempimenti di cui all'art. 1, commi 1 e 2, del decreto-legge 11 giugno 1998, n. 180/98, pubblicato sulla G.U. del 5.1.1999. Lo scopo è essenzialmente quello di individuare aree sottoposte a rischio più elevato rispetto ad altre, anche a parità di pericolosità, in dipendenza degli elementi che vi si trovano ubicati. Tramite la gradazione del rischio R si individuano infatti le zone in cui ad elevate criticità idrogeologiche è associata una maggiore presenza umana e, di conseguenza, si determinano le zone da difendere prioritariamente. Essa rappresenta inoltre un importante strumento, anche se non il solo, per determinare con un criterio oggettivo le misure più urgenti di prevenzione e la priorità degli interventi di mitigazione (strutturali e non).
2005
Studio del rischio frane e analisi di pericolosità per gli insediamenti urbani / Sessa, Salvatore; DI MARTINO, F.; Avagliano, L.; Giordano, M.. - (2005). (Intervento presentato al convegno Ottava Conferenza Italiana Utenti ESRI tenutosi a Roma nel 20-21 aprile 2005).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/10351
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