La tutela delle identità religiose nello sport

L'intervento ha inteso evidenziare la complessità delle implicazioni che l’espressione del proprio credo religioso comporta in seno alle regole del gioco previste dall’ordinamento sportivo, e viceversa. Le principali questioni di garanzia delle identità specifiche sembrano manifestarsi con maggiore evidenza sia nei casi in cui è l’identità religiosa del giocatore a riflettersi sull’osservanza delle norme che presiedono il vincolo di appartenenza alla Federazione sportiva; sia nelle ipotesi in cui è, invece, l’identità sportiva a denotare l’incompatibilità delle prescrizioni religiose rispetto all’adempimento dei doveri e degli obblighi che connotano il rapporto associativo, anche dal punto di vista della garanzia di una buona performance agonistica. Tali problematiche di tutela assumono maggiore complessità se si considera che per quanto il sistema sportivo sembri assicurare la partecipazione allo sport senza che possano costituirne impedimento le identità religiose degli atleti – e ciò in forza del principio di eguale partecipazione allo sport che costituisce il corollario del ‘diritto allo sport’ quale diritto di tutti ad accedere all’educazione fisica e quale diritto di sviluppare, attraverso lo sport, le proprie attitudini fisiche, intellettuali e morali, dall’insieme dei principi e delle regole che disciplina lo svolgimento delle diverse manifestazioni agonistiche è tuttavia possibile constatare come la tutela del diritto di libertà religiosa appare essere ricompresa in un concetto di neutralità che tende di fatto a neutralizzare le identità religiose piuttosto che a riconoscerle.