Una ‹nuova› cappella Minutolo presso il ­ Duomo di Napoli: questioni di ­ patronato e rapporti di prossimità tra residenze e cappelle gentilizie

L’articolo presenta la riscoperta di una cappella dedicata all’Annunziata che, al principio del XV secolo, il cardinale Enrico Minutolo volle al di sotto del proprio monumento funebre, posto tuttora contro la parete di fondo della nota cappella dei Santi Pietro e Anastasia nel complesso arcivescovile di Napoli. Pur essendo quasi del tutto scomparso dal dibattito storiografico, il sacello è stato rintracciato grazie a un’attenta rilettura dei dati già conosciuti e di nuovi documenti d’archivio, che hanno infine reso possibile di superare le difficoltà logistiche e ‘raggiungerlo’ per mezzo dell’unico punto di vista possibile, una feritoia della cripta della Cappella Minutolo nel Duomo. La cappella è infatti inaccessibile in quanto, probabilmente dopo il terremoto del 1980, l’ingresso è stato murato; tuttavia la stretta vicinanza con il Palazzo Minutolo in vico Sedil Capuano, dove più o meno in corrispondenza della Cappella dell’Annunziata sopravvive un arco ogivale murato, suggerisce che in antico i Minutolo sfruttassero il varco per accedervi dalla residenza. Contestualmente si propone che la Cappella Minutolo nella Cattedrale appartenesse alla famiglia ben prima del 1402, quando lo attesta un documento solitamente utilizzato come primo riferimento per il patronato gentilizio. Oltre a fare appello ai lineamenti del diritto canonico, si utilizza a questo scopo il testamento di un Pietro Minutolo il quale, negli anni settanta del Trecento, dispose di essere ivi sepolto. A questo stesso Pietro si deve inoltre la fondazione di un’altra chiesa di famiglia nei pressi del Duomo, dedicata a Santa Marta fu demolita tra Cinque e Seicento. Ciò si inscrive nella più ampia strategia d’insediamento urbano operata dal casato, che tra tardo Medioevo ed Età Moderna disponeva nell’area in discorso due residenze monumentali e diverse chiese gentilizie.