Il Triumphus Alfonsi regis Aragonei devicta Neapoli di Porcelio de’ Pandoni riveste un ruolo di primario interesse nella vasta produzione di opere che a vario titolo narrarono e rievocarono l’entrata trionfale di Alfonso il Magnanimo in Napoli (26 febbraio 1443). Noto a studiosi e storici che si occuparono delle vicende culturali e istituzionali del Regno di Napoli sotto i principi Trastámara, questo poema è stato letto, utilizzato, citato, trascritto, ma mai edito in forma critica e integrale. Eppure, esso offre la più dettagliata, vivace e attendibile narrazione del trionfo alfonsino, come emerge dal confronto con le altre fonti, storico-narrative e documentarie; e immortala in versi epici di sapore virgiliano la magnificenza dell’evento e l’ammirazione suscitata dal corteo del sovrano vittorioso non solo nella popolazione della città vinta, ma anche nelle comunità straniere, nei rappresentanti delle potenze estere d’Italia, d’Europa, d’Africa presenti nella capitale del Regno. L’utilizzo di una documentazione autorevole, direttamente accessibile all’autore, che ebbe un ruolo di primo piano nell’entourage di intellettuali attivi alla corte del Magnanimo nel decennio 1443-1453, rende quest’opera una tessera autorevole per la ricostruzione non solo del trionfo, ma anche della temperie culturale e delle modalità in cui si sviluppava – sin dagli esordi del regno d’Alfonso – quella propaganda politica che nel regno seppe creare consensi a favore di un sovrano allogeno e conquistatore. Dunque, l’edizione del Triumphus Alfonsi regis Aragonei devicta Neapoli è contributo prezioso per ricostruire il quadro della storiografia poematica di argomento storico contemporaneo degli inizi del dominio aragonese sul Regno di Napoli e permette di definire meglio nel confronto l’evoluzione della storiografia prodotta nel Regno aragonese, facendo quasi da ponte tra i precoci Gesta Alfonsi di Tommaso Chaula e le più mature opere che costruirono il mito ‘magnanimo’ di Alfonso, quali, ad esempio, le historiae di Bartolomeo Facio, il De dictis et factis Alfonsi regis di Antonio Panormita e l’Alfonseis di Matteo Zuppardo. Il corredo di apparati critici e delle fonti, e le note di commento permettono la fruizione e l’esegesi di un testo, che si incastona con tratti anche originali nella letteratura epico-storico-panegirica prodotta per Alfonso il Magnanimo. Un’ampia Introduzione illustra le circostanze in cui l’opera fu composta e le sue valenze nel quadro politico-culturale della Napoli aragonese; la Nota al testo ne ricostruisce con completezza la tradizione manoscritta e a stampa, dà ragione delle varianti d’autore e della constitutio textus; infine, gli Indici garantiscono una fruizione sistematica e razionale del testo.

Porcelio de' Pandoni, Triumphus Alfonsi regis Aragonei devicta Neapolis / Iacono, Antonietta. - (2023).

Porcelio de' Pandoni, Triumphus Alfonsi regis Aragonei devicta Neapolis

Antonietta Iacono
2023

Abstract

Il Triumphus Alfonsi regis Aragonei devicta Neapoli di Porcelio de’ Pandoni riveste un ruolo di primario interesse nella vasta produzione di opere che a vario titolo narrarono e rievocarono l’entrata trionfale di Alfonso il Magnanimo in Napoli (26 febbraio 1443). Noto a studiosi e storici che si occuparono delle vicende culturali e istituzionali del Regno di Napoli sotto i principi Trastámara, questo poema è stato letto, utilizzato, citato, trascritto, ma mai edito in forma critica e integrale. Eppure, esso offre la più dettagliata, vivace e attendibile narrazione del trionfo alfonsino, come emerge dal confronto con le altre fonti, storico-narrative e documentarie; e immortala in versi epici di sapore virgiliano la magnificenza dell’evento e l’ammirazione suscitata dal corteo del sovrano vittorioso non solo nella popolazione della città vinta, ma anche nelle comunità straniere, nei rappresentanti delle potenze estere d’Italia, d’Europa, d’Africa presenti nella capitale del Regno. L’utilizzo di una documentazione autorevole, direttamente accessibile all’autore, che ebbe un ruolo di primo piano nell’entourage di intellettuali attivi alla corte del Magnanimo nel decennio 1443-1453, rende quest’opera una tessera autorevole per la ricostruzione non solo del trionfo, ma anche della temperie culturale e delle modalità in cui si sviluppava – sin dagli esordi del regno d’Alfonso – quella propaganda politica che nel regno seppe creare consensi a favore di un sovrano allogeno e conquistatore. Dunque, l’edizione del Triumphus Alfonsi regis Aragonei devicta Neapoli è contributo prezioso per ricostruire il quadro della storiografia poematica di argomento storico contemporaneo degli inizi del dominio aragonese sul Regno di Napoli e permette di definire meglio nel confronto l’evoluzione della storiografia prodotta nel Regno aragonese, facendo quasi da ponte tra i precoci Gesta Alfonsi di Tommaso Chaula e le più mature opere che costruirono il mito ‘magnanimo’ di Alfonso, quali, ad esempio, le historiae di Bartolomeo Facio, il De dictis et factis Alfonsi regis di Antonio Panormita e l’Alfonseis di Matteo Zuppardo. Il corredo di apparati critici e delle fonti, e le note di commento permettono la fruizione e l’esegesi di un testo, che si incastona con tratti anche originali nella letteratura epico-storico-panegirica prodotta per Alfonso il Magnanimo. Un’ampia Introduzione illustra le circostanze in cui l’opera fu composta e le sue valenze nel quadro politico-culturale della Napoli aragonese; la Nota al testo ne ricostruisce con completezza la tradizione manoscritta e a stampa, dà ragione delle varianti d’autore e della constitutio textus; infine, gli Indici garantiscono una fruizione sistematica e razionale del testo.
2023
978-88-9290-292-3
Porcelio de' Pandoni, Triumphus Alfonsi regis Aragonei devicta Neapolis / Iacono, Antonietta. - (2023).
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