Ogni luogo parla attraverso diversi linguaggi: quello del dettaglio è il più trasversale, ma anche il più dinamico e mutevole. C’è sempre, infatti, un momento nella storia, o nella natura che ci circonda, in cui determinate forme si staccano dalle ragioni che le hanno generate, per suggerire altri significati ed usi. Il dettaglio è una delle forme più comunemente oggetto di questa imprevista evoluzione capace di scatenare un autonomo processo narrativo, passando dalla sua accezione funzionale specifica a quello di una autonoma dimensione percettiva e simbolica. Le fotografie di Mario Giacomelli nella esaltazione della sequenza nei solchi di un campo arato colta da una ripresa aerea traducono, in una asciutta e grande rappresentazione, l’alternanza luce-ombra, pieno-vuoto, bianco-nero, riassumendo, in un dettaglio del paesaggio, una metafora universale. Questo dinamismo, attraverso la decontestualizzazione di forme archetipe, quali linee, tratti, geometrie, è il patrimonio genetico su cui si costruisce, attraverso un esercizio di continuo rimescolamento, la memoria grafica e lo stesso processo progettuale. La forma di interpretazione che sovrintende questo meccanismo è quello dell’analogia, un processo che suscitando somiglianze e rimandi, giunge talvolta ad esiti sorprendenti. Le fotografie di Giacomelli, che attraverso la esasperazione del tratto lineare dell’aratro colgono la sequenza seriale della linea, forniscono un primordiale riferimento alla logica progettuale del battistrada di uno pneumatico, che trasforma lo stesso riferimento dei solchi paralleli in un oggetto funzionale capace di uno scopo utilitario

The Detail as Graphic Storyteller / Morone, Alfonso. - In: AREA. - ISSN 0394-0055. - n.°192 anno XXXV, 2024 gennaio/febbraio:(2024), pp. II-V.

The Detail as Graphic Storyteller

MORONE Alfonso
2024

Abstract

Ogni luogo parla attraverso diversi linguaggi: quello del dettaglio è il più trasversale, ma anche il più dinamico e mutevole. C’è sempre, infatti, un momento nella storia, o nella natura che ci circonda, in cui determinate forme si staccano dalle ragioni che le hanno generate, per suggerire altri significati ed usi. Il dettaglio è una delle forme più comunemente oggetto di questa imprevista evoluzione capace di scatenare un autonomo processo narrativo, passando dalla sua accezione funzionale specifica a quello di una autonoma dimensione percettiva e simbolica. Le fotografie di Mario Giacomelli nella esaltazione della sequenza nei solchi di un campo arato colta da una ripresa aerea traducono, in una asciutta e grande rappresentazione, l’alternanza luce-ombra, pieno-vuoto, bianco-nero, riassumendo, in un dettaglio del paesaggio, una metafora universale. Questo dinamismo, attraverso la decontestualizzazione di forme archetipe, quali linee, tratti, geometrie, è il patrimonio genetico su cui si costruisce, attraverso un esercizio di continuo rimescolamento, la memoria grafica e lo stesso processo progettuale. La forma di interpretazione che sovrintende questo meccanismo è quello dell’analogia, un processo che suscitando somiglianze e rimandi, giunge talvolta ad esiti sorprendenti. Le fotografie di Giacomelli, che attraverso la esasperazione del tratto lineare dell’aratro colgono la sequenza seriale della linea, forniscono un primordiale riferimento alla logica progettuale del battistrada di uno pneumatico, che trasforma lo stesso riferimento dei solchi paralleli in un oggetto funzionale capace di uno scopo utilitario
2024
The Detail as Graphic Storyteller / Morone, Alfonso. - In: AREA. - ISSN 0394-0055. - n.°192 anno XXXV, 2024 gennaio/febbraio:(2024), pp. II-V.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/953443
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