Lo studio di alcuni particolari contesti urbani ha offerto l’occasione di osservare da vicino cosa possano intenzionalmente fare programmi e interventi pubblici in ambiti urbani afflitti dalla presenza della criminalità organizzata. Si è andata così sviluppando la tesi che le scelte urbanistiche possono, più o meno intenzionalmente, contribuire a contrastare le forme di radicamento e gli effetti perversi della criminalità organizzata sui territori. Se le politiche di contrasto sono “quel particolare tipo di politiche pubbliche indirizzate ad abbassare il beneficio marginale delle azioni criminali o ad accrescerne il costo marginale attraverso l’aumento del costo delle sanzioni o della probabilità che il criminale venga colpito”, esiste una certa famiglia di pratiche urbane accomunate dalle potenzialità di contrasto alle attività delle organizzazioni criminali. Con questa consapevolezza sono stati ricercati elementi tecnici e progettuali utili per il contenimento degli effetti di sregolazione dovuti alla presenza delle organizzazioni criminali. Sono stati individuati repertori di pratiche urbane che hanno interpretato la contrapposizione alla presenza e al controllo del territorio da parte della criminalità organizzata, ad esempio riproducendo nuovi beni pubblici o semplicemente nuovi spazi di regolazione e vita comune: un insieme di pratiche che va dalle normative tecniche alla programmazione e attuazione degli interventi di sviluppo locale; dalla restituzione agli usi pubblici di una piazza o un immobile di pregio (anche confiscato) in aree fortemente degradate alla delimitazione di un’area protetta per la riduzione degli abusi edilizi. Tali pratiche contribuiscono, concretamente, alla trasformazione di parti di città e di territori ‘contesi’ alle organizzazioni criminali: la riqualificazione e, più in generale, il miglioramento della qualità della vita e del rapporto tra cittadini e istituzioni, infatti, sembrano i terreni (ancora non sufficientemente battuti) della sfida al controllo del territorio da parte dei poteri criminali.
Tra tecniche, sregolazioni e anomalie: pratiche urbane di contrasto in territori contesi / DE LEO, Daniela. - In: PLANUM. - ISSN 1723-0993. - (2011), pp. 1-6.
Tra tecniche, sregolazioni e anomalie: pratiche urbane di contrasto in territori contesi
DE LEO, DANIELA
2011
Abstract
Lo studio di alcuni particolari contesti urbani ha offerto l’occasione di osservare da vicino cosa possano intenzionalmente fare programmi e interventi pubblici in ambiti urbani afflitti dalla presenza della criminalità organizzata. Si è andata così sviluppando la tesi che le scelte urbanistiche possono, più o meno intenzionalmente, contribuire a contrastare le forme di radicamento e gli effetti perversi della criminalità organizzata sui territori. Se le politiche di contrasto sono “quel particolare tipo di politiche pubbliche indirizzate ad abbassare il beneficio marginale delle azioni criminali o ad accrescerne il costo marginale attraverso l’aumento del costo delle sanzioni o della probabilità che il criminale venga colpito”, esiste una certa famiglia di pratiche urbane accomunate dalle potenzialità di contrasto alle attività delle organizzazioni criminali. Con questa consapevolezza sono stati ricercati elementi tecnici e progettuali utili per il contenimento degli effetti di sregolazione dovuti alla presenza delle organizzazioni criminali. Sono stati individuati repertori di pratiche urbane che hanno interpretato la contrapposizione alla presenza e al controllo del territorio da parte della criminalità organizzata, ad esempio riproducendo nuovi beni pubblici o semplicemente nuovi spazi di regolazione e vita comune: un insieme di pratiche che va dalle normative tecniche alla programmazione e attuazione degli interventi di sviluppo locale; dalla restituzione agli usi pubblici di una piazza o un immobile di pregio (anche confiscato) in aree fortemente degradate alla delimitazione di un’area protetta per la riduzione degli abusi edilizi. Tali pratiche contribuiscono, concretamente, alla trasformazione di parti di città e di territori ‘contesi’ alle organizzazioni criminali: la riqualificazione e, più in generale, il miglioramento della qualità della vita e del rapporto tra cittadini e istituzioni, infatti, sembrano i terreni (ancora non sufficientemente battuti) della sfida al controllo del territorio da parte dei poteri criminali.File | Dimensione | Formato | |
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