Design and Craftmanship: from the Product to the Community / Design e Artigianato: dal prodotto alla comunità

Il rapporto tra design e artigianato è in continua ridefinizione. Sin dalla nascita del progetto industriale esso si è dovuto misurare con alcuni temi come l’autoproduzione, il ruolo dell’utente e la definizione del contesto dell’oggetto d’uso che oggi, alla luce delle possibilità offerte dalle tecnologie digitali, assumono una prospettiva ancora più radicale. L’inappropriatezza dell’oggetto prodotto in serie riassume un’inquietudine ricorrente che, dalla rivoluzione industriale in poi, ha accompagnato la dicotomia artigianato – design. Essa, dopo il dibattito fondativo, sintetizzabile nel dilemma tra produzione in serie e libertà individuale, incarnato da figure come Hermann Muthesius ed Henry van de Velde, si è andata sgranando in una serie di esperienze che hanno portato, dalla iniziale dicotomia, a quella che potremmo definire come l’attuale condizione di osmosi, in cui i due termini non rappresentano più alternative opposte, quanto il rimescolamento l’uno nell’altro. Oggi grazie alla tecnologia, azzerate le distanze, l’industriale coincide con il non-industriale liberando la cultura progettuale dal recinto retorico della produzione in serie. Al modello produttivo concentrato, proprio della fabbrica, si va sostituendo una modalità aperta e diffusa. L’auto-produzione dei Makers che, prende a modello il paradigma di un’economia sociale basata sulla capacità individuale dei singoli e dei piccoli gruppi di fare rete, ripropone infine la struttura polverizzata delle microimprese propria dell’artigianato. I fautori di questo nuovo modello sono, assieme inventori, progettisti, produttori e imprenditori, scardinando schemi lineari e ruoli consolidati nell’organizzazione della produzione dalla rivoluzione industriale in poi.