Gli studiosi del disegno hanno spesso indagato le reciproche influenze tra architettura e narrazione, ambiti solo all’apparenza molto distanti. Questo contributo indaga le potenzialità semiotiche di uno spazio rappresentato a partire da una sua descrizione testuale, con l’obiettivo di comprendere quali componenti del disegno spaziale siano in grado di tradurre visivamente i principali elementi della narrazione. A tal proposito, si analizzano le ambientazioni descritte in due romanzi brevi, Colazione da Tiffany di Truman Capote e Il ballo di Irene Némirovsky, comparabili in quanto entrambi narrano di interni architettonici verosimiglianti alla percezione degli spazi fisici reali. La ricerca ha consentito di individuare gli espedienti grafici comunicativi e contestualmente tecnici che possono intervenire nella rappresentazione visiva di uno spazio narrativo. Il metodo di rappresentazione e i parametri geometrici nell’inquadratura dello spazio possono accentuare il punto di vista e la focalizzazione del narratore. La scelta degli elementi spaziali, i principi e le logiche compositive consentono di qualificare lo spazio vissuto, guidando l’osservatore nella comprensione del racconto visivo. Colori, texture, luci e ombre collaborano, invece, alla definizione dell’atmosfera narrativa e all’attivazione di reazioni emotive da parte dell’osservatore.
Lo spazio narrativo nel romanzo: dalla descrizione testuale all’illustrazione grafica / Attademo, Greta. - (2023), pp. 777-792. (Intervento presentato al convegno 44° Convegno Internazionale dei Docenti delle Discipline della Rappresentazione) [10.3280/oa-1016-c323].
Lo spazio narrativo nel romanzo: dalla descrizione testuale all’illustrazione grafica
Greta Attademo
2023
Abstract
Gli studiosi del disegno hanno spesso indagato le reciproche influenze tra architettura e narrazione, ambiti solo all’apparenza molto distanti. Questo contributo indaga le potenzialità semiotiche di uno spazio rappresentato a partire da una sua descrizione testuale, con l’obiettivo di comprendere quali componenti del disegno spaziale siano in grado di tradurre visivamente i principali elementi della narrazione. A tal proposito, si analizzano le ambientazioni descritte in due romanzi brevi, Colazione da Tiffany di Truman Capote e Il ballo di Irene Némirovsky, comparabili in quanto entrambi narrano di interni architettonici verosimiglianti alla percezione degli spazi fisici reali. La ricerca ha consentito di individuare gli espedienti grafici comunicativi e contestualmente tecnici che possono intervenire nella rappresentazione visiva di uno spazio narrativo. Il metodo di rappresentazione e i parametri geometrici nell’inquadratura dello spazio possono accentuare il punto di vista e la focalizzazione del narratore. La scelta degli elementi spaziali, i principi e le logiche compositive consentono di qualificare lo spazio vissuto, guidando l’osservatore nella comprensione del racconto visivo. Colori, texture, luci e ombre collaborano, invece, alla definizione dell’atmosfera narrativa e all’attivazione di reazioni emotive da parte dell’osservatore.File | Dimensione | Formato | |
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