In Italia oltre 600 chilometri di strada ferrata non ottemperano più al regolare trasporto di individui e di merci. Smarrita la funzione per cui in principio furono allestiti, rimane oggi una trama, talvolta anche fitta, di linee che attraversano borghi e piccoli centri, ricchi di storia e di identità. Con la legge 128/2017, lo Stato italiano regolamenta la possibilità di rifunzionalizzare le linee in disuso o prossime alla dismissione, situate in aree di rilevante interesse paesaggistico, attraverso il loro inserimento in circuiti di valorizzazione culturale e turistica. Un turismo lento e sostenibile che, sopperendo alla perdita dell’esercizio ferroviario, consente di esaltare le potenzialità del tessuto territoriale: un intreccio di binari senza tempo che si innestano su una trama di strade, sentieri e vie d’acqua a formare una rete di percorsi verdi in cui agevolare la pratica di una mobilità dolce, ecocompatibile e rispettosa del paesaggio. Una ferrovia in disuso resta così attiva all’interno di una rete di greenways in cui, ridefinendo la propria destinazione d’uso, apre nuove opportunità di azione, sia sul piano della valorizzazione del patrimonio culturale che su quello dell’avanzamento dello sviluppo economico, oltre che creare l’occasione di prendere nuova coscienza dei luoghi. Considerata tra le più belle opere ingegneristiche su ferro realizzate nella Penisola, la “Transiberiana d’Italia” è la tratta della linea ferroviaria Sulmona-Carpinone-Isernia inaugurata nel 1897 ed inserita nella guida del Touring Club Italia nel 1910 per la bellezza dei paesaggi che attraversa. Al progressivo declassamento avviato nei primi anni Ottanta e alla successiva, definitiva sospensione del trasporto passeggeri sull’intera tratta nel 2010, è seguita un’intensa attività di sensibilizzazione da parte di attori locali che condusse, nel 2014, alla riapertura ufficiale della ferrovia ad uso turistico. Il percorso si snoda tortuoso e suggestivo tra Abruzzo e Molise, si dipana attraverso parchi nazionali e riserve naturali protette: può nutrirsi, dunque, della presenza di istituzioni che già tutelano le risorse ambientali e culturali e, al contempo, può intensificarne la valorizzazione, rendendosi -per sua stessa natura- vettore di conoscenza per chi sceglie di attraversare l’area e motore di sviluppo per il tessuto socioeconomico locale.

La "Transiberiana d'Italia" e altre tratte storiche: vettori lenti per una rete green / DELLE DONNE, Barbara. - III:(2023), pp. 79-84. (Intervento presentato al convegno Geografie in movimento. Soggetti, gruppi, persone. Pratiche, spazi e dinamiche delle mobilità umane tenutosi a Padova nel 8-13 settembre 2021).

La "Transiberiana d'Italia" e altre tratte storiche: vettori lenti per una rete green

Barbara Delle Donne
2023

Abstract

In Italia oltre 600 chilometri di strada ferrata non ottemperano più al regolare trasporto di individui e di merci. Smarrita la funzione per cui in principio furono allestiti, rimane oggi una trama, talvolta anche fitta, di linee che attraversano borghi e piccoli centri, ricchi di storia e di identità. Con la legge 128/2017, lo Stato italiano regolamenta la possibilità di rifunzionalizzare le linee in disuso o prossime alla dismissione, situate in aree di rilevante interesse paesaggistico, attraverso il loro inserimento in circuiti di valorizzazione culturale e turistica. Un turismo lento e sostenibile che, sopperendo alla perdita dell’esercizio ferroviario, consente di esaltare le potenzialità del tessuto territoriale: un intreccio di binari senza tempo che si innestano su una trama di strade, sentieri e vie d’acqua a formare una rete di percorsi verdi in cui agevolare la pratica di una mobilità dolce, ecocompatibile e rispettosa del paesaggio. Una ferrovia in disuso resta così attiva all’interno di una rete di greenways in cui, ridefinendo la propria destinazione d’uso, apre nuove opportunità di azione, sia sul piano della valorizzazione del patrimonio culturale che su quello dell’avanzamento dello sviluppo economico, oltre che creare l’occasione di prendere nuova coscienza dei luoghi. Considerata tra le più belle opere ingegneristiche su ferro realizzate nella Penisola, la “Transiberiana d’Italia” è la tratta della linea ferroviaria Sulmona-Carpinone-Isernia inaugurata nel 1897 ed inserita nella guida del Touring Club Italia nel 1910 per la bellezza dei paesaggi che attraversa. Al progressivo declassamento avviato nei primi anni Ottanta e alla successiva, definitiva sospensione del trasporto passeggeri sull’intera tratta nel 2010, è seguita un’intensa attività di sensibilizzazione da parte di attori locali che condusse, nel 2014, alla riapertura ufficiale della ferrovia ad uso turistico. Il percorso si snoda tortuoso e suggestivo tra Abruzzo e Molise, si dipana attraverso parchi nazionali e riserve naturali protette: può nutrirsi, dunque, della presenza di istituzioni che già tutelano le risorse ambientali e culturali e, al contempo, può intensificarne la valorizzazione, rendendosi -per sua stessa natura- vettore di conoscenza per chi sceglie di attraversare l’area e motore di sviluppo per il tessuto socioeconomico locale.
2023
978 88 5495 594 3
La "Transiberiana d'Italia" e altre tratte storiche: vettori lenti per una rete green / DELLE DONNE, Barbara. - III:(2023), pp. 79-84. (Intervento presentato al convegno Geografie in movimento. Soggetti, gruppi, persone. Pratiche, spazi e dinamiche delle mobilità umane tenutosi a Padova nel 8-13 settembre 2021).
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