Agli inizi dell’età moderna, la cultura giuridica medievale rese evidenti i suoi limiti, rivelandosi incapace di rispondere al bisogno di realismo e di concretezza che attraversava tutta l’Europa: la risposta “napoletana” allo Stato moderno si caratterizzò in maniera diversa rispetto ad altre società sicuramente più mature sotto il profilo statale, come la Francia, imprimendo alla vita pubblica del Regno caratteri tuttora presenti nella mentalità e cultura. Tra Cinque e Settecento lo scontro tra nobiltà di spada e ceto togato sfociò a Napoli in un deciso accrescimento del potere dei “legali”, particolarmente attenti ad elaborare raffinati strumenti per garantirsi una gestione esclusiva del potere. Le riforme attuate dal vicerè don Pedro de Toledo nel 1542 (espulsione dei nobili dal Collaterale, creazione del Tribunale della Revisione dei conti, istituzione di un Archivio per la certificazione dei patrimoni immobiliari) spostarono il baricentro del potere dall’aristocrazia verso gli uomini di legge, categoria professionale e cetuale ben caratterizzata, gettando le basi di quel “Regno forense” che due secoli più tardi Giuseppe Maria Galanti definì regno dell’illegalità e dell’abuso, evidenziando la gestione personale e clientelare della vita pubblica. Punto di svolta e di definitivo consolidamento del potere togato furono, però, le rivolte di metà Seicento, che misero in luce il complicato intreccio di relazioni politiche e speculazioni finanziarie: un sistema diffuso in tutto il Regno, ma che registrò punte di particolare attenzione nelle Calabrie.

Dinamiche cetuali e istituzioni nelle Calabrie alla metà del XVII secolo / Spadaro, CARMELA MARIA. - (2024), pp. 30-45. (Intervento presentato al convegno LA CALABRIA E IL MEDITERRANEO NEL SEICENTO ECONOMIA, SOCIETA, ISTITUZIONI, CULTURA tenutosi a Vibo Valentia nel 22-24 novembre 2019).

Dinamiche cetuali e istituzioni nelle Calabrie alla metà del XVII secolo

carmela maria spadaro
2024

Abstract

Agli inizi dell’età moderna, la cultura giuridica medievale rese evidenti i suoi limiti, rivelandosi incapace di rispondere al bisogno di realismo e di concretezza che attraversava tutta l’Europa: la risposta “napoletana” allo Stato moderno si caratterizzò in maniera diversa rispetto ad altre società sicuramente più mature sotto il profilo statale, come la Francia, imprimendo alla vita pubblica del Regno caratteri tuttora presenti nella mentalità e cultura. Tra Cinque e Settecento lo scontro tra nobiltà di spada e ceto togato sfociò a Napoli in un deciso accrescimento del potere dei “legali”, particolarmente attenti ad elaborare raffinati strumenti per garantirsi una gestione esclusiva del potere. Le riforme attuate dal vicerè don Pedro de Toledo nel 1542 (espulsione dei nobili dal Collaterale, creazione del Tribunale della Revisione dei conti, istituzione di un Archivio per la certificazione dei patrimoni immobiliari) spostarono il baricentro del potere dall’aristocrazia verso gli uomini di legge, categoria professionale e cetuale ben caratterizzata, gettando le basi di quel “Regno forense” che due secoli più tardi Giuseppe Maria Galanti definì regno dell’illegalità e dell’abuso, evidenziando la gestione personale e clientelare della vita pubblica. Punto di svolta e di definitivo consolidamento del potere togato furono, però, le rivolte di metà Seicento, che misero in luce il complicato intreccio di relazioni politiche e speculazioni finanziarie: un sistema diffuso in tutto il Regno, ma che registrò punte di particolare attenzione nelle Calabrie.
2024
978-88-498-7138-8
Dinamiche cetuali e istituzioni nelle Calabrie alla metà del XVII secolo / Spadaro, CARMELA MARIA. - (2024), pp. 30-45. (Intervento presentato al convegno LA CALABRIA E IL MEDITERRANEO NEL SEICENTO ECONOMIA, SOCIETA, ISTITUZIONI, CULTURA tenutosi a Vibo Valentia nel 22-24 novembre 2019).
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
dinamiche cetuali.pdf

accesso aperto

Tipologia: Versione Editoriale (PDF)
Licenza: Copyright dell'editore
Dimensione 14.08 MB
Formato Adobe PDF
14.08 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11588/925052
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact